L'aria che tira mentre si parla di Berlusconi
Quella che vedete è una delle immagini che testimoniano cosa è successo dopo lo sgombero di un centro sociale qui a Torino; la trovate nel sito di Macerie insieme ad una serie di articoli che parlano di uno dei tanti segmenti della vita di tutti i giorni in cui, in questo momento, si manifesta un conflitto duro e con pochi riflettori da parte dei media: la lotta contro i CIE.
L'ultimo post parla dell'aria che tira su questo fronte e riporta le parole di Franco Maccari (segretario generale del sindacato di polizia Coisp):
«[…] aspettando di vedere se la prossima volta saranno ancora i pochi colleghi schiacciati sotto il peso di un servizio disumano ad avere la meglio, o se magari resteranno vittime della violenza che ingiustamente si scatena contro di loro, o saranno costretti a gesti estremi.»
in poche parole si preannuncia il morto.
Da sottofondo a questo scenario avanza nella società civile un impercettibile disagio rispetto a situazioni che stanno assumendo il profilo della normalità.
Ieri sulla pagina torinese di repubblica Alberto Campo (che di mestiere fa il critico musicale) manifestava la sua meraviglia per il trattamento che Venerdì uno stuolo di poliziotti, bardati alla robocop, hanno riservato ad un gruppo di studenti (il più vecchio di 17 anni) che manifestavano con un sit in contro i tagli alla scuola pubblica dalle parti di via S.Ottavio.
A sua figlia (quindicenne) sono toccati calci e manganellate. Il bilancio parla di circa 10 contusi tra i manifestanti e quattro tra le forze dell'ordine (così ci racconta la questura). Andate a vedere come sono le contusioni tra i manifestanti e fate un paragone con quelle delle forze dell'ordine e vi farete un'idea di come stanno le cose.
In questa normalità c'è un pezzo d'Italia che assume come normale stivare la gente su autobus con le grate ai finestrini in movimento per la città e a caccia di "clandestini".
Capita a Milano così come capita che a Roma si esibisca la forza ed i muscoli per operare veri e propri rastrellamenti contro immigrati ed "eccedenze umane" non regolari.
C'è un altro pezzo d'Italia che crede che queste cose non siano giustificate e che la corda si sta per spezzare.
Di questo pezzo in molti fanno di Berlusconi il fantoccio contro cui tirare le freccette, perché mafioso e nemico dei giudici e della costituzione.
E' un pezzo d'Italia che si rassicura quando riempie una piazza ma che fa fatica ad intercettare, e in alcuni casi a vedere, la parte più profonda del malessere.
Un malessere che non si nutre solo di vuote alchimie politiche o simboli astratti come l'indipendenza della magistratura ma che si alimenta di condizioni di disagio e sofferenza materiale, cose tangibili come può essere tangibile la mancanza di un lavoro o di una casa. Il nascondersi perché "clandestino".
Un altro pezzo crede che Berlusconi è parte dello stesso zoo; questo pezzo di società prova a guardare alla sostanza dei comportamenti, a quello che passa il convento ed a cio' che sanciscono le leggi, quale classe d'individui riempie le carceri, quale i dormitori e chi fa la fila alla mensa dei poveri. Chi costruisce le gabbie e chi sancisce i privilegi. Chi può pagarsi un avvocato e chi no.Quale percorso ci porta a questo stato di cose e chi è connivente con il sistema.Il sottoscritto, che si trova in quel pezzo, non riesce a vedere grandi differenze tra il "Peron" di Arcore ed il "Macchiavelli" ex abitante di Botteghe Oscure (D'Alema).
Ci risparmiamo la lista della spesa sui tanti che hanno seminato il terreno che oggi consente ai più di guardare alle cose che accadono, contro i pezzi più deboli della nostra società, come a cose normali e necessarie per consentire loro di continuare a dormire al caldo.
Ci risparmiamo l'ipocrisia di quanti si scandalizzano per il "vile" gesto di un poveraccio fuori di testa, magari cianciando dal loro blog deberlusconizzato.
Io penso, al contrario, che quell'uomo sia l'unico cuor di leone in questa società di nani. La cosa triste è sapere che a lui hanno affidato la loro inconsistenza politica e la loro frustrazione i nani dell'opposizione istituzionale disconoscendolo nel momento in cui agisce.
Si sono spaventati a morte tutti. Fossi in loro guarderei oltre e mi preoccuperei di altro.
L'ultimo post parla dell'aria che tira su questo fronte e riporta le parole di Franco Maccari (segretario generale del sindacato di polizia Coisp):
«[…] aspettando di vedere se la prossima volta saranno ancora i pochi colleghi schiacciati sotto il peso di un servizio disumano ad avere la meglio, o se magari resteranno vittime della violenza che ingiustamente si scatena contro di loro, o saranno costretti a gesti estremi.»
in poche parole si preannuncia il morto.
Da sottofondo a questo scenario avanza nella società civile un impercettibile disagio rispetto a situazioni che stanno assumendo il profilo della normalità.
Ieri sulla pagina torinese di repubblica Alberto Campo (che di mestiere fa il critico musicale) manifestava la sua meraviglia per il trattamento che Venerdì uno stuolo di poliziotti, bardati alla robocop, hanno riservato ad un gruppo di studenti (il più vecchio di 17 anni) che manifestavano con un sit in contro i tagli alla scuola pubblica dalle parti di via S.Ottavio.
A sua figlia (quindicenne) sono toccati calci e manganellate. Il bilancio parla di circa 10 contusi tra i manifestanti e quattro tra le forze dell'ordine (così ci racconta la questura). Andate a vedere come sono le contusioni tra i manifestanti e fate un paragone con quelle delle forze dell'ordine e vi farete un'idea di come stanno le cose.
In questa normalità c'è un pezzo d'Italia che assume come normale stivare la gente su autobus con le grate ai finestrini in movimento per la città e a caccia di "clandestini".
Capita a Milano così come capita che a Roma si esibisca la forza ed i muscoli per operare veri e propri rastrellamenti contro immigrati ed "eccedenze umane" non regolari.
C'è un altro pezzo d'Italia che crede che queste cose non siano giustificate e che la corda si sta per spezzare.
Di questo pezzo in molti fanno di Berlusconi il fantoccio contro cui tirare le freccette, perché mafioso e nemico dei giudici e della costituzione.
E' un pezzo d'Italia che si rassicura quando riempie una piazza ma che fa fatica ad intercettare, e in alcuni casi a vedere, la parte più profonda del malessere.
Un malessere che non si nutre solo di vuote alchimie politiche o simboli astratti come l'indipendenza della magistratura ma che si alimenta di condizioni di disagio e sofferenza materiale, cose tangibili come può essere tangibile la mancanza di un lavoro o di una casa. Il nascondersi perché "clandestino".
Un altro pezzo crede che Berlusconi è parte dello stesso zoo; questo pezzo di società prova a guardare alla sostanza dei comportamenti, a quello che passa il convento ed a cio' che sanciscono le leggi, quale classe d'individui riempie le carceri, quale i dormitori e chi fa la fila alla mensa dei poveri. Chi costruisce le gabbie e chi sancisce i privilegi. Chi può pagarsi un avvocato e chi no.Quale percorso ci porta a questo stato di cose e chi è connivente con il sistema.Il sottoscritto, che si trova in quel pezzo, non riesce a vedere grandi differenze tra il "Peron" di Arcore ed il "Macchiavelli" ex abitante di Botteghe Oscure (D'Alema).
Ci risparmiamo la lista della spesa sui tanti che hanno seminato il terreno che oggi consente ai più di guardare alle cose che accadono, contro i pezzi più deboli della nostra società, come a cose normali e necessarie per consentire loro di continuare a dormire al caldo.
Ci risparmiamo l'ipocrisia di quanti si scandalizzano per il "vile" gesto di un poveraccio fuori di testa, magari cianciando dal loro blog deberlusconizzato.
Io penso, al contrario, che quell'uomo sia l'unico cuor di leone in questa società di nani. La cosa triste è sapere che a lui hanno affidato la loro inconsistenza politica e la loro frustrazione i nani dell'opposizione istituzionale disconoscendolo nel momento in cui agisce.
Si sono spaventati a morte tutti. Fossi in loro guarderei oltre e mi preoccuperei di altro.
Commenti
A sua figlia (quindicenne) sono toccati calci e manganellate."
sarò cattivo ma io ci ho gusto.
ci ho gusto.
ci ho gusto.
ci ho gusto.
ci ho gusto.
perché sti' giornalisti e "gente bene" si accorge di quanto è brutto il sistema SOLO quando tocca a loro. cazzo.
solo QUANDO li tocca sul personale-
perché altrimenti, tutti buoni e zitti a glorificare i padroni dalla carta stampata.
voglio proprio vedere se Campo si indignava e scriveva il suo ridicolo j'accuse da operetta se a prendere le legnate era un immigrato, un senza tetto, un operaio, uno studente "normale" che non ha papino giornalista, che non ha diritto di replica e di voce in questo schifoso paese... cose che succedono da anni senza che i giornalisti facciano pè, ma anzi tutti solidali contro i "facinorosi".
voglio vedere se se ne accorgeva! Campo. se aprendere le legnate era un figlio di pezzenti operai o un precario.
una volta tanto non capita ai poverqacci vero? e SOLO ORA VE NE ACCORGETE di quanto è brutta.
sarò cattivo. ma ci ho gusto. anche se per la ragazza, personalmente, mi dispiace anche un po'.