Comunismo, populismo, socialdemocrazia, fascismo e nazismo

"Il tentativo di imporre il primato della politica (organizzata in forme diversissime, dal pluralismo partitico socialdemocratico al partito monocratico di tipo comunista, fascista o populista) sulla logica autonomizzata dell’economia capitalistica pura, è stato l'elemento comune di di alcuni giganteschi fenomeni novecenteschi. Se poi vogliamo fare giochi estivi di nessuna importanza, e mi si chiede soggettivamente in che ordine “morale” e politico metto questi fenomeni, allora risponderò subito così: al primo posto metto il comunismo storico novecentesco nel suo insieme (nonostante bestialità, crimini, ecc.), poi metto il populismo terzomondista (Peròn, Nasser, ecc.), poi al terzo posto metto l’onesta socialdemocrazia (Palme, ecc., con esclusione della socialdemocrazia imperialista, interventista e bombardatrice alla D’Alema), ed al quarto ed ultimo posto metto il nazifascismo (di cui considero particolarmente imperdonabili il colonialismo razzista ed il razzismo di sterminio e quindi l’Etiopia di Mussolini del 1935 e lo Auschwitz di Hitler del 1942). Naturalmente questo non è affatto un gioco, ma è una cosa serissima. Il fatto che faccia questa classifica, e non un’altra, ha ovviamente dietro nel mio caso mezzo secolo di riflessioni di tipo storico, filosofico, storiografico e soprattutto morale. Quello che però voglio dire è che non basta accanirci interminabilmente in questi esercizi di storia passata. Perché il fatto è che questa storia è fondamentalmente storia passata. So bene che esiste il passato che non passa mai e la cosiddetta “lunga durata”. Ma il punto essenziale sta nel fatto che tutti e quattro questi fenomeni storici, diseguali e moralmente distinti, fanno ormai parte essenzialmente del passato."

Costanzo Preve

Commento di Maria
"Per Preve il comunismo novecentesco sarebbe stato un fenomeno storico "maestoso" e la cui comprensione richiede sempre una chiave di lettura marxista. La complessità di quel fenomeno è stata a volte, secondo Preve, una sfida per quelli che avrebbero provato a spiegarlo. Per alcuni "il comunismo sarebbe stato un'incresciosa parentesi utopicototalitaria ed ideologico-dispotica della grande storia universale della libertà, libertà a sua volta identificata con un grande centro commerciale globalizzato (Badiale-Bontempelli). A questo trionfo della Pantautologia (come direbbe Ignazio Silone) concorre la sinergia dei vecchi critici (la tradizione dell'anticomunismo liberale borghese da Hayek a Popper) e dei nuovi critici (i rinnegati sessantottini che devono avvelenare il pozzo in cui avevano bevuto nella loro stralunata gioventù in modo che nessuno più possa berci per l'eternità, eternità scambiata da loro per il restante della loro miserabile e fallita vita terrena). L'addizione di vecchi critici e di nuovi critici non caratterizza così la conoscenza del fenomeno globale del comunismo storico novecentesco, ma la sua esorcizzazione e demonizzazione «parentetica». Credo che tutto questo (scrivo nel 2007) dovrebbe durare ancora alcuni decenni, vista la forte integrazione ideologica sinergica fra le tre componenti del ceto politico specializzato della governance post-democratica, del circo mediatico televisivo e giornalistico integralmente americano-sionista e della classe universitario-accademica globalizzata in base a codici ispirati alla variante politicamente-corretta del pensiero unico neoliberale."

http://www.facebook.com/l/;files.meetup.com/508445/C.Preve-autopresentazione.pdf

Ciao!"

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