Due parole


Troppe cose e poco tempo, o meglio poca voglia di stare qui a commentare quello che ci accade intorno.
Ho scorso velocemente i titoli dei giornali, scrivono che vogliono privatizzare la gestione della distribuzione dell'acqua (in pratica i tubi in cui scorre). L'acqua in quanto tale rimarrà pubblica. Questa coraggiosa scelta è frutto dell'infaticabile mediazione di quelli del PD che, poiché sono gente di popolo ma anche pragmatici, si rendono conto che riqualificare l'infrastruttura costa un sacco di soldi e chi cazzo vuoi che ce li possa mettere quelli se non i privati di buona volontà; attenti alle esigenze della comunità quando queste passano attraverso le loro tasche.

Già, i privati. Questa categoria vaporosa ed ansiogena allo stesso tempo. Fatta da gente pronta a portare all'estero montagne di soldi lucrati sulla pelle della gente. Categoria fatta da rispettabilissime persone in giacca e cravatta, professionisti della parola che non si scaldano mai e che sussurrano il loro verbo.
Gente di mezzo, moderati.
Mi chiedo, ci sarà pure una relazione tra quei cazzo di tubi bucati in cui si disperde il 40% dell'acqua e questa gente che accaparra montagne di soldi ed a cui stendono il tappeto rosso per far ritornare a casa il frutto delle loro rapine?
Io ho il sospetto di sì.
Ed a loro consegnano i rubinetti e la possibilità di chiuderteli se, senza soldi, non paghi la bolletta. Una roba da Robin Hood dei ricchi.

E così mi viene, insieme al mio amico il Cippa di mestiere metalmeccanico, di pensare che da questi bisogna pur difendersi e mefistofelico il vermetto che mi dice " ti piacerebbe vederli stesi per terra, nevvero?"

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