Tremonti, la lotta di classe ed i tribuni della plebe
Il caso Innse? La più bella notizia dell'estate. Meriterebbe un film. Lotta di classe non c'è più: "Lavoratori e imprenditori tutti sulla stessa barca" - Da Repubblica il tribuno della plebe Tremonti.
Dicono che i plebei erano un po' incazzati per i privilegi dei patrizi nella Roma Repubblicana del VI secolo a.c.. A quelli tutto e niente per il popolaccio. Erano tempi grami per i poveracci, quelli. Qualsiasi latitudine uno pensasse di frequentare, per trovare un minimo di giustizia sociale, si ritrovava sempre tra l'incudine ed il martello del censo e della ricchezza. Da una parte chi decideva ed aveva molto, dall'altra chi subiva le decisioni ed aveva il minimo per tirare avanti.
L'incazzatura si concretizzò in "istituzioni" parallele, ma senza riconoscimento da parte del senato, come i concili della plebe e forme di lotte radicali come la "secessione".
Dopo un po' di scazzi e di tira e molla qualche progresso fu fatto. In materia di diritti, con la promulgazione delle dodici tavole, i plebei riuscirono a far mettere per iscritto quelle che erano le leggi che governavano i rapporti tra loro e quelli a Roma. Passo' del tempo e ,da quelle leggi, riuscirono a far cancellare la norma che vietava il matrimonio tra un/a patrizio/a ed un/a plebeo/a. In questo modo i matrimoni misti furono possibili.
Nel 367 a.c. le leggi Linicie-Sestie riconobbero ai plebei il diritto di accedere al consolato.
Anche qui, come in molte questioni, questo diritto fu una roba a cui poterono aspirare coloro i quali (tra i plebei) avevano disponibilità di mezzi economici e tempo da dedicare alla politica piuttosto che alla propria sopravvivenza. La morale della favola è che ad una oligarchia patrizia si sostitui' una oligarchia patrizia-plebea.
Ci fu una progressiva integrazione, negli ordinamenti della Repubblica, dell'organizzazione che i plebei si erano dati autonomamente.
In questo modo cio' che aveva rappresentato una istituzione potenzialmente "sovversiva e rivoluzionaria" e rispondente agli interessi di una classe sociale, divenne un soggetto meno pericoloso e più malleabile.
E già, perché la storia della segmentazione in classi sociali dell'umanità non è roba che appartiene solo alla memoria della rivoluzione francese o di quella industriale. E' roba vecchia con una serie di coincidenze sospette ma esplicative di come vanno le cose nel mondo.
Tu puoi stare di qua o di là e questo dipende da quanto hai in termini di ricchezza;più sei ricco e più tempo puoi dedicare a te stesso, a consolidare il tuo potere ed a tessere relazioni che cementino ciò che è dato e dove stai.
Certo ci puoi anche arrivare (il sogno), ma è un imbuto rovesciato quello che regola i rapporti tra classi. Il beccuccio sta in alto ed è dura arrivare in cima se manca un aiutino, al contrario ti tocca sfidare le leggi della fisica.
Bene, questa è la storia dai tempi dei tempi. In questa storia ci ritroverete la storiella di quelli che dicono che stiamo tutti nella stessa barca. Anche quella non è molto originale. Ricordate la favola dello sciopero degli organi del corpo? Testa e pancia. Simbologia sospetta.
Ora arriva Tremonti e prova a strumentalizzare la lotta di un pugno di compagni. Vuole depotenziarla perché lui è un uomo intelligente e si porta avanti con il lavoro.
Per il resto, se avete voglia, sostituite in questa sommaria ricostruzione storica (chiedo venia) alcuni soggetti istituzionali nostri come i sindacati o qualche partito de sinistra, mettete gente come Ichino Calearo e Colannino tra i tribuni a rappresentare gli interessi della plebe ed il gioco è fatto.
Rimane una variabile indipendente, sono gli schiavi che si possono rompere il cazzo di queste schermaglie, capendone bene il senso. E con quelli la storiella della barchetta non funziona sempre.
Dicono che i plebei erano un po' incazzati per i privilegi dei patrizi nella Roma Repubblicana del VI secolo a.c.. A quelli tutto e niente per il popolaccio. Erano tempi grami per i poveracci, quelli. Qualsiasi latitudine uno pensasse di frequentare, per trovare un minimo di giustizia sociale, si ritrovava sempre tra l'incudine ed il martello del censo e della ricchezza. Da una parte chi decideva ed aveva molto, dall'altra chi subiva le decisioni ed aveva il minimo per tirare avanti.
L'incazzatura si concretizzò in "istituzioni" parallele, ma senza riconoscimento da parte del senato, come i concili della plebe e forme di lotte radicali come la "secessione".
Dopo un po' di scazzi e di tira e molla qualche progresso fu fatto. In materia di diritti, con la promulgazione delle dodici tavole, i plebei riuscirono a far mettere per iscritto quelle che erano le leggi che governavano i rapporti tra loro e quelli a Roma. Passo' del tempo e ,da quelle leggi, riuscirono a far cancellare la norma che vietava il matrimonio tra un/a patrizio/a ed un/a plebeo/a. In questo modo i matrimoni misti furono possibili.
Nel 367 a.c. le leggi Linicie-Sestie riconobbero ai plebei il diritto di accedere al consolato.
Anche qui, come in molte questioni, questo diritto fu una roba a cui poterono aspirare coloro i quali (tra i plebei) avevano disponibilità di mezzi economici e tempo da dedicare alla politica piuttosto che alla propria sopravvivenza. La morale della favola è che ad una oligarchia patrizia si sostitui' una oligarchia patrizia-plebea.
Ci fu una progressiva integrazione, negli ordinamenti della Repubblica, dell'organizzazione che i plebei si erano dati autonomamente.
In questo modo cio' che aveva rappresentato una istituzione potenzialmente "sovversiva e rivoluzionaria" e rispondente agli interessi di una classe sociale, divenne un soggetto meno pericoloso e più malleabile.
E già, perché la storia della segmentazione in classi sociali dell'umanità non è roba che appartiene solo alla memoria della rivoluzione francese o di quella industriale. E' roba vecchia con una serie di coincidenze sospette ma esplicative di come vanno le cose nel mondo.
Tu puoi stare di qua o di là e questo dipende da quanto hai in termini di ricchezza;più sei ricco e più tempo puoi dedicare a te stesso, a consolidare il tuo potere ed a tessere relazioni che cementino ciò che è dato e dove stai.
Certo ci puoi anche arrivare (il sogno), ma è un imbuto rovesciato quello che regola i rapporti tra classi. Il beccuccio sta in alto ed è dura arrivare in cima se manca un aiutino, al contrario ti tocca sfidare le leggi della fisica.
Bene, questa è la storia dai tempi dei tempi. In questa storia ci ritroverete la storiella di quelli che dicono che stiamo tutti nella stessa barca. Anche quella non è molto originale. Ricordate la favola dello sciopero degli organi del corpo? Testa e pancia. Simbologia sospetta.
Ora arriva Tremonti e prova a strumentalizzare la lotta di un pugno di compagni. Vuole depotenziarla perché lui è un uomo intelligente e si porta avanti con il lavoro.
Per il resto, se avete voglia, sostituite in questa sommaria ricostruzione storica (chiedo venia) alcuni soggetti istituzionali nostri come i sindacati o qualche partito de sinistra, mettete gente come Ichino Calearo e Colannino tra i tribuni a rappresentare gli interessi della plebe ed il gioco è fatto.
Rimane una variabile indipendente, sono gli schiavi che si possono rompere il cazzo di queste schermaglie, capendone bene il senso. E con quelli la storiella della barchetta non funziona sempre.
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