Quello che attende l'onda anomala in autunno


[di Francesco Raparelli]

Le questioni dell'autunno all'origine degli arresti (falliti) di Torino

Tutti fuori dal carcere tra domiciliari e obbligo di firma. Due studenti torinesi agli arresti domiciliari, tutti gli altri con obbligo di firma o di dimora. Quel che conta è che tutte e tutti sono fuori dal carcere! Una vittoria importante e non scontata. Operazione gestita in grande, dal magistrato pop dell'antimafia, collaboratore di Micromega e riferimento assoluto della sinistra tutta forca e giustizia. Caselli non è un pesce piccolo, anzi, è una figura che parla a tanti, anche agli studenti che nella crisi della rappresentanza eleggono Travaglio e il suo stile a misura rancorosa del mondo da costruire.

E poi la requisitoria del Pm Sparagna davvero non aveva pietà dell'intelligenza. Nessuna prova concreta, solo un discorso denso di morale e pieno di fantasmi, i soliti, quelli degli anni '70, quelli che non smettono mai di assillare la testa di chi il Pci e il suo odio per i movimenti non sa dimenticarlo.

Ma l'Onda non ha avuto paura e non si è fatta mettere all'angolo. Immediata la risposta, dopo gli arresti, con decine di occupazioni, di rettorati, di facoltà. E poi cortei notturni, presidi, una raccolta di firme, tra docenti (nazionali e internazionali) e intellettuali, senza pari. Una sfida complessa che l'Onda ha percorso senza divisioni, consapevole che la posta in gioco non era e non è costituita dal presente, ma dal futuro, dall'autunno che ci attende.

A spiegarci questa cosa sono arrivate puntuali le parole di Giavazzi sul Corriere della Sera, seguite da quelle della Gelmini e di Tremonti. Non ci sono vie d'uscita, se l'università pubblica vuole sopravvivere ai tagli del Fondo di finanziamento ordinario che saranno attivi a partire dal prossimo anno è necessario aumentare vertiginosamente le rette e semmai garantire qualche prestito d'onore (ovvero costringere all'indebitamento) agli studenti poveri ma meritevoli. La dismissione dell'università pubblica deve essere totale. Se il Corriere chiama il governo risponde, e l'attesa è stata davvero breve. Gelmini e Tremonti, durante la presentazione del Dpef, anticipano la riforma, tenuta nel cassetto per troppi mesi, causa le resistenze dell'Onda. Ricordate?

Dopo l'approvazione della riforma della scuola doveva, implacabile, essere presentata la riforma dell'università, ma di fronte ad un milione di studenti in piazza (30 ottobre del 2008) la Gelmini e il suo parrucchiere di fiducia hanno pensato di attendere un pochino. Ma ormai è estate e se le cose non cambiano decine di università sono destinate alla chiusura. Era evidente fin dall'inizio, infatti, che una trasformazione degli assetti finanziari avrebbe determinato anche una trasformazione complessiva dell'università e della sua governance. Solo gli stupidi o gli opportunisti non la pensavano e non la pensano così.

In una parola, l'autunno dell'università potrebbe essere di nuovo caldo e questo lo sanno in molti. Università calda in un autunno forse bollente, data la crisi e il suo peggioramento imminente. Non è un segreto il fatto che la cassa integrazione sta per terminare e che molte piccole e medie imprese rischiano di non aprire a settembre. Così come per i precari potrebbe prospettarsi l'inizio di una lunga disoccupazione, senza ammortizzatori sociali e welfare, of course. E ancora la durezza del credito e la riforma delle pensioni, gli affitti e il costo della vita, la Fiat.

Cosa spaventa Giavazzi? Cosa terrorizza Caselli? Che le lotte universitarie riprendano, che queste lotte si generalizzino, che ogni ipotesi di unità nazionale sulle riforme (basta ascoltare tutti i giorni Napolitano per avere un quadro chiaro della situazione) venga fatta saltare dai movimenti.

Bene, la loro ipotesi per il momento non è passata. L'Onda non è stata isolata, né tanto meno divisa. Ora si tratta di ripartire dalla cose vere, dal fatto che non vogliamo pagare la crisi e che non siamo disposti ad indebitarci per andare all'università. In Germania non ci sono tasse universitarie, in Francia la tassa è uguale per tutti ed è di 360 euro l'anno.

Dell'Inghilterra di Blair e di Brown ci interessa poco, gli Usa di Obama sembra (ma è davvero così?) stiano facendo marcia indietro. Non un euro di più per andare all'università! Da ora si riparte, verso la grande mareggiata!

Commenti

anonimo ha detto…
Raparelli... mm.. questo nome non mi è nuovo . è di Torino?

comunque secondo me si ha troppa fiducia negli studenti e nell' Onda.

gli studenti non hanno lesinato voti a comunioneliberazione, azione giovani e giovanili leghisti
(minghia i leghisti che studiano all'univ!! come sono caduti in basso i programmi univ!!)

e il trasferimento fondi della Gelmini salverà da aumenti cospicui di tasse proprio le università più organizzate politicamente(ad esclusione de LaSapienza).

l'Onda litiga con tutti ed è piena di leadericchi che vogliono far i protagonisti . già si mostrano come i capanna del ventunesimo secolo bbbrrrr..


non la vedo proprio la protesta di massa. più una guerra di poveri, più l'inseguire il grande fratello, la mignottocrazia ed il lestofante evasore.

tanto ciascuno si sente sempre più furbo del suo prossimo.

il dramma sarà per chi oggi ha meno di 18 e dovrà pagarsi tutto .

e magari avrà il prestito anzichè le borse di studio ed uscirà dall'univ già indebitato , pronto ad accettare un lavoro sottopagato per poterlo restituire.

e guai guai se sarà povero e non avrà i genitori colti che non avrà speranza neanche nel prestito.

si finirà nel miglior dei casi come un mio vecchio prof che di famiglia non colta non ricca per studiare andò dai preti e poi non prese i voti.

ahaha vecchia sola socialista.

mala tempora currunt.
mario ha detto…
Il commento lo lascio perché è difficile raggiungere simili vette di vuoto assoluto.
E' la metafora italiana, scrivere qualcosa senza dire assolutamente nulla in puro stile bar sport.
La storia del 18 poi, e che significa?
anonimo ha detto…
18 anni.
cioè non gli universitari di oggi ma i futuri.
mario ha detto…
O.K. 18 sono gli anni. Riamne oscura la relazione con il testo pubblicato e con le rivendicazioni.
Tra l'altro ci sono una serie di inesattezze, ad esempio a Torino che io sappia ha vinto una lista di sinistra e le altre sigle sono state spazzate via, quindi?
Quello che non capisco è questo, ti incazzi con quelli che avanzano delle rivendicazioni e protestano o contro quelli che aumentano le tasse?
anonimo ha detto…
si, se ricordo bene: a Torino nelle votazioni agli organi centrali ha vinto l' Onda ed ha avuto un buon successo ComunioneLiberazione.
Sono andati malissimo PD e PdL.
Nelle singole facoltà avevano vinto le destre.

Da quel che ricordo complessivamente delle varie università rispetto agli anni passati ,quando le università e le superiori erano contese tra sinistra moderata e sinistra più o meno antagonista, però vi è nel complesso, un avanzamento delle destre.
ComunioneLiberazione è fortissima nel nord, i fasci a Roma.
La Lega per la prima volta è presente in massa in alcune realtà lombarde.
dovrei avere qualche articolo conservato sia su Torino che sui risultati nazionali. Se riesco a trovarlo ti segnalo i link nei prossimi giorni.



la mia era una semplice e disillusa constatazione .

di certo non sono contro gli studenti.

contestavo la visione dell'autunno di lotta nelle università, la forza dell' Onda.

Non la critica a Giavazzi ed a tutti i servi della confindustria.

il massimo che possiamo sperare è che Berlinguer(lui cominciò a mercificare l'univ) e la Gelmini passino l'estate con la colite!

non possiamo sperare in un altro anno di contestazioni.

questo per il seguente ragionamento:

gli studenti votano poco e sono ancor meno quelli che si interessano di politica.

inoltre votano anche per le destre cioè per quelli che aumentano(di più) le tasse.

tra le sinistre non tutte sono antagoniste al Sistema come l'onda, anzi.

infine mi è parso che quelli dell' onda vivono con le sinistre studentesche e "partitiche" un rapporto di amore/odio. Mi azzarderei a dire che sono usa-e-getta. Prorpio quando vi furono gli scontri a Torino, vi fu la polemica tra manifesto e l'onda . e venne fuori anche che all'interno dell'onda non vi era molto simpatia tra le varie realtà locali e tra i vari leader specie quelli appartenenti al corpo docenti.


secondo me, infine, la classifica della Gelmini che sposta soldi dagli atenei del sud a quelli del nord , favorisce proprio realtà come torino,pisa che sono molto organizzate e che avrebbero maggiori possibilità di rispondere. La classifica proNord e pro-"facoltà da Mercato" non era certo una mossa anti-onda ma potrà favorire qusto risvolto. Al meridione, se si esclude napoli, sono tutti atenei alla prima generazione di laureati, frequentati da ceti medi-bassi quindi con scarsa possibilità e voglia di indire manifestazioni di contestazione.
Rimane da vedere quel che faranno firenze (sottoposta a cura da cavallo) e LaSapienza(non rientrata tra le promosse).

penso inoltre che l'anno prossimo o tra due, vi sarà una seconda fase della riforma: l'abolizione del valore legale del titolo di studio,
che in una nazione con molti laureati e con mobilità sociale non sarebbe affatto male, ma che nell'italia classista comporterà un ulteriore risvolto elitario nelle università.

spero di sbagliarmi ma non penso.
mario ha detto…
Adesso mi è chiaro

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