L'inquinamento del Lambro
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L'inquinamento del Lambro e' un gravissimo atto di terrorismo ecologico strumento di una gigantesca speculazione immobiliare: quasi 200mila metri quadri di superfici, piste ciclabili ed edifici paradossalmente "ecosostenibili" erano previsti sui terreni della Lombarda Petroli, l´ex raffineria di Villasanta a Monza, da cui qualcuno, nella notte tra lunedì e martedì, ha fatto uscire gli ottomila metri cubi di petrolio che hanno avvelenato il Lambro per poi riversarsi nel Po. Su quell´impianto, e sui terreni che lo circondano, dovrebbero sorgere appartamenti, negozi, capannoni industriali, un grande centro direzionale (http://www.addamiano.net/ita/progetti/progetti_scheda.php?kp=3 ). A due passi dal Parco di Monza, dal golf Club di Monza, questa e' soprattutto un'area che si rivalutera' ulteriormente per la sua prossimita' alla costruenda Pedemontana Lombarda che si intersechera' con l'autostrada A51, o tangenziale Est di Milano, che è una tangenziale autostradale della città di Milano nella sua zona est, gestita dalla Milano Serravalle - Milano Tangenziali.
Lo sversamento criminale di milioni di litri di petrolio nelle acqua del Lambro, fino a coinvolgere tutto il bacino del Po, e' dunque un atto di guerra di chi specula sul valore di aree edificabili contro un patrimonio comune chiamato Terra e conto beni comuni come lAcqua e la Salute, delitto da denunciare con fermezza.
La logica di rendere "da risanare in emergenza" aree devastate da inquinamento industriale prima e doloso poi e' la stessa che sottende quella con cui in molte parti del Paese una certa classe imprenditrice divoratrice, in associazione con finanza e politici corrotti, tutti collusi con le varie mafie e 'ndranghete locali, ha voluto ed intende "ricostruire in emergenza" il Paese. La stessa messa in campo dove il terremoto dell'Aquila ha distrutto intere citta' o dove "l'emergenza" di normali eventi sportivi come i Mondiali di Nuoto a Roma o di ricorrenze politiche come il G8 della Maddalena-L'Aquila ha imposto appalti truccati o iperfatturati. La stessa che investe i milioni di euro di Fastweb truffati allo Stato in centinaia di case, ville e palazzi.
Ma la vicenda del Lambro nero di petrolio e' la rappresentazione piu' chiara ed evidente di come l'Acqua sia diventata uno strumento chiave nelle mani della speculazione edilizia, che, avanzando con ondate successive di colate di cemento, consuma voracemente il Territorio in un Paese dove ormai sono 1.200.000 gli appartamenti sfitti e dove invece e' totalmente ferma l'edilizia popolare a fronte di un bisogno disperato di milioni di italiani a basso reddito senza casa o sotto il ricatto di mutui dagli interessi astronomici.
A Zingonia invece si taglia l'acqua tout court a decine di famiglie, regolari proprietarie di alloggi popolari, che hanno la sola enorme colpa di vivere su terreni che, anche qui, ancora una volta sono diventati estremamente appetibili per la speculazione nell'ottica dell'ennesimo "progetto di miglioramento urbanistico" che consiste semplicemente nell'espellere, assetandoli, i poveri, in gran parte immigrati, per far entrare i ricchi. Anche qui si tratta di un' area di enorme interesse immobiliare perche' strategica, essendo contigua al costruendo asse di "Interconnessione Pedemontana Bre-Be-Mi", con progetto e lavori della "Autostrade Lombarde SpA" tra i cui soci e' ancora una volta presente la "Milano Serravalle - Milano Tangenziali SpA" .
Distruggere la qualita' dell'acqua e la salute di un intero territorio nell'area del Lambro o negarne il diritto della quantita' minima vitale e la salute a Zingonia sono le due facce della medesima moneta che potere, denaro e razzismo utilizzano contro i piu' deboli e contro la Terra che ci ospita. Una moneta che ha sempre e dovunque l'odore del cemento. Una moneta che, insieme al Territorio, distrugge la democrazia e la convivenza civile delle popolazioni che lo abitano.
Contro questa follia devastatrice dobbiamo ribellarci e rifiutare che passi nel silenzio denunciandola ad alta voc nelle sue logiche perverse e avanzando una semplice richiesta: ovunque si compiano atti di ecoterrorismo a fini di speculazione, quel territorio, come gia' avviene per gli incendi dolosi, venga vincolato e dichiarato non edificabile per almeno dieci anni. Si inauguri inoltre il catasto delle aree inquinate.
L'istituzione del catasto per i terreni incendiati ai sensi della legge 353/2000 (Legge quadro in materia in incendi boschivi) prevede infatti il divieto assoluto di edificazione su queste aree per i successivi dieci anni al verificarsi dell'incendio. Affinché tale previsione possa essere attuata, la stessa norma prevede che i Comuni censiscano, attraverso la tenuta di un apposito catasto, tutti i terreni che sono stati o che vengono incendiati. È del tutto evidente che se ciò non avviene, con il trascorrere del tempo, si può verificare che questi suoli cambino di destinazione.
Data la gravita' simbolica di quanto avvenuto in Lombardia chiediamo inoltre che tutta l'area dell´ex raffineria di Villasanta a Monza sia oggetto di un Piano di recupero che preveda l’obbligo della bonifica ambientale a cura del soggetto che ha causato l’inquinamento; se tale soggetto non provvede si dovra' sviluppare un percorso di sostituzione dell’inadempiente con contestuale confisca del terreno inquinato, secondo il principio “chi inquina paga”.
L'ex-raffineria di Villasanta diventi un parco pubblico dedicato all'Acqua.
Difendiamo il diritto all'acqua pubblica e di ottima qualita', difendiamo il diritto alla casa per tutti, no al consumo del territorio, no al terrorismo ambientale della speculazione edilizia.
Chiedo a Medicina Democrartica di prendere posizione formale su questa vicenda suggerendo l'opportunita' di scrivere un comunicato congiunto con il Forum dei Movimenti per l'Acqua.
Antonio Valassina
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