Occupare le fabbriche.

Tra le cose non dette sulla lotta dei lavoratori della Atithec c'è l'assedio ai dirigenti che, di fatto, sono stati sequestrati in un hangar.
Sono stati liberati dalla polizia.
Ora la FIOM fa intravedere la possibilità di occupazione di fabbriche in autunno. Noi rilanciamo, occupazione di fabbriche, scuole, strade e ferrovie.




La Fiom Bologna lancia l'allarme contro il rischio di nuove pratiche di mobilità nei mesi estivi e rilancia per un autunno di lotte contro chi vuole approfittare della crisi

Bologna - Sono molte le aziende dichiarate in crisi nella provincia di Bologna, sempre di più quelle che interrompono definitivamente la produzione. Solo in questi giorni Grimeca, Sicor, Harris, Rainer si preparano a chiudere e nelle grandi aziende del bolognese la situazione è perennemente critica: alla Ducati e alla Malaguti si ricorre alla cassa integrazione a ripetizione, alla Magneti Marelli gli operai stanno protestando con un'ora al giorno di sciopero contro l'intenzione dell'azienda di trasferire lavoratori da Bologna e da altre parti d'Italia nello stabilimento di Crevalcore dopo il licenziamento degli interinali.

Nel mondo del capitale però anche la crisi può essere usata come arma contro chi rivendica i propri diritti, la crisi la si vorrebbe far pagare sempre a chi è più debole. Sono indicative le dichiarazioni del presidente di Unindustria Bologna, Maurizio Marchesini che ipotizzò che la crisi potesse fiaccare la combattività dei sindacati. A giudicare dagli avvenimenti, infatti, gli industriali firmano patti di pacificazione coi sindacati e intanto ne approfittano per modificare il sistema produttivo delle loro aziende, spostare i dipendenti, licenziare i precari.

Dopo mesi di politica del sacrificio anche la Fiom sembra non poter più reggere questo gioco impari: Bruno Papignani, segretario Fiom bolognese, prende la parola per denunciare l'intenzione di molti di approfittare dell'estate e dell'assenza delle Rsu per far partire nuove procedure di mobilità. Ma il discorso del sindacalista non si ferma qui ed avverte chiaramente che "Sappiamo che a settembre non sarà più possibile agire come abbiamo fatto fino adesso e avremo un conflitto piu' radicale."

Addirittura si paventa l'occupazione delle fabbriche in crisi, una pratica che in Europa e nel mondo si sta sempre più diffondendo come risposta dei lavoratori alla crisi. "Anche accordi per la mobilita' volontaria non saranno più possibili", aggiungono i metalmeccanici. Dalla Fiom la risposta sono i contratti di solidarietà, perché uno degli obiettivi è chiaramente il rinnovo del contratto di categoria, ma per i lavoratori la posta in gioco potrebbe essere più alta. Chi pagherà la crisi questo autunno?

fonte: infoaut

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