E' il momento degli espropri a danno dei padroni


Mentre questi tre coglioni, dalle ferie, discettano di gabbie salariali e fanno filosofia del cazzo insieme a quel deficiente a capo di un partito fatto per tutelare gli interessi dei salumai, macellai e padroncini del Nord, qualcuno ha imparato la lezione della INNSE.

Dal corriere della sera di oggi 10 agosto
Sette operai sono saliti per protesta su una torre di lavorazione alta 50 metri a Marcellina, in località Cesalunga, vicino a Roma. I lavoratori appartengono alla «Calci idrate Marcellina» (Cim), una ditta che da circa 40 anni produce e distribuisce intonaci, collanti, vernici e calce idrata. I manifestanti hanno comunicato di non avere intenzione di abbandonare la protesta fino a quando non sarà fissato un appuntamento con i rappresentanti del comune di Marcellina che, stando ai lavoratori, non avrebbe rinnovato alla Cim il permesso per l'estrazione del calcare e il contratto d'affitto. Gli operai rischiano così di rimanere senza lavoro: il 24 agosto è prevista la chiusura della società. Da qui la decisione di protestare salendo sulla torre.



Rimane una questioncella sulla quale bisognerà iniziare a rompere i coglioni:
perché bisogna salvare banche e fabbriche insieme ai loro padroni senza che nulla rimanga nelle nostre tasche? Non è il caso che si riprenda possesso con le buone o con le cattive di ciò che è nostro?

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