La questione dei centri sociali

La questione dello sgombero dei centri sociali unisce come un sol uomo amministratori di destra ed amministratori di sinistra (ma ha senso questa distinzione?).
Così a Roma si presentano blindati e poliziotti, con tutto l'armamentario da robocop, per sgombrare l'Horus da presenze come quelle di quei giovani che sono un segno tangibile di disobbedienza e di non allineamento.
Qualche settimana fa era toccato ad un centro sociale di Catania e della stessa cosa si parla a Torino.
Di solito dietro la richiesta di sgombero c'è l'interesse di qualche palazzinaro che, non avendo altro da cui spremere rendita parassitaria, pensa di sostituire quanto si è costruito dentro quegli spazi con un pò di vetrine piene di merci griffate.
Qualche giorno fa sono passato davanti al parco della Tesoriera a Torino. Dentro c'è una villa che occupammo tra il 1976 ed il 1977. Quello spazio grazie a quell'azione fu restituito alla città e restaurato.
Nello spazio attiguo, all'ingresso del parco, ci installammo con il nostro "circolo del proletariato giovanile Zapata", quella casetta rappresentò per molti di noi un'alternativa al nulla dei casermoni anonimi della periferia. Da lì partivamo per le nostre manifestazioni ed in quello spazio producemmo inchieste sulla situazione sociale del quartiere. Furono individuate centrali di spaccio della droga ed un pò di gente fu buttata fuori dal quartiere con le ossa rotte ed a calci nel culo.
In seguito lì si collocò un centro per anziani e le Domeniche furono occupate dai suoni languidi delle fisarmoniche.
Adesso la villa è di proprietà di una banca e non ho idea se il centro per anziani esista ancora;
in compenso rimangono i casermoni e la droga ha ammazzato un pò di gente in più.
In questi momenti , mentre un popolo anonimo si organizza per celebrare il suo No Berlusconi day, centinaia di persone vengono spinte ai margini e con loro si dialoga soltanto con poliziotti e carabinieri. E' il destino di chi lotta veramente e non si preoccupa di farlo solo al Sabato mattina per non disturbare l'ordinato andamento delle cose.
Ci sarà un motivo se questi non occupano le colonne dei giornali?




horus sgombero



Si sono presentati alle 9 di mattina con una ventina di blindati tra polizia e carabinieri. In prima fila, il capo della Digos Giannini, seguito dai massimi vertici della questura e dell'Arma. Centinaia di agenti proteggevano l'ingresso nello spazio sociale del signor Gemini, proprietario dell'immobile, che vanta una serie di denunce per abuso edilizio, violazione della destinazione d'uso dei locali e tanto altro ancora. In questo modo, Gemini ha potuto guidare personalmente gli interventi di demolizione delle strutture interne tramite una ruspa meccanica. Prima gli ingressi, poi le scale e così via, blindando e distruggendo definitivamente gli spazi dell'ex teatro Aniene, uno dei gioielli della cultura e della architettura romana.
Questa è la fotografia della governance
al tempo della rendita e della precarietà come forme di controllo sociale. Lo stato che occupa militarmente il territorio per garantire la violazione sistematica di quel che rimane dei diritti e della democrazia. La banda di Alemanno e del fido Lucarelli reagisce in questo modo allo smacco di ieri sera quando migliaia di persone hanno invaso il Campidoglio per dire che il Piano casa del Comune è la stessa bufala di Veltroni, costringendo il sindaco a incontrare i movimenti mercoledì 26 novembre.
Propio come una banda, ieri notte,
hanno deciso la vendetta: sgomberare l'Horus di piazza Sempione, nonostante il prefetto continuasse a chiedere una trattativa politica che facesse riferimento alla delibera 26 del Comune di Roma. Uno scontro di poteri che spiega bene i rischi di restringimento delle libertà prodotti dalla crisi della rappresentanza al tempo della crisi globale.
Verso le 11 abbiamo deciso di occupare il Municipio IV
, la stessa filiera politica e di potere di Alemanno, bloccando le attività e costringendo il presidente Bonelli a improvvisare una trattativa con rappresentanti della regione e della provincia. Un solerte agente di polizia ha pensato bene di impugnare una pistola e puntarla addosso agli attivisti. Dopo 4 ore di presidio e dopo aver minacciato l'occupazione permanente dei tetti, come per miracolo, arriva la decisione: domani, venerdì 20, alle 14, è convocato il tavolo di trattativa diretta tra Municipio, Regione, Provincia. La lettera protocollata ha come oggetto la "destinazione culturale e sociale di parte della struttura ex Gil, di piazzale Adriatico (Montesacro) per garantire la continuità delle attività dell'Horus di piazza Sempione".
Questo è un primo risultato concreto della resistenza
messa in campo oggi, che risponde alle necessità di conquistare un nuovo spazio liberato nella città. Ma non ci basta, ovviamente. Oggi alle 18, assemblea cittadina per promuovere una campagna di resistenza e di rilancio, ma anche per capire insieme se è giunto il momento di una iniziativa nazionale, a Roma, che parli la lingua dell'indipendenza, dei diritti e della libertà.Horus Resiste
Blocchi Precari Metropolitani

Galleria Fotografica EidonPress


fonte:

http://www.globalproject.info/



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