Piattaforme rivendicative alla francese anche da noi
Dal Manifesto a commento dell'assemblea programmatica della CGIL prendiamo questo estratto.
"Bersani parla da candidato segretario del Pd, sfiora i problemi del mondo del lavoro solo quando parla del “meccanismo di impoverimento dei redditi bassi, che moltiplica le diseguaglianze tra le persone e i territori”; o, più lateralmente, del “reticolo di sistemi relazionali corporativi che bloccano la mobilità sociale”.
Bertinotti, di fronte alla vastità della crisi, riscopre l'importanza della “variabile indipendente”, che stavolta potrebbe essere l'occupazione. Ma poi illustra senza commentare una delle proposte principali (da Boeri e lavoce.info) che dominano il tema del lavoro in campo “democratico”: togliere qualche garanzia a chi le ha per darne qualcuna a chi non ne ha nessuna. Sullo sfondo “la casa di tutti” quelli che vogliono cambiare qualcosa nella società."
Ne deduciamo che Bertinotti, dopo aver evocato la bomba atomica per la sinistra, adesso evoca (senza impegnarsi ma gettando il sasso) cose più terra terra, in linea con l'assenza di idee e di proposte tipiche della "nuova" "sinistra" riformista.
Togliere un pezzo del poco al poco dei tanti per redistribuirlo democraticamente a chi ha ancora meno.Non male.
In modo molto più pragmatico il dott. Tremonti, molto più attento agli interessi della sua "classe" sociale, si preoccupa di condonare un pò dei quattrini che i vari Marcegalia, Agnelli e compagnia varia hanno parcheggiato in qualche paradiso fiscale.
Due visioni due stili di rappresentanza.
Molto più modestamente noi all'articolista, che si interroga sull'assenza di proposte in relazione alla crisi economica, suggeriamo come proposta "costruttiva" una piattaforma alla francese.
"Bersani parla da candidato segretario del Pd, sfiora i problemi del mondo del lavoro solo quando parla del “meccanismo di impoverimento dei redditi bassi, che moltiplica le diseguaglianze tra le persone e i territori”; o, più lateralmente, del “reticolo di sistemi relazionali corporativi che bloccano la mobilità sociale”.
Bertinotti, di fronte alla vastità della crisi, riscopre l'importanza della “variabile indipendente”, che stavolta potrebbe essere l'occupazione. Ma poi illustra senza commentare una delle proposte principali (da Boeri e lavoce.info) che dominano il tema del lavoro in campo “democratico”: togliere qualche garanzia a chi le ha per darne qualcuna a chi non ne ha nessuna. Sullo sfondo “la casa di tutti” quelli che vogliono cambiare qualcosa nella società."
Ne deduciamo che Bertinotti, dopo aver evocato la bomba atomica per la sinistra, adesso evoca (senza impegnarsi ma gettando il sasso) cose più terra terra, in linea con l'assenza di idee e di proposte tipiche della "nuova" "sinistra" riformista.
Togliere un pezzo del poco al poco dei tanti per redistribuirlo democraticamente a chi ha ancora meno.Non male.
In modo molto più pragmatico il dott. Tremonti, molto più attento agli interessi della sua "classe" sociale, si preoccupa di condonare un pò dei quattrini che i vari Marcegalia, Agnelli e compagnia varia hanno parcheggiato in qualche paradiso fiscale.
Due visioni due stili di rappresentanza.
Molto più modestamente noi all'articolista, che si interroga sull'assenza di proposte in relazione alla crisi economica, suggeriamo come proposta "costruttiva" una piattaforma alla francese.
Commenti
Dicono che è maturato con la vecchiaia, in verità penso che stia marcendo.