Solidarietà a Precariopoli
Fonte:http://theobserver.splinder.com/
C'è un gruppo su FB che chiede l'oscuramento di un blog. Lo trovo un episodio di intolleranza gravissimo e da segnalare perché la libertà di espressione è minata anche da chi pensa di avere più ragione degli altri. Il blog in questione è quello di Precariopoli, uno che certo non la manda a dire...sarcastico, duro, graffiante...dice le cose con una crudezza che può ferire, ma questo non autorizza la levata di scudo dei benpensanti. Segnaliamo il gruppo perché per ogni voce che viene spenta si restringe il campo delle nostre libertà individuali.
C'è modo e modo di commentare una notizia. Quello scelto da Antonio Ramone nasconde sempre una forte provocazione. C'è chi abbocca e comincia a sbraitare, chi si sente offeso e vilipeso e reagisce con insulti che nulla aggiungono e nulla tolgono all'effetto prorompente del messaggio, chi cerca di andare oltre e accetta la forma intuendo l'effettiva sostanza del messaggio.
Ora che Il Giornale dedichi al Nostro parole indignate ci sta...fa il suo mestiere, riempie colonne e vende copie, ma che una senatrice colga la palla al balzo per indignarsi e faccia addirittura una interpellanza per chiedere l'oscuramento di un blog lo trovo piuttosto "decadente"...non mi viene un altro aggettivo...infiorettando un po' il mio pensiero potrei dire...mi cadono entrambe le braccia!
Eh sì perché lo sdegno lo riserverei alle tante vicende che turbano il nostro Paese e non ad una isolata pedina, scelto come capro espiatorio dell'intolleranza altrui. Cara Senatrice, può non piacerLe il modo, possono ferirLa le parole, ma resta il fatto che, in realtà, non si può e non si deve oscurare ciò che va al di là della nostra comprensione o ciò che non condividiamo. In un paese civile come il nostro, le libertà di pensiero, di parola e di espressione sono un sacrosanto diritto, sanciti dalla Costituzione.
La vicenda Afghanistan e la stessa morte dei soldati italiani in terra straniera si prestano a diverse letture ed interpretazioni, ognuna valida di per sé. Questo dovrebbe essere lampante e insindacabile. Non c'è una sola verità di Stato, ma un sentire individuale e libero. Non poterlo esprimere significa reprimere...e la repressione è l'anticamera di ogni dittatura.
Commenti
Se fosse veramente uno duro che non la manda a dire avrebbe avuto il coraggio di pubblicare anche una voce fuori dal coro e invece di censurare il mio post mi avrebbe risposto.
Dimmi caro Mario, cosa diresti se ti uccidessero un figlio, anche se tu magari consideri sbagliata la sua scelta di andare in afghanistan, e poi il giorno dopo scoprissi che tuo il tuo stesso figlio viene insultato e la sua memoria oltraggiata da un idiota qualsiasi, saresti così convinto della libertà assoluta di pensiero che secondo te propugna la costituzione? O non penseresti semplicemente che chi scrive quelle enormità sia un bastardo senza coscienza, perdipiù vigliacco che non mostra nemmeno il suo viso e anche sciacallo perchè approfitta della morte e del dolore di altra gente per avere più visibilità?
Per quanto mi riguarda tu sei uguale a lui, cambia il nome del tuo blog perchè il tuo pensiero non mi sembra poi così profondo, anzi...
I coglioni come te scrivono e si nascondono dietro l'anonimato. Voi non rischiate mai niente, vi basta asciugare qualche lacrima sulla bara di uno che se ne è andato in Afghanistan in un posto che non era il suo. Facile liquidare la questione così.Ti sta sul cazzo perché non lo sento un mio fratello uno che muore da quelle parti? Vacci tu al suo funerale, io faccio altro. Sai quanta gente muore in Afghanistan ogni giorno? Tanti.E pensi che noi si stia lì per difendere la pace? Come in Somalia? Perché siamo scappati da lì come andremo via dall'Afghanistan senza concludere un cazzo?
Voi siete quelli che ostentate un bambino con un berretto militare in testa e pensate che quello vada bene per testimoniare un messaggio di tolleranza.
Cazzi vostri. Lì si spara e c'è la guerra. Io la guerra non l'ho dichiarata a nessuno. Mi capita, però, di trovarmi davanti poliziotti e carabinieri con manganelli e caschi quando protesto per difendere il posto di lavoro. Ad ognuno il suo mestiere e ad ognuno i suoi rischi.Amen