Numeri,economia dei poveri e prese per il culo

Partiamo dall'economia dei poveri e dal riscaldamento delle abitazioni.
Questa mattina l'ANACI ha messo un bel annuncio sulla Stampa in cui spiega che "contrariamente a quanto inteso da molti utenti, la gestione 2008/2009 si chiuderà con un aumento del costo (per gli utenti), rispetto a quanto preventivato lo scorso Ottobre, intorno al 20%"

In ragione di " una lievitazione dei costi (aprile 2008-marzo 2009) del 15-18%.

Questo perché "la riduzione dei prezzi (di metano, gasolio e teleriscaldamento) è scattata a partire da Aprile 2009" e, tanto per pararsi il culo, prosegue scrivendo che " Il risparmio si vedrà, SALVO ULTERIORI E NON PREVENTIVABILI AUMENTI DEI PREZZI, il prossimo inverno"

A parte lo scostamento sull'aumento dei costi (è del 15 o del 18% ?) ed il ribaltamento del 20% sui consumatori (con un margine incrementale che oscilla tra un 5 ed un 2%), qualcuno ha capito perché e secondo quali calcoli le famiglie ne avrebbero avuto un vantaggio, in termini di risparmio, dell'ordine di svariate centinaia di euro sul proprio budget (per questa voce) secondo la grancassa della propaganda di re Silvio? Qualcuno,tra i durissimi oppositori,ha voglia di parlare di queste cose in campagna elettorale?

Sempre per rimanere tra noi "poveri" cristi parliamo di contributo di 50 € all'acquisto del decoder per vedere il digitale.
Intanto se avete due televisori vi tocca comperarne due, di decoder. Poi, se provate a chiedere di utilizzare il contributo per acquistarne uno che costa tra i 30 ed i 50 euro vi risponderanno che quello vale solo per i modelli interattivi che, guardacaso, costano cifre non inferiori ai 90 euro.
Insomma, una parte della socialcard finanzia lo sviluppo di quel tipo di tecnologia.

Passiamo adesso alle seghe sugli investimenti, la crescita e pinzillacchere.

Ieri sera il dott.Ing. Stanca,parlando dell'Expo di Milano, ha preso per i fondelli Santoro .
Questo solo perché il conduttore di annozero ha mostrato la situazione dell'indebitamento delle società, che curano e cureranno la costruzione delle strutture e delle infrastrutture legate ad Expo, e quella del loro conto economico (in perdita) senza operare nessuna distinzione tra le due cose. Con fare saccente gli ha detto che " lo insegnano ai ragionieri al primo anno che i debiti fatti per investimenti hanno un loro corrispettivo in asset e che quindi vanno valutati in funzione dello stato patrimoniale, mentre il conto economico fotografa lo stato dell'azienda in termini costi ricavi e loro differenza in quell'anno di esercizio" quindi "tornare sui banchi di scuola".

Ora, a parte la considerazione banale che se perdi soldi (conto economico) è difficile che tu riesca a pagare i debiti e che se fallisci di solito i tuoi asset vengono svenduti dal curatore fallimentare ma, quello che mi sorprende è la tranquillità con cui uno così gira i salotti ad ammansire e sparare cazzate.
Dipenderà questo anche dalla preparazione dei suoi interlocutori (Di Pietro e Bersani) forse troppo impegnati a leggere i rotocalchi sulla questione Noemi?

L'altra perla dell'ingegnere è stata l'asserzione che un aumento dell'offerta degli appartamenti a Milano costruiti (grazie ad Expo) avrebbe prodotto una diminuzione dei prezzi delle case rendendole più accessibili.
L'esperienza ci dice, al contrario, che se i prezzi diminuiscono è perché la gente non ha soldi per comperare la casa perché o perde reddito in quanto licenziato o perché precario e quindi soggetto a cui le banche non prestano neanche un centesimo. Manca la domanda più che l'offerta. Ma tant'è, questo è quello che offre il convento.

Se vuoi sedere al salotto con gente che discetta di investimenti pubblici mischiati ai privati, varrebbe la pena presentarsi preparati. In particolare sarebbe utile approfondire qualche aspetto per evitare che un tizio, domani, si presenti per raccontare qualche minchiata che giustifica la necessità di tagliare risorse e servizi pubblici per pagare quei debiti contratti.

Quando la commistione tra soldi spesi per creare infrastrutture (pubbliche che vengono poi date in gestione a privati), concessioni edilizie in cui la destinazione d'uso viene cambiata per operare degli scambi con costruttori privati e creazione di società di gestione in cui il capitale di rischio ha contorni non ben definiti (quanto è pubblico e quanto privato), tenere bene i conti, la ripartizione dei capitali , di chi mette cosa e chi finanzia e secondo quali logiche sarebbe cosa buona e giusta. Tanto per dare quel minimo di trasparenza che non consentirebbe a quelli malpensanti come noi di sospettare e dire che certe operazioni, in realtà, non hanno altro scopo che quello di cementare ancora di più le consorterie degli affari a scapito dell'interesse pubblico.

Ad esempio, in quei salotti, suggerirei qualche domanda sulla copertura del fabbisogno strutturale e del fabbisogno corrente necessari per quegli investimenti. Di come questa avvenga e da parte di quale soggetto. Con quali risorse e secondo quale logica.
Ora, poiché nella situazione di un bilancio questo è migliore se:
-le attività correnti sono superiori a quelle immobilizzate
-il capitale netto è superiore alle passività consolidate ed alle passività correnti
sarebbe bello capire bene proprio quale è l'origine delle attività correnti e la loro sostenibilità nel tempo, proprio per fare in modo che qualcuno quei debiti li possa pagare.

Evitiamo di avvitarci in discorsi troppo complicati ma, se guardiamo a due esempi recenti di interventi pubblici, viene facile pensare che la "lungimiranza" e la necessità di un certo tipo di investimenti in realtà è un escamotage non produrre la fantomatica ricchezza quanto per aggiustare conti di società private in perenne affanno sul proprio business. Quello che è difficile quantificare sono i costi aggiuntivi a carico dello stato quando le cose non funzionano.

Ricordate Malpensa e tutto il fuoco ideologico messo su per giustificare la cementificazione di una delle aree più verdi d'Italia (Ticino)?
Il volano per l'economia? I discorsi sull'incremento del pil grazie a quell'operazione?
Bene, abbiamo scoperto che Malpensa si reggeva grazie ai conti disastrati della compagnia di bandiera che grazie all'obbligo di presidiare in modo massiccio quell'hub ha massacrato i propri bilanci, fallendo. Con il risultato duplice di perdita di posti di lavoro ed oneri a carico dello stato.

La seconda operazione che viene in mente, di cui si è occupata Repubblica, è il passante di Mestre. Doveva servire per alleggerire e decongestionare quel pezzo autostradale.
In sè l'operazione è riuscita. Le code si sono spostate sulla variante,sono più lunghe e a condizione che costruiscano una terza corsia , dureranno nel tempo.
Se consideriamo che:
-con il trend di crescita del trasporto su gomma entro 7 anni si rischia il collasso sulla A4
-le previsioni di crescita del tonnellaggio entro il 2030 sarà del 103%
abbiamo solo spostato di qualche km. un problema senza risolverlo. In compenso sappiamo che un ingorgo seppellirà camion, sindaci, cittadini coglioni e crescita del PIL.

Per ragionare cosi' in grande abbiamo bisogno di questo sistema sopraffino, capitalista straccione e di questa classe dirigente?

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