Ferrero, i rifondaroli ed il nulla da rifondare.
L'intervista di Paolo Ferrero su Liberazione (che trovate qui:
http://www.paoloferrero.it/?p=1845)
ha dato lo spunto a Massimo di chiedere a me ed a Paolo un'opinione a riguardo.
Queste le nostre risposte, il dibattito è aperto.
Caro Massimo Caro Mario
devo dire che non sono entusiasta dell'intervista. Faccio le seguenti
riflessioni:
SUL TEMA DEL RECUPERO DI UNA POSIZIONE POLITICA CHIARA E POSSIBILMENTE UNIVOCA ALL'INTERNO DELLA SOCIETA'
Mi sembra che si ripetano solo degli slogan frusti e stentati (sia qualitativamente che quantitativamente).
Continuiamo a dirci che dobbiamo "riposizionare chiaramente" il baricentro (ora) della Federazione nel conflitto di classe.
Mi sembra che riposizionarsi all'interno del conflitto di classe non significhi ancora nulla o comunque poco.
Che cosa vuol dire stare dentro il conflitto ? Che la Federazione della Sinistra è a favore dei lavoratori ? E ' un po' poco ...
Bisogna fare una scelta di campo chiara e dire se siamo anticapitalisti o semplicemente non capitalisti o per così dire indifferenti rispetto al tema del controllo e/o della titolarità del controllo del capitale. Insomma dobbiamo spiegare all'opinione pubblica come intendiamo curarlo o prevenirlo o estirparlo 'sto benedetto conflitto sociale.
STARE NEL CONFLITTO DI PER SE' E' UNA POSIZIONE SCOMODA - SE SI VUOLE SOSTENERE UNA LOTTA BISOGNA ANCHE DICHIARARE QUAL' E' L'OBIETTIVO CHE SI PERSEGUE NELLA LOTTA - LIMITARE I DANNI, PRENDERNE IL MENO POSSIBILE O CERCARE DI TIRARE ANCHE QUALCHE CAZZOTTO ALL'AVVERSARIO ?
A oggi nessun cittadino (informato sulla politica) al quale venisse chiesto qual è il programma di politica economica del PRC saprebbe rispondere ...
Perchè in effetti non c'è o almeno non è dichiarato.
Se ci nascondiamo e/o eludiamo il problema perchè riteniamo o temiamo che una chiara scelta di campo sul tema del capitalismo (lotta e contrasto allo
stesso, suo superamento in qualche modo da precisare o almeno delineare) possa per così dire precluderci una qualche fortuna, be' ragazzi allora
possiamo veramente passare ad altro nella vita.
Ciò significherebbe che la destra avrebbe ormai vinto definitivamente ed irrimediabilmente la lotta che si è sviluppata nel secolo scorso.
Lo so che cosa state pensando che forse è così: be' ma allora se è così vale quello che ho detto prima. Andiamocene a casa ...
TEMA DEL RAPPORTO CON IL PD
Anche qui mi sembra proprio che sia assolutamente maturo il tempo di una nettissima presa di distanza da parte della sinistra radicale o Federazione che sia (o che sarà) rispetto al PD.
Credo che il nostro partito dovrebbe porsi un obiettivo tanto ambizioso quanto l'unico che oggi abbia o possa avere una sua dignità, stante appunto l'attuale posizionamento sociale e politico del PD. A mio avviso la Federazione deve porsi in competizione diretta con il PD nel senso di evidenziarne nella maniera più netta, continuata e reiterata possibile che il PD non è un partito di sinistra (nemmeno moderata) perchè è al contrario al soldo della Confindustria e dei poteri forti (banche e quant'altro). Su questo punto Berlusconi ha ragione da vendere. La Federazione dovrà/dovrebbe incalzare e mettere in mora il PD il più possibile in ogni sede e circostanza. Col cazzo che fino a quando il PD avrà l'attuale posizione si possa pensare a qualunque forma di collegamento o coordinamento con esso.
Il PD ha fatto la sua scelta (che non è ovviamente tattica bensì) strategica: quella di competere al centro, nel pieno dell'area moderata, con il PDL. Che ci resti e ne subisca tutte le conseguenze, ma non può certo pretendere (non glielo si può consentire) di presentarsi avanti all'opinione come partito di sinistra moderata ma nemmeno come partito di centro-sinistra.
Dal punto di vista della politica economica il PD è ancora più puramente liberista che non il c.d. centro destra che come sappiamo ha della venatura
populiste-protezioniste da destra sociale.
Bisogna dire chiaramente che la politica economica seguita dai governi Prodi ha impoverito la classe lavoratrice forse ancora più di quanto non siano riusciti a fare i vari governi Berlusconi. (Pazienza se c'eravamo dentro, l'autocritica non è un dramma, senza dire che ce ne siamo anche sfilati - nel 98 - e nelle ultime politiche ... OK sappiamo com è andata ... ).
Se un attacco frontale di tal fatta dovesse riuscire (quanto meno) nel medio periodo ben venga una scissione a sinistra dal PD. In Italia c'è sicuramente spazio (o bisogna altrimenti operare in questo senso) per una vera ed autentica sinistra moderata e (così ci piace ancora di pensare) per una vera ed autentica sinistra radicale.
TEMA DELL'ANTI-BERLUSCONISMO E DEL RAPPORTO CON I MOVIMENTI
Le dichiarazioni di Ferrero che ho trovato più autocontraddittorie sono state quelle sull'antiberlusconismo e più deleterie quelle sul rapporto con i movimenti.
E' vero che Berlusconi ha una concezione fascista del potere. Però se è vero (ed è vero) che la "forza del premier è quella di riuscire puntualmente a cambiare il terreno di discussione e far discutere di sè anzichè dei problemi del paese e che invece dovrebbe rispondere riguardo ai problemi del paese rispetto ai quali non è in grado di produrre nessuna soluzione", ecco qua la dimostrazione che incentrare tutta la linea politica di opposizione contro la figura personale del premier è appunto un enorme errore.
Proprio perchè è ormai provato (dalla famosa discesa in campo di Berlusconi), lo ricorda lo stesso Ferrero, che la semplificazione / riduzione / personalizzazione della politica ad una continua sollecitazione al "popolo" (tirato da un parte e dall'altra) di pronunciarsi sul gradimento / non gradimento (o disgusto) rispetto alla persona di Berlusconi non fa che spostare l'attenzione della "gente" dai temi veri che sono quelli ben noti e non certo se Berlusconi sia più o meno fascista, se sia decoroso o meno che il premier utilizzi prostitute etc etc.
La questione del rapporto con i movimenti: Ferrero mena vanto del fatto che la Federazione di Sinistra ha avuto "la prontezza e l'intelligenza di riconoscere questo protagonismo del popolo della rete e di aderire immediatamente alla manifestazione senz'altra pretesa".
Anche qua mi sembra che Ferrero pretenda di esibire l'abilità di nascondere il totale deficit (una volta di più) di iniziativa politica dei partiti della sinistra radicale.
Se il ruolo del/i nostro/i partito/i si limita ad essere quello di avere la prontezza e l'intelligenza di riconoscere quello che fa spontaneamente il popolo della rete vuole dire una volta di più che siamo panati.
Siamo una società complessa, d'accordo, ben venga l' attivismo e lo spontaneismo della base, ma ... porca pupazza il ruolo del partito deve essere quello di dare forma e contenuti a questa spontaneità a questo attivismo ... perchè se no vuol dire che ci resta solo quello che oggi come oggi è praticamente nulla e cioè totale mancanza di strategia, di iniziativa politica vera su obiettivi (anche pochi, pochissimi, per carità, ma) definiti.
Dico solo questo, accontentarsi di tentare di dare la spallata con manifestazioni di piazza a Berlusconi non vuol dire nulla.
Primo perchè non si dà nessuna spallata a Berlusconi con manifestazioni di piazza (anzi finisce che lo rinforziamo una volta di più, nella migliore della ipotesi non cambiamo di una virgola la situazione).
Secondo perchè anche riuscissimo a dargli la spallata ... lo sappiamo cosa provocheremmo, un cambio della guardia con un altro governo di (centro)destra con al posto suo un altro premier.
Un'ultima osservazione. Ho trovato agghiacciante quest'altra frase "nessuno è più in grado di fare da catalizzatore dell'opposizione in quanto tale ... E' questa una evoluzione che dobbiamo avere della nozione di internità ai movimenti che abbiamo avuto a Genova".
E allora viva i centri sociali e facciamo che dissolverci definitivamente al sole della prossima primavera ...
Auguri !!! Ciao Paolo
Carissimi,
confesso che le interviste di Ferrero non mi entusiasmano per nulla.Anzi.
Quando leggo quello che scrive dopo un po' ho il mal di mare.
Trovo le osservazioni di Paolo convincenti, in particolare dove scrive circa il conflitto di classe.
Qualche giorno fa , come sapete, vicino a casa mia hanno occupato l'ex facoltà di economia e commercio. Ieri c'è stato lo sgombero. Mi chiedo se, per PRC, quel tipo di conflitto (simbolico ma evidente) è un modo di stare nel "conflitto di classe".
L'impressione che ho è che questo partito non è in grado di produrre e definire nulla che abbia un senso da quel punto di vista. Viaggia in attesa degli eventi e si accoda a tutto ciò che fa fine e non impegna come la manifestazione del 5.
Sono troppo vecchio e non ho tempo e voglia di stare dentro quelle logiche. Oggi sento l'esigenza di imparare da altri e quegli altri non stanno dentro Rifondazione.
Quello che mi "sconforta", in questa vicenda, è il constatare come in attesa di un cenno di benevolenza da parte della Bresso questo partito si è ingessato in giochi e giochetti dialettici lasciando scorrere tutto ciò che viaggia alla sua sinistra.
Dal modesto osservatorio dei miei contatti in FB noto anche come grande sia la confusione sotto il cielo. Un partito liquido in cui ognuno fa un po' il cazzo che gli pare.
Sarò drastico nel mio giudizio però credo, purtroppo, che la generazione che ha militato in rifondazione appartenga ad un passato che non è tanto quello della simbologia e dei miti (falce e martello) quanto quella di un partito istituzionale come il PCI dalle radici del quale non mi attendo né radicalità, né conflitto. Tanto meno di classe.
Ed in ogni caso, in questa fase, molto meglio i centri sociali.
Un saluto ed auguri
Mario
http://www.paoloferrero.it/?p=1845)
ha dato lo spunto a Massimo di chiedere a me ed a Paolo un'opinione a riguardo.
Queste le nostre risposte, il dibattito è aperto.
Caro Massimo Caro Mario
devo dire che non sono entusiasta dell'intervista. Faccio le seguenti
riflessioni:
SUL TEMA DEL RECUPERO DI UNA POSIZIONE POLITICA CHIARA E POSSIBILMENTE UNIVOCA ALL'INTERNO DELLA SOCIETA'
Mi sembra che si ripetano solo degli slogan frusti e stentati (sia qualitativamente che quantitativamente).
Continuiamo a dirci che dobbiamo "riposizionare chiaramente" il baricentro (ora) della Federazione nel conflitto di classe.
Mi sembra che riposizionarsi all'interno del conflitto di classe non significhi ancora nulla o comunque poco.
Che cosa vuol dire stare dentro il conflitto ? Che la Federazione della Sinistra è a favore dei lavoratori ? E ' un po' poco ...
Bisogna fare una scelta di campo chiara e dire se siamo anticapitalisti o semplicemente non capitalisti o per così dire indifferenti rispetto al tema del controllo e/o della titolarità del controllo del capitale. Insomma dobbiamo spiegare all'opinione pubblica come intendiamo curarlo o prevenirlo o estirparlo 'sto benedetto conflitto sociale.
STARE NEL CONFLITTO DI PER SE' E' UNA POSIZIONE SCOMODA - SE SI VUOLE SOSTENERE UNA LOTTA BISOGNA ANCHE DICHIARARE QUAL' E' L'OBIETTIVO CHE SI PERSEGUE NELLA LOTTA - LIMITARE I DANNI, PRENDERNE IL MENO POSSIBILE O CERCARE DI TIRARE ANCHE QUALCHE CAZZOTTO ALL'AVVERSARIO ?
A oggi nessun cittadino (informato sulla politica) al quale venisse chiesto qual è il programma di politica economica del PRC saprebbe rispondere ...
Perchè in effetti non c'è o almeno non è dichiarato.
Se ci nascondiamo e/o eludiamo il problema perchè riteniamo o temiamo che una chiara scelta di campo sul tema del capitalismo (lotta e contrasto allo
stesso, suo superamento in qualche modo da precisare o almeno delineare) possa per così dire precluderci una qualche fortuna, be' ragazzi allora
possiamo veramente passare ad altro nella vita.
Ciò significherebbe che la destra avrebbe ormai vinto definitivamente ed irrimediabilmente la lotta che si è sviluppata nel secolo scorso.
Lo so che cosa state pensando che forse è così: be' ma allora se è così vale quello che ho detto prima. Andiamocene a casa ...
TEMA DEL RAPPORTO CON IL PD
Anche qui mi sembra proprio che sia assolutamente maturo il tempo di una nettissima presa di distanza da parte della sinistra radicale o Federazione che sia (o che sarà) rispetto al PD.
Credo che il nostro partito dovrebbe porsi un obiettivo tanto ambizioso quanto l'unico che oggi abbia o possa avere una sua dignità, stante appunto l'attuale posizionamento sociale e politico del PD. A mio avviso la Federazione deve porsi in competizione diretta con il PD nel senso di evidenziarne nella maniera più netta, continuata e reiterata possibile che il PD non è un partito di sinistra (nemmeno moderata) perchè è al contrario al soldo della Confindustria e dei poteri forti (banche e quant'altro). Su questo punto Berlusconi ha ragione da vendere. La Federazione dovrà/dovrebbe incalzare e mettere in mora il PD il più possibile in ogni sede e circostanza. Col cazzo che fino a quando il PD avrà l'attuale posizione si possa pensare a qualunque forma di collegamento o coordinamento con esso.
Il PD ha fatto la sua scelta (che non è ovviamente tattica bensì) strategica: quella di competere al centro, nel pieno dell'area moderata, con il PDL. Che ci resti e ne subisca tutte le conseguenze, ma non può certo pretendere (non glielo si può consentire) di presentarsi avanti all'opinione come partito di sinistra moderata ma nemmeno come partito di centro-sinistra.
Dal punto di vista della politica economica il PD è ancora più puramente liberista che non il c.d. centro destra che come sappiamo ha della venatura
populiste-protezioniste da destra sociale.
Bisogna dire chiaramente che la politica economica seguita dai governi Prodi ha impoverito la classe lavoratrice forse ancora più di quanto non siano riusciti a fare i vari governi Berlusconi. (Pazienza se c'eravamo dentro, l'autocritica non è un dramma, senza dire che ce ne siamo anche sfilati - nel 98 - e nelle ultime politiche ... OK sappiamo com è andata ... ).
Se un attacco frontale di tal fatta dovesse riuscire (quanto meno) nel medio periodo ben venga una scissione a sinistra dal PD. In Italia c'è sicuramente spazio (o bisogna altrimenti operare in questo senso) per una vera ed autentica sinistra moderata e (così ci piace ancora di pensare) per una vera ed autentica sinistra radicale.
TEMA DELL'ANTI-BERLUSCONISMO E DEL RAPPORTO CON I MOVIMENTI
Le dichiarazioni di Ferrero che ho trovato più autocontraddittorie sono state quelle sull'antiberlusconismo e più deleterie quelle sul rapporto con i movimenti.
E' vero che Berlusconi ha una concezione fascista del potere. Però se è vero (ed è vero) che la "forza del premier è quella di riuscire puntualmente a cambiare il terreno di discussione e far discutere di sè anzichè dei problemi del paese e che invece dovrebbe rispondere riguardo ai problemi del paese rispetto ai quali non è in grado di produrre nessuna soluzione", ecco qua la dimostrazione che incentrare tutta la linea politica di opposizione contro la figura personale del premier è appunto un enorme errore.
Proprio perchè è ormai provato (dalla famosa discesa in campo di Berlusconi), lo ricorda lo stesso Ferrero, che la semplificazione / riduzione / personalizzazione della politica ad una continua sollecitazione al "popolo" (tirato da un parte e dall'altra) di pronunciarsi sul gradimento / non gradimento (o disgusto) rispetto alla persona di Berlusconi non fa che spostare l'attenzione della "gente" dai temi veri che sono quelli ben noti e non certo se Berlusconi sia più o meno fascista, se sia decoroso o meno che il premier utilizzi prostitute etc etc.
La questione del rapporto con i movimenti: Ferrero mena vanto del fatto che la Federazione di Sinistra ha avuto "la prontezza e l'intelligenza di riconoscere questo protagonismo del popolo della rete e di aderire immediatamente alla manifestazione senz'altra pretesa".
Anche qua mi sembra che Ferrero pretenda di esibire l'abilità di nascondere il totale deficit (una volta di più) di iniziativa politica dei partiti della sinistra radicale.
Se il ruolo del/i nostro/i partito/i si limita ad essere quello di avere la prontezza e l'intelligenza di riconoscere quello che fa spontaneamente il popolo della rete vuole dire una volta di più che siamo panati.
Siamo una società complessa, d'accordo, ben venga l' attivismo e lo spontaneismo della base, ma ... porca pupazza il ruolo del partito deve essere quello di dare forma e contenuti a questa spontaneità a questo attivismo ... perchè se no vuol dire che ci resta solo quello che oggi come oggi è praticamente nulla e cioè totale mancanza di strategia, di iniziativa politica vera su obiettivi (anche pochi, pochissimi, per carità, ma) definiti.
Dico solo questo, accontentarsi di tentare di dare la spallata con manifestazioni di piazza a Berlusconi non vuol dire nulla.
Primo perchè non si dà nessuna spallata a Berlusconi con manifestazioni di piazza (anzi finisce che lo rinforziamo una volta di più, nella migliore della ipotesi non cambiamo di una virgola la situazione).
Secondo perchè anche riuscissimo a dargli la spallata ... lo sappiamo cosa provocheremmo, un cambio della guardia con un altro governo di (centro)destra con al posto suo un altro premier.
Un'ultima osservazione. Ho trovato agghiacciante quest'altra frase "nessuno è più in grado di fare da catalizzatore dell'opposizione in quanto tale ... E' questa una evoluzione che dobbiamo avere della nozione di internità ai movimenti che abbiamo avuto a Genova".
E allora viva i centri sociali e facciamo che dissolverci definitivamente al sole della prossima primavera ...
Auguri !!! Ciao Paolo
Carissimi,
confesso che le interviste di Ferrero non mi entusiasmano per nulla.Anzi.
Quando leggo quello che scrive dopo un po' ho il mal di mare.
Trovo le osservazioni di Paolo convincenti, in particolare dove scrive circa il conflitto di classe.
Qualche giorno fa , come sapete, vicino a casa mia hanno occupato l'ex facoltà di economia e commercio. Ieri c'è stato lo sgombero. Mi chiedo se, per PRC, quel tipo di conflitto (simbolico ma evidente) è un modo di stare nel "conflitto di classe".
L'impressione che ho è che questo partito non è in grado di produrre e definire nulla che abbia un senso da quel punto di vista. Viaggia in attesa degli eventi e si accoda a tutto ciò che fa fine e non impegna come la manifestazione del 5.
Sono troppo vecchio e non ho tempo e voglia di stare dentro quelle logiche. Oggi sento l'esigenza di imparare da altri e quegli altri non stanno dentro Rifondazione.
Quello che mi "sconforta", in questa vicenda, è il constatare come in attesa di un cenno di benevolenza da parte della Bresso questo partito si è ingessato in giochi e giochetti dialettici lasciando scorrere tutto ciò che viaggia alla sua sinistra.
Dal modesto osservatorio dei miei contatti in FB noto anche come grande sia la confusione sotto il cielo. Un partito liquido in cui ognuno fa un po' il cazzo che gli pare.
Sarò drastico nel mio giudizio però credo, purtroppo, che la generazione che ha militato in rifondazione appartenga ad un passato che non è tanto quello della simbologia e dei miti (falce e martello) quanto quella di un partito istituzionale come il PCI dalle radici del quale non mi attendo né radicalità, né conflitto. Tanto meno di classe.
Ed in ogni caso, in questa fase, molto meglio i centri sociali.
Un saluto ed auguri
Mario
Commenti
Ora l'opposizione vera è in mano ai movimenti spontanei, di certo, come fa notare Mario, non ai partiti come Rifondazione. E' una possibilità. Senza dubbio da verificare ma da provare con coraggio.