Padroni
Il tipo che si è presentato nei locali della Eutelia cercando di cacciare i lavoratori che occupavano lo stabile appartiene a questa "stirpe" (link).
'Sto tipo, per me, fa pari e patta con l'altro leghista che voleva fare gli interessi dei lavoratori rivendendosi l'azienda INNSE. In attesa di quello, rifiutava le commesse che gli arrivavano perché la rendita è una roba che con il lavoro non ci azzecca niente.
Prototipi di padroni grezzi. Ma avanguardia cialtrona nei modi spicci di tutta quella massa di parassiti che ingrassano sulla pelle di noialtri.
Ora io penso che una sana dialettica, fatta da pseudo sbirri armati di mazze di ferro e rappresentanti di quella medio piccola impresa del Nord che tanto va di moda, è ciò di cui molti di voi hanno bisogno per ritornare alla sostanza delle questioni.
Altro che tavoli concertativi, mediazioni e triccheeballacche. Quella roba è la parte più stupida ed evidente di un sistema che intimamente condivide quell'approccio. Solo che quelli sono coglioni, gli altri in modo più raffinato si accontentano di mettere a libro paga qualche rappresentante sindacale o qualche deputato eletto dal popolo.
Questioni di capacità finanziarie, relazioni ed immagine.
Il punto è che le cose non è che vadano poi così tanto bene come si ostinano a raccontarci. Siamo tanto nella merda. La produzione industriale è sulle montagne russe, ma nel senso della discesa. Soldi le banche non ne danno. I cantieri sono fermi e ieri per la prima volta una delle più grosse aziende che si occupa di manutenzione delle strade, dalle mie parti, ha visto i suoi operai incrociare le braccia.
Il sistema va avanti con i debiti, si spera che qualcuno possa onorarli. Però non si sa chi.
L'immagine di quegli sbirri da operetta mi hanno riportato indietro nel tempo, a quando la Fiat usava i suoi "guardioni" per rompere i picchetti e provocare gli operai.
Dicono che Torino sia stata progettata con viali ampi e larghi per un motivo di ordine pubblico. La cavalleria del re in questi spazi poteva manovrare meglio.
Adesso il re non c'è più, i cavalli anche. Però i viali ed i padroni sono quelli.
'Sto tipo, per me, fa pari e patta con l'altro leghista che voleva fare gli interessi dei lavoratori rivendendosi l'azienda INNSE. In attesa di quello, rifiutava le commesse che gli arrivavano perché la rendita è una roba che con il lavoro non ci azzecca niente.
Prototipi di padroni grezzi. Ma avanguardia cialtrona nei modi spicci di tutta quella massa di parassiti che ingrassano sulla pelle di noialtri.
Ora io penso che una sana dialettica, fatta da pseudo sbirri armati di mazze di ferro e rappresentanti di quella medio piccola impresa del Nord che tanto va di moda, è ciò di cui molti di voi hanno bisogno per ritornare alla sostanza delle questioni.
Altro che tavoli concertativi, mediazioni e triccheeballacche. Quella roba è la parte più stupida ed evidente di un sistema che intimamente condivide quell'approccio. Solo che quelli sono coglioni, gli altri in modo più raffinato si accontentano di mettere a libro paga qualche rappresentante sindacale o qualche deputato eletto dal popolo.
Questioni di capacità finanziarie, relazioni ed immagine.
Il punto è che le cose non è che vadano poi così tanto bene come si ostinano a raccontarci. Siamo tanto nella merda. La produzione industriale è sulle montagne russe, ma nel senso della discesa. Soldi le banche non ne danno. I cantieri sono fermi e ieri per la prima volta una delle più grosse aziende che si occupa di manutenzione delle strade, dalle mie parti, ha visto i suoi operai incrociare le braccia.
Il sistema va avanti con i debiti, si spera che qualcuno possa onorarli. Però non si sa chi.
L'immagine di quegli sbirri da operetta mi hanno riportato indietro nel tempo, a quando la Fiat usava i suoi "guardioni" per rompere i picchetti e provocare gli operai.
Dicono che Torino sia stata progettata con viali ampi e larghi per un motivo di ordine pubblico. La cavalleria del re in questi spazi poteva manovrare meglio.
Adesso il re non c'è più, i cavalli anche. Però i viali ed i padroni sono quelli.
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