La rivoluzione è bella in sé, poi diventa tragedia per nani
I fascisti sono già qui?
Ottieni link
Facebook
Twitter
Pinterest
Email
Altre app
-
Da :http://www.autistici.org/macerie/ la cronaca di una normale gestione "democratica" del dissenso nelle aule dei tribunali.
Post 1-
10 giugno.«Pronto? Padalone! Come stai? E lo so, lo so che gli hanno dato l’obbligo di firma. Non ti preoccupare che questo ora lo aggiusto io». Con queste affettuose parole un giudice del Tribunale di Torino si rivolgeva, al telefono, a un arcinoto Pm. E chissà quante altre volte battute come queste sono state scambiate in quel palazzo. Ma questa volta la conversazione avviene sotto gli occhi, esterrefatti, di un giovane avvocato che si trovava nell’ufficio del giudice per cercare il faldone del processo sui fatti di piazza Rebaudengo che, caso strano, vede tra gli imputati proprio un compagno che era appena stato scarcerato con obbligo quotidiano di firma. Alla richiesta dell’avvocato se, per caso, stesse parlando del processo di piazza Rebaudengo, il giudice si accorge di aver detto una gravissima stronzata e balbetta qualcosa su un processo di molestie sessuali su minori. Quando non si sa più cosa dire, ci si aggrappa alla pedofilia. La difesa presenta immediatamente un’istanza di ricusazione del giudice, motivata dal sospetto che il magistrato abbia espresso quell’inimicizia che ogni giudice coltiva in fondo al cuore nei confronti di un imputato. Dopo una settimana, il giudice in questione annuncia di volersi ritirare dal processo, per evitare che anche solo l’ombra della non-imparzialità si proiettasse sul suo curriculum. E ora, che ne sarà di questo maledetto processo sui fatti di piazza Rebaudengo? Tutto da rifare, per la terza volta. La prossima udienza sarà venerdì 10 luglio 2009, a quasi un anno e mezzo di distanza dai fatti.E il nervosismo di Padalone aumenta. […]
Post 2-
Già da qualche settimana stiamo andando in giro a raccontare che il signor Questore di Torino ha chiesto al Tribunale di applicare nei confronti di due redattori di //Macerie e storie di Torino// la misura della “sorveglianza speciale”. Il braccio armato locale del ministero degli Interni vorrebbe, insomma, che per quattro anni i due non possano uscire dalla città, che rimangano tappati a casa la sera, che non partecipino a pubblici assembramenti e che diano conto, complessivamente, di una condotta trasparente e irreprensibile. Il tutto perché li si accusa di essere sfrenatamente sovversivi e soprattutto “privi di ogni scrupolo morale”. Il tribunale dovrà dire la sua in ottobre, e quindi avremo tutto il tempo per riparlarne: di questa misura, della sfrenatezza e pure degli scrupoli morali. Per ora vi basti sapere che i due non sono affatto intimiditi.
Qua sotto vi appiccichiamo, a questo proposito, una intervista ad un compagno di Milano che proprio lunedì prossimo, 15 giugno, avrà un appuntamento in Tribunale per identiche ragioni. Ascoltatela. Anche là non sono per nulla intimiditi, e sanno benissimo come bisogna saper reagire.
Ascolta l’intervista, copiata e incollata affettuosamente dal sito di Radiocane:
Un caso esemplare di "toghe rosse", non c'è che dire. Un piccolo particolare, dei ragazzi che rispondono ai leghisti per le rime vengono processati. Io suggerirei a quel giudice di andarsi a fare un giro in mezzo ai cortei e ai comizi della lega. Potrebbe fare collezioni di infarazioni al codice penale.
"A dominare sembrano comportamenti di tipo adattivo improntati ad una eternizzazione del presente e a una desertificazione del futuro che mescolano toni euforici e sconsolati.Da una lato, un senso di liberazione da ideali che impongono all'esistente un orizzonte di ulteriorità frustrante, abbinato ad una condanna talvolta spietata della sua imperfezione.Il piacere per prospettive di vita finalmente adeguate all'individuo ed alle sue effettive possibilità. Dall'altro, un senso di perdita e angustia, uno strano pessimismo che si fatica ad organizzare.Sensazioni divergenti radicate nella percezione che la vita è tutta qui, senza alternativa:un godimento del presente che non intende sacrificarne un attimo sull'altare di un domani diverso, di una felicità esile, su misura dell'ego, la magnifica ossessione del me generation.Chiedere di più si è rivelato rischioso.Meglio di così, si muore." Enrico Donaggio e Peter Kammerer/ Karl Marx - Antologia
Mio Signore, io purtoppo sono un povero ignorante e del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente, ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia, riusciremo noi da soli a riportare la giustizia ?
La cosa triste di certi rivoluzionari de noartri è che sono ignoranti. Quando citano sanguinetti con l'esternazione celebre sull'odio di classe dimenticano che il nostro citava, quasi alla lettera come diceva nell'intervista che copio, una frase di Benjamin. Questa è gente che vive di slogan e che Sanguinetti avrebbe mandato a letto presto la sera, perché al mattino c'è da lavorare. Leggetevi l'intervista, va'! E il poeta disse "L’odio di classe Intervista a Edoardo Sanguineti 06 Gennaio, 2007  Maestro, ci è andato giù pesante. «Forse mi potevo spiegare meglio - sorride Edoardo Sanguineti - ma sì... serve l’odio di classe». Non era stato così diretto neanche con Umberto Eco. «Nooo, lui lo chiamo cardinale ma per scherzo! Però da tempo ho rinunciato a parlargli di politica. L’ultima volta che ci siamo visti, circa un anno fa a un convegno, mi voleva tessere l’elogio di don Bosco, come emancipatore dei lavoratori. Gli dissi che quelli come don Bosco non fa
Commenti
Un piccolo particolare, dei ragazzi che rispondono ai leghisti per le rime vengono processati.
Io suggerirei a quel giudice di andarsi a fare un giro in mezzo ai cortei e ai comizi della lega. Potrebbe fare collezioni di infarazioni al codice penale.