Lezioni d'economia da Tremonti

Dicono che Tremonti sia un fenomeno, io penso che sia un pirla. Un affabulatore che incanta un pò di gente ma che alla sostanza non dice niente che vada al di là di formulette e frasi banali.
L'ultima è quella sul Pil che non intercetta e rappresenta tutta la ricchezza che il paese produce.
In effetti è così, lo hanno insegnato anche a mio figlio che ha 15 anni in una delle prime lezioni di economia.
Il Pil non misura ad esempio il lavoro in nero, quello che fanno le casalinghe ( a meno che non si trasformino in cameriere con tanto di busta paga a carico della famiglia), quello che fanno tutti i pensionati che si coltivano le carote e le cipolle nel giardino di casa e che regalano a parenti ed amici.Mi sfugge, in tutto questo, la Mafia e dove collocarla in termini di produzione del Pil

Insomma una roba banale che passa come notiziona al TG1,2 e 3.
Probabilmente lui si riferiva al sommerso, cosa che implicherebbe un tantino di sociologia spicciola tipo:
Tizio lavora in nero perché non ha alternativa sennò lo caricano su un aereo come clandestino
Caio lavora in nero perché lo fa come doppio lavoro per sopravvivere
I 100 miliardi rientrati dall'estero non erano né di Tizio né di Caio.
Così, tanto per dirne una.

Ieri sera l'ho sentito che diceva una roba sulle aliquote fiscali tipo " un sistema fiscale può essere giusto socialmente ma non efficace, ingiusto ma efficace. Bisognerebbe trovare la via di mezzo"
Geniale!
Io una lezioncina però la chiederei a lui ed a quelli come lui (sì anche a quelli che stanno nella sinistra riformista): scusate ci spiegate come cazzo è distribuita la ricchezza e, cosa più importante, come è distribuito il reddito?

Commenti

mario ha detto…
Ho ricevuto una serie di commenti (su alcuni aggregatori) che rimarcano il fatto che Tremonti, in realtà, si riferiva ad una serie di parametri che non sono di ordine "materiale" o misurabili.Che sfuggono al PIL.
Il post è ironico ed è scritto in questo modo perché il sottoscritto pensa che anche a Tremonti non sfugga come per godere delle bellezze della vita in Italia bisognerebbe mettere Tizio e Caio nella condizione di poterlo fare. Magari sfuggendo ai ricatti tipici dell'economia sommersa o a salari che ti tolgono il tempo necessario per approfittare di "cultura", paesaggi e quant'altro questo "meraviglioso" paese offre.
Tutto qui, un po' di ginnastica mentale e/o di pensiero laterale signori.
p.s.
secondo la classifica della "felicità percepita" in ogni caso ci classifichiamo al 31° posto, al 1° c'è il Costarica. Tanto per la precisione e per Tremonti.

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