I finti tonti del PD
Facciamom una veloce incursione nel mondo degli affaccendati ex PD e (a pieno titolo) riformatori del centro-sinistra (??).
Partiamo da questa dichiarazione:
Paolo Gentiloni, che ai tempi della giunta Rutelli era il braccio destro del sindaco, ammette che «dal 2002 la Protezione civile operò senza gare e con appalti diretti, con il governo Berlusconi e dopo anche con il governo Prodi, che gli attribuì anche alcuni grandi eventi». (La Stampa)
Seguita da quel che dice il buon Salvi:
«I giudici facciano presto chiarezza su questi episodi, perché se gli interventi ci sono stati sono fatti gravi, ma se sono solo chiacchiere di imprenditori delusi allora perché metterle nel fascicolo? Detto questo, mi permetto di dare un consiglio a Bersani: si assuma la responsabilità di dire che nei due anni in cui eravamo al governo abbiamo usufruito di questa normativa che apre la porta a rischi di arbitrii e oggi chiediamo di modificare. Poi bisogna essere molto rigorosi in casa propria se si vuole essere credibili e le candidature al Sud di alcuni governatori non sono le migliori per pretendere le dimissioni di altri. Comunque sia l’inchiesta conferma l’intreccio perverso e inaccettabile di politica ed affari che coinvolge entrambi gli schieramenti». (La Stampa)
Le reazioni sdegnate non si sono fatte attendere:
Sulle intercettazioni, gli interessati rigettano sdegnati, con Veltroni che attacca i titoli di Libero e del Giornale e minaccia querele contro «le farneticazioni» e «questa vergognosa campagna condotta con le armi della calunnia e della diffamazione». E con Rutelli che da due giorni brandisce le vie legali, perché «non ho deciso in nessun caso, nella mia esperienza di amministrazione e di governo, l’esito di qualsivoglia gara, né ho mai interferito sulle decisioni riguardanti assegnazioni di lavori che spettano ai servizi tecnici e amministrativi, e non alla politica». «E’ tutta fuffa - si spazientisce Rosy Bindi - se loro vogliono provare il teorema che siamo tutti uguali, se lo scordano!». Dal presidente al segretario, fino all’ultimo dei peones, tutto il Pd - impegnato a smontare alla Camera pezzo per pezzo il decreto sulle Emergenze - fa quadrato. (La Stampa)
Chiudiamo con il grande capo che dice:
«Quella su Veltroni è una totale invenzione come ha spiegato anche lui, perché è evidente che chi parla si copre le spalle del mancato appalto dando la colpa ad altri».(La Stampa)
Ora, vogliamo solamente dire che se il sistema è concepito per essere non trasparente in termini di assegnazione questo ci porta a pensare che l'unico modo che esiste per fare breccia nella testa e nel muro dei vari soggetti, che hanno voce in capitolo, è quello di poter contare su una serie di relazioni in grado di essere persuasive.
Persuasive come? Fate un po' voi e sbizzarritevi.
Dopo di che aggiugiamo che c'è modo è modo per fare certe cose. In fondo non c'è nulla di illecito sul come il Walter ha preso casa a Roma, grazie al papà, e grazie agli enti pubblici e alla dismissione dei loro immobili fatta con legge dello stato. Pensa il capo del Walter che il suo sottoposto se la giochi né più e né meno in termini di diritti (abitativi in quel caso) come "el cariola" di mestiere disoccupato?
Pensa che le relazioni con quelli del quartierino erano talmente disinteressate che in fondo l'oggetto delle frequentazioni era dato solo dalla comune passione sportiva?
Vogliamo ricordare le gesta dei vari Consorte?
Quindi, per ritornare alla questione della Bindy, non è che siete tutti uguali è che voi siete pure peggio perché siete ammantati d'ipocrisia e fate i finti tonti.
Partiamo da questa dichiarazione:
Paolo Gentiloni, che ai tempi della giunta Rutelli era il braccio destro del sindaco, ammette che «dal 2002 la Protezione civile operò senza gare e con appalti diretti, con il governo Berlusconi e dopo anche con il governo Prodi, che gli attribuì anche alcuni grandi eventi». (La Stampa)
Seguita da quel che dice il buon Salvi:
«I giudici facciano presto chiarezza su questi episodi, perché se gli interventi ci sono stati sono fatti gravi, ma se sono solo chiacchiere di imprenditori delusi allora perché metterle nel fascicolo? Detto questo, mi permetto di dare un consiglio a Bersani: si assuma la responsabilità di dire che nei due anni in cui eravamo al governo abbiamo usufruito di questa normativa che apre la porta a rischi di arbitrii e oggi chiediamo di modificare. Poi bisogna essere molto rigorosi in casa propria se si vuole essere credibili e le candidature al Sud di alcuni governatori non sono le migliori per pretendere le dimissioni di altri. Comunque sia l’inchiesta conferma l’intreccio perverso e inaccettabile di politica ed affari che coinvolge entrambi gli schieramenti». (La Stampa)
Le reazioni sdegnate non si sono fatte attendere:
Sulle intercettazioni, gli interessati rigettano sdegnati, con Veltroni che attacca i titoli di Libero e del Giornale e minaccia querele contro «le farneticazioni» e «questa vergognosa campagna condotta con le armi della calunnia e della diffamazione». E con Rutelli che da due giorni brandisce le vie legali, perché «non ho deciso in nessun caso, nella mia esperienza di amministrazione e di governo, l’esito di qualsivoglia gara, né ho mai interferito sulle decisioni riguardanti assegnazioni di lavori che spettano ai servizi tecnici e amministrativi, e non alla politica». «E’ tutta fuffa - si spazientisce Rosy Bindi - se loro vogliono provare il teorema che siamo tutti uguali, se lo scordano!». Dal presidente al segretario, fino all’ultimo dei peones, tutto il Pd - impegnato a smontare alla Camera pezzo per pezzo il decreto sulle Emergenze - fa quadrato. (La Stampa)
Chiudiamo con il grande capo che dice:
«Quella su Veltroni è una totale invenzione come ha spiegato anche lui, perché è evidente che chi parla si copre le spalle del mancato appalto dando la colpa ad altri».(La Stampa)
Ora, vogliamo solamente dire che se il sistema è concepito per essere non trasparente in termini di assegnazione questo ci porta a pensare che l'unico modo che esiste per fare breccia nella testa e nel muro dei vari soggetti, che hanno voce in capitolo, è quello di poter contare su una serie di relazioni in grado di essere persuasive.
Persuasive come? Fate un po' voi e sbizzarritevi.
Dopo di che aggiugiamo che c'è modo è modo per fare certe cose. In fondo non c'è nulla di illecito sul come il Walter ha preso casa a Roma, grazie al papà, e grazie agli enti pubblici e alla dismissione dei loro immobili fatta con legge dello stato. Pensa il capo del Walter che il suo sottoposto se la giochi né più e né meno in termini di diritti (abitativi in quel caso) come "el cariola" di mestiere disoccupato?
Pensa che le relazioni con quelli del quartierino erano talmente disinteressate che in fondo l'oggetto delle frequentazioni era dato solo dalla comune passione sportiva?
Vogliamo ricordare le gesta dei vari Consorte?
Quindi, per ritornare alla questione della Bindy, non è che siete tutti uguali è che voi siete pure peggio perché siete ammantati d'ipocrisia e fate i finti tonti.
Commenti
Vabbè, poi che fosse amico di papà tuo sai che ce frega 8come dicono dalle tue parti).
Anzi, conscendo te c'è da temere.
Per il resto prima di scrivere minchiate sulla vicenda casa Veltroni informati su come andò la vicenda e su quante domande imbarazzanti furono poste.
Sull'argomento mi basta quanto scrissi a suo tempo:
Torniamo però, per un attimo, alla questione della casa.
E' vero, Uolter non abita in una casa dove paga un equo canone. Lui abita una casa dell'Inpdai in affitto al papà dal 1956. Ne aveva diritto.
Se non che gli appartamenti ad affitto agevolato, ad un certo punto, diventarono due: uno dove abitava lui e l'altro per la mamma.
A che titolo l'Inpdai ha dato un ulteriore appartamento, con affitto agevolato, ai Veltroni non lo sappiamo,e non ci interessa.
Nel 1994 lui dà indietro i due appartamenti ( dell'ente pubblico) e va ad abitare in uno da 190 mq(sempre dell'ente pubblico).
Nel 2005 (mentre è sindaco di Roma) la di lui moglie acquista l'appartamento.Grazie a quella legge che "costrinse" gli enti a disfarsi del proprio patrimonio immobiliare.
Il prezzo pagato, per l'appartamento di 190 mq., è stato di 377.000 euro ;contro una stima di mercato (dati 2006) che oscillava tra un minimo di 4.900 ed un massimo di 6.400 euro a mq nella zona interessata.
Diciamo che la gestione della questione, legittima formalmente, ci lascia pensare che il nostro è un gran mattacchione e che si sa fare i cazzi suoi.
Ora, si discute del fatto che in Italia (secondo i dati ocse) cresce il gap tra ricchi e poveri e che in fatto di mobilità sociale, possibilità per uno con pochi mezzi di scalare i gradini della scala sociale, siamo praticamente fermi.
Ma secondo voi con tali campioni a rappresentare le esigenze dei più, di quelli che fanno fatica e sono la maggioranza di questo paese, che speranze di cambiamento ci possono essere?
Questo pensa a se, ed alla sua tribu', più o meno come gli altri."
Quindi la fuffa sei te.