Quel 77 sovversivo
Per chi ha vissuto come me quella stagione leggere le tante interviste di gente come Morucci o ex professori diventati ristoratori, dissociati che fanno pubblicità ad un film del cazzo o, peggio, delatori ex assassini alla Barbone riconvertiti alla loro classe di appartenenza fa "enormemente" incazzare.
Fa incazzare perché la sensazione amara che lascia nel palato, la lettura di certe esternazioni, fotografa una realtà fatta da leader improvvisati a cui abbiamo sacrificato le nostre vite, in molti casi, o concesso una silente approvazione per le cose che decidevano a prescindere da ciò che pensava il movimento ed a dispetto di quello che accadeva nelle piazze.
E allora con chi ricostruire quella stagione se a parlare sono solo giustizialisti interessati, "pentiti" opinionisti, ex brigatisti della domenica o per sbaglio?
I morti sono silenti e "dormono sulla collina". Insieme alle tante vittime. Tanti sono da altre parti lontani.
Un giorno mi capitò di vedere in questura, sul muro, la foto segnaletica di un compagno con cui avevo condiviso le partite a pallone nel circolo che frequentavo. Aveva quel sorrisetto beffardo che ricordo durante le nostre conversazioni. Dicono sia in Nicaragua da anni. Leggende?
Ecco, i tanti non parlano perché hanno perso la voglia, oppure hanno trasferito in altre latitudini la loro irrequietezza. Chi racconterà cosa li spinse, cosa gli fece deviare dal percorso e cosa no? In compenso lo stato è molto interessato a che qualche redento dica la sua, identifichi nel suo fallimento di individuo un rancore in cui trascinare un intero movimento ed una generazione. Loro sono i più ascoltati, appena proferiscono parola si aprono le redazioni e compaiono gli articoli.
Vale la pena ancora parlare di quella stagione? Io penso di si perché loro ricostruiranno un'altra storia. Certo, è difficile stare a raccontare una stagione che fece decine di morti e portò in galera migliaia di persone. perché di quello si trattò. Di un movimento di massa che agì come un corto circuito in una condotta che trasportava elettricità e tensione da anni. Che aveva sacrificato tanta gente nell'attesa messianica del sol dell'avvenire mentre gli altri si facevano le loro Gladio ed organizzavano le loro stragi.
E allora eccolo qui un pò di vissuto. Dal commento di R. al mio post precedente qualche scheggia del passato che ritengo interessante. Quanto meno per ricostruire il clima.
p.s.
Chi ha voglia si accodi e scrivi il suo vissuto.
"Si, più o meno cominciò così ...
E non c'è dubbio che Piazza Fontana sarà una pietra miliare che introdurrà - più delle prediche di qualche leaderino - nelle teste di tanti giovani il concetto di "violenza giusta" ... fino a quel momento, più che altro, le botte e pure qualche proiettile il movimento li aveva presi ... ed anche quando a prenderle erano stati i poliziotti ... Valle Giulia, Garbatella in occasione della visita di Nixon, Corso Traiano a Torino ecc. .... si era trattato di violenza di autodifesa e mai d'attacco ...
Poi le cose, più o meno dai fatti dell'aprile 1975 a Milano, sono cambiate ...
Ma credo vadano ben distinte le violenze di piazza ed il lottarmatismo vero e proprio ...
Questo, fino alla fine del 1977, era poca cosa ... le BR esistevano dal 1969 ma non avevano ecceduto in fatti di sangue ... il loro primo omicidio VOLUTO ( c'era stata nel 1974 la vicenda dell'assalto al Msi di Padova con due morti ma le stesse BR lo definirono subito "un tragico errore" e non tutti i partecipanti erano brigatisti veri e propri) è solo del 1976, con l'uccisione del giudice Coco e della sua scorta.
Ma fino alla fine del 1977 le BR (per le quali certo capitava, in una logica prepolitica da curva calcistica, che molti giovani del movimento facessero "il tifo") erano comunque considerate un "corpo estraneo" al movimento, dei "marziani" come li definì Sofri in un famoso articolo sul quotidiano "Lotta Continua" ... questo anche per la loro impostazione stalinista e comunque del tutto interna alla "tradizione comunista", impostazione alla quale il movimento era invece ideologicamente in grandissima parte estraneo ....
E gli altri gruppi armati ( a parte il caso molto specifico dei Nap che si occupavano solo del carcerario), nati più o meno tutti nel 1976, avevano fino a quel momento fatto ben poco .... e soprattutto non avevano ancora ammazzato nessuno ....
Addirittura capitò che la inattesa esplosione del movimento del 1977 convinse qualcuno a lasciar perdere - per un periodo - l'azione clandestina e a riversarsi in quel movimento.
Prima Linea, questa "ritirata strategica" e questo ritorno nel movimento di massa addirittura lo comunicò in documenti politici fatti pervenire ai giornali ...
Ma anche molti altri non lo scrissero ma lo praticarono di fatto .... fece ad esempio un certo effetto, durante i mitici scontri 12 Marzo del 1977 a Roma, vedere esponenti delle FAC di Valerio Morucci ( non erano pochi a conoscerli come tali) sfasciare a sassate le vetrine dell' Hotel Palatino di Roma (che aveva ospitato nei giorni precedenti un congresso del Msi) come degli autonomi o dei "desperados di borgata" qualsiasi ...
Ed a me capitò pure, quel giorno, di incontrare - anche se loro del tutto defilati dagli scontri e confusi tra i normali manifestanti - quasi tutti quelli che solo un anno dopo costituiranno il commando di Via Fani.
Quindi il 1977, se fu certamente l'apoteosi della violenza di piazza e di strada, non comportò immediatamente arruolamenti nel lottarmatismo ma anzi provocò addirittura momentanei ripensamenti in chi quella scelta l'aveva già fatta . E curiosità e conseguente disorientamento persino in chi comunque la scelta della lotta armata la considerava ormai irreversibile.
La feroce repressione che si scatenò contro quel movimento ( col Pci che addirittura accusava Kossiga e la DC di eccessiva "mollezza" ) cambiò nel giro di un anno tutti i termini della questione .... e dopo la fine del movimento del 1977, stretto dalla tenaglia tra la feroce repressione e la - a mio giudizio non casuale - diffusione di massa dell'eroina negli ambienti giovanili, i gruppi armati in genere e le BR in particolare faranno invece affari d'oro nel reclutamento di militanti ...
Kossiga ha riconosciuto tutto questo ed ha fatto sul tema una notevole autocritica ...
Ma altrettanto non si può dire del Pci e dei suoi eredi politici ( Rifondazione compresa) ..."
Interessante raccontare oggi chi furono i personaggi che si inventarono quell'assurdo questionario anonimo .... erano Piero Fassino e Giuliano Ferrara .... interessante non tanto e non soltanto perchè i due, ad un giovane osservatore di oggi, possono davvero sembrare una "strana coppia" ..... ma anche perchè tutti e due ( anche se Fassino certamente di più) avevano negli anni precedenti "inciuciato" niente male con la sinistra extraparlamentare e con Lotta Continua ( fortissima a Torino) in particolare .... mentre invece quel questionario anonimo suscitò la timida riprovazione di vecchi comunisti come il sindaco Diego Novelli o il segretario della Fiom Emilio Pugno ....
Cioè, a ridosso del 1977, capitò anche questo ... che giovani funzionari del Pci, quasi tutti ex sessantottini, si schierassero in modo incredibilmente acritico in difesa della linea del compromesso storico ed a favore della ristrutturazione capitalistica ... mentre invece vecchi dirigenti del Pci, che avevano sputato sul 1968 o comunque non si erano mai fidati di quei giovani "estremisti", esprimessero invece qualche timida perplessità sulla nuova linea di alleanza con la DC e con il padronato .... inutile dire che i primi ebbero in breve il totale sopravvento ....
Era un certo "ceto politico" che sentiva finalmente odore di seggi, di soldi, di affari e di potere ... cosa che spiega abbastanza bene come poi si sia arrivati, con certi dirigenti ( compresi quelli, come Ferrara, che hanno successivamente "saltato il fosso") alla degenerata situazione della cosiddetta "sinistra" istituzionale di oggi, compresa quella recentemente ( obtorto collo) divenuta a sua volta extraparlamentare .......
Comunque, se il questionario anonimo torinese fu forse soltanto una "follia" locale ( si narra che persino Berliguer ne fosse perplesso ) non credo che il Pci di allora potesse nella sostanza comportarsi in modo assai diverso da come si comportò.
Avevano scelto non solo l'alleanza con la DC ma soprattutto si erano posti l'obiettivo di favorire la ristrutturazione capitalistica seguita alla crisi petrolifera .... e tutto sommato preferivano avere a che fare con le facilmente criminalizzabili pallottole brigatiste ( che peraltro colpirono il Pci solo 2 volte, tutte e due a Genova, e per motivi contingenti ... l'operaio Guido Rossa ucciso perchè aveva denunciato un collega brigatista ed un dirigente della Ansaldo, iscritto al Pci, "gambizzato" perchè grande fautore delle centrali nucleari) che non con un movimento di massa che invece metteva pesantemente in discussione l'egemonia del Pci nei ceti popolari .... ed in quelli giovanili in modo particolare ...
Chi invece si sarebbe potuto comportare in modo assai diverso ( come del resto suggerirà poi l'anno dopo Moro nelle "lettere dal carcere brigatista") era proprio la DC ... cioè il principale obiettivo del lottarmatismo .... ma anche il potere politico reale, sia pure un pò in crisi per gli scandali di metà anni settanta ed i conseguenti cali elettorali, di quel tempo ....
Loro sì avrebbero potuto avere interesse a dialogare con quel movimento di massa ed a evitare che poi le sue ceneri divenissero fonte di reclutamento per il lottarmatismo ... e loro avrebbero anche potuto politicamente permetterselo ....
Ma non lo fecero .... si affidarono alla repressione più bieca ed infame .... e favorirono, sul modello americano adottato nei ghetti neri, la diffusione delle droghe pesanti nei quartieri popolari delle metropoli .... i favori e le complicità a Roma con la cosiddetta banda della Magliana o a Milano con la mafia di Turatello nacquero più da questa esigenza "politica" che non da trame "complottistiche" e/o affaristiche troppo raffinate ... quelle casomai verranno dopo, a movimenti distrutti e dispersi ....
Chi invece capì tutto ma era allora troppo debole per imporsi fu Bettino Craxi ... che comunque sarà poi quello che approfitterà ampiamente della crisi successiva sia della Dc che del Pci ....
Da lui al Berluska, sia pure passando un altro decennio, il passo sarà breve .... e così arriviamo fino ai fetidi giorni nostri .... e ci arriviamo certamente anche a seguito di quelle antiche vicende e di quelle antiche scelte politiche ....
Fa incazzare perché la sensazione amara che lascia nel palato, la lettura di certe esternazioni, fotografa una realtà fatta da leader improvvisati a cui abbiamo sacrificato le nostre vite, in molti casi, o concesso una silente approvazione per le cose che decidevano a prescindere da ciò che pensava il movimento ed a dispetto di quello che accadeva nelle piazze.
E allora con chi ricostruire quella stagione se a parlare sono solo giustizialisti interessati, "pentiti" opinionisti, ex brigatisti della domenica o per sbaglio?
I morti sono silenti e "dormono sulla collina". Insieme alle tante vittime. Tanti sono da altre parti lontani.
Un giorno mi capitò di vedere in questura, sul muro, la foto segnaletica di un compagno con cui avevo condiviso le partite a pallone nel circolo che frequentavo. Aveva quel sorrisetto beffardo che ricordo durante le nostre conversazioni. Dicono sia in Nicaragua da anni. Leggende?
Ecco, i tanti non parlano perché hanno perso la voglia, oppure hanno trasferito in altre latitudini la loro irrequietezza. Chi racconterà cosa li spinse, cosa gli fece deviare dal percorso e cosa no? In compenso lo stato è molto interessato a che qualche redento dica la sua, identifichi nel suo fallimento di individuo un rancore in cui trascinare un intero movimento ed una generazione. Loro sono i più ascoltati, appena proferiscono parola si aprono le redazioni e compaiono gli articoli.
Vale la pena ancora parlare di quella stagione? Io penso di si perché loro ricostruiranno un'altra storia. Certo, è difficile stare a raccontare una stagione che fece decine di morti e portò in galera migliaia di persone. perché di quello si trattò. Di un movimento di massa che agì come un corto circuito in una condotta che trasportava elettricità e tensione da anni. Che aveva sacrificato tanta gente nell'attesa messianica del sol dell'avvenire mentre gli altri si facevano le loro Gladio ed organizzavano le loro stragi.
E allora eccolo qui un pò di vissuto. Dal commento di R. al mio post precedente qualche scheggia del passato che ritengo interessante. Quanto meno per ricostruire il clima.
p.s.
Chi ha voglia si accodi e scrivi il suo vissuto.
"Si, più o meno cominciò così ...
E non c'è dubbio che Piazza Fontana sarà una pietra miliare che introdurrà - più delle prediche di qualche leaderino - nelle teste di tanti giovani il concetto di "violenza giusta" ... fino a quel momento, più che altro, le botte e pure qualche proiettile il movimento li aveva presi ... ed anche quando a prenderle erano stati i poliziotti ... Valle Giulia, Garbatella in occasione della visita di Nixon, Corso Traiano a Torino ecc. .... si era trattato di violenza di autodifesa e mai d'attacco ...
Poi le cose, più o meno dai fatti dell'aprile 1975 a Milano, sono cambiate ...
Ma credo vadano ben distinte le violenze di piazza ed il lottarmatismo vero e proprio ...
Questo, fino alla fine del 1977, era poca cosa ... le BR esistevano dal 1969 ma non avevano ecceduto in fatti di sangue ... il loro primo omicidio VOLUTO ( c'era stata nel 1974 la vicenda dell'assalto al Msi di Padova con due morti ma le stesse BR lo definirono subito "un tragico errore" e non tutti i partecipanti erano brigatisti veri e propri) è solo del 1976, con l'uccisione del giudice Coco e della sua scorta.
Ma fino alla fine del 1977 le BR (per le quali certo capitava, in una logica prepolitica da curva calcistica, che molti giovani del movimento facessero "il tifo") erano comunque considerate un "corpo estraneo" al movimento, dei "marziani" come li definì Sofri in un famoso articolo sul quotidiano "Lotta Continua" ... questo anche per la loro impostazione stalinista e comunque del tutto interna alla "tradizione comunista", impostazione alla quale il movimento era invece ideologicamente in grandissima parte estraneo ....
E gli altri gruppi armati ( a parte il caso molto specifico dei Nap che si occupavano solo del carcerario), nati più o meno tutti nel 1976, avevano fino a quel momento fatto ben poco .... e soprattutto non avevano ancora ammazzato nessuno ....
Addirittura capitò che la inattesa esplosione del movimento del 1977 convinse qualcuno a lasciar perdere - per un periodo - l'azione clandestina e a riversarsi in quel movimento.
Prima Linea, questa "ritirata strategica" e questo ritorno nel movimento di massa addirittura lo comunicò in documenti politici fatti pervenire ai giornali ...
Ma anche molti altri non lo scrissero ma lo praticarono di fatto .... fece ad esempio un certo effetto, durante i mitici scontri 12 Marzo del 1977 a Roma, vedere esponenti delle FAC di Valerio Morucci ( non erano pochi a conoscerli come tali) sfasciare a sassate le vetrine dell' Hotel Palatino di Roma (che aveva ospitato nei giorni precedenti un congresso del Msi) come degli autonomi o dei "desperados di borgata" qualsiasi ...
Ed a me capitò pure, quel giorno, di incontrare - anche se loro del tutto defilati dagli scontri e confusi tra i normali manifestanti - quasi tutti quelli che solo un anno dopo costituiranno il commando di Via Fani.
Quindi il 1977, se fu certamente l'apoteosi della violenza di piazza e di strada, non comportò immediatamente arruolamenti nel lottarmatismo ma anzi provocò addirittura momentanei ripensamenti in chi quella scelta l'aveva già fatta . E curiosità e conseguente disorientamento persino in chi comunque la scelta della lotta armata la considerava ormai irreversibile.
La feroce repressione che si scatenò contro quel movimento ( col Pci che addirittura accusava Kossiga e la DC di eccessiva "mollezza" ) cambiò nel giro di un anno tutti i termini della questione .... e dopo la fine del movimento del 1977, stretto dalla tenaglia tra la feroce repressione e la - a mio giudizio non casuale - diffusione di massa dell'eroina negli ambienti giovanili, i gruppi armati in genere e le BR in particolare faranno invece affari d'oro nel reclutamento di militanti ...
Kossiga ha riconosciuto tutto questo ed ha fatto sul tema una notevole autocritica ...
Ma altrettanto non si può dire del Pci e dei suoi eredi politici ( Rifondazione compresa) ..."
Interessante raccontare oggi chi furono i personaggi che si inventarono quell'assurdo questionario anonimo .... erano Piero Fassino e Giuliano Ferrara .... interessante non tanto e non soltanto perchè i due, ad un giovane osservatore di oggi, possono davvero sembrare una "strana coppia" ..... ma anche perchè tutti e due ( anche se Fassino certamente di più) avevano negli anni precedenti "inciuciato" niente male con la sinistra extraparlamentare e con Lotta Continua ( fortissima a Torino) in particolare .... mentre invece quel questionario anonimo suscitò la timida riprovazione di vecchi comunisti come il sindaco Diego Novelli o il segretario della Fiom Emilio Pugno ....
Cioè, a ridosso del 1977, capitò anche questo ... che giovani funzionari del Pci, quasi tutti ex sessantottini, si schierassero in modo incredibilmente acritico in difesa della linea del compromesso storico ed a favore della ristrutturazione capitalistica ... mentre invece vecchi dirigenti del Pci, che avevano sputato sul 1968 o comunque non si erano mai fidati di quei giovani "estremisti", esprimessero invece qualche timida perplessità sulla nuova linea di alleanza con la DC e con il padronato .... inutile dire che i primi ebbero in breve il totale sopravvento ....
Era un certo "ceto politico" che sentiva finalmente odore di seggi, di soldi, di affari e di potere ... cosa che spiega abbastanza bene come poi si sia arrivati, con certi dirigenti ( compresi quelli, come Ferrara, che hanno successivamente "saltato il fosso") alla degenerata situazione della cosiddetta "sinistra" istituzionale di oggi, compresa quella recentemente ( obtorto collo) divenuta a sua volta extraparlamentare .......
Comunque, se il questionario anonimo torinese fu forse soltanto una "follia" locale ( si narra che persino Berliguer ne fosse perplesso ) non credo che il Pci di allora potesse nella sostanza comportarsi in modo assai diverso da come si comportò.
Avevano scelto non solo l'alleanza con la DC ma soprattutto si erano posti l'obiettivo di favorire la ristrutturazione capitalistica seguita alla crisi petrolifera .... e tutto sommato preferivano avere a che fare con le facilmente criminalizzabili pallottole brigatiste ( che peraltro colpirono il Pci solo 2 volte, tutte e due a Genova, e per motivi contingenti ... l'operaio Guido Rossa ucciso perchè aveva denunciato un collega brigatista ed un dirigente della Ansaldo, iscritto al Pci, "gambizzato" perchè grande fautore delle centrali nucleari) che non con un movimento di massa che invece metteva pesantemente in discussione l'egemonia del Pci nei ceti popolari .... ed in quelli giovanili in modo particolare ...
Chi invece si sarebbe potuto comportare in modo assai diverso ( come del resto suggerirà poi l'anno dopo Moro nelle "lettere dal carcere brigatista") era proprio la DC ... cioè il principale obiettivo del lottarmatismo .... ma anche il potere politico reale, sia pure un pò in crisi per gli scandali di metà anni settanta ed i conseguenti cali elettorali, di quel tempo ....
Loro sì avrebbero potuto avere interesse a dialogare con quel movimento di massa ed a evitare che poi le sue ceneri divenissero fonte di reclutamento per il lottarmatismo ... e loro avrebbero anche potuto politicamente permetterselo ....
Ma non lo fecero .... si affidarono alla repressione più bieca ed infame .... e favorirono, sul modello americano adottato nei ghetti neri, la diffusione delle droghe pesanti nei quartieri popolari delle metropoli .... i favori e le complicità a Roma con la cosiddetta banda della Magliana o a Milano con la mafia di Turatello nacquero più da questa esigenza "politica" che non da trame "complottistiche" e/o affaristiche troppo raffinate ... quelle casomai verranno dopo, a movimenti distrutti e dispersi ....
Chi invece capì tutto ma era allora troppo debole per imporsi fu Bettino Craxi ... che comunque sarà poi quello che approfitterà ampiamente della crisi successiva sia della Dc che del Pci ....
Da lui al Berluska, sia pure passando un altro decennio, il passo sarà breve .... e così arriviamo fino ai fetidi giorni nostri .... e ci arriviamo certamente anche a seguito di quelle antiche vicende e di quelle antiche scelte politiche ....
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