Petrini e gli OGM

Di seguito riporto quella che è l'opinione di Carlo Petrini sulla questione che riguarda gli OGM.In dieci punti il buon Carletto spiega perché è contrario.
Prima di leggerlo collegatevi a questo sito, troverete qualche informazione sulla questione partendo dall'ultima sentenza del Consiglio di Stato che sembra autorizzarne l'uso (da quel che ho sommariamente capito) poi se volete nuotare "controcorrente"(perché voi pensate) ma al caldo delle coperte e dei quattrini di potenti lobby economiche interessate alla questione leggetevi quello che raccontano i transgenici di salmone (povero pesce).

Sintetizzare e schematizzare su un argomento complesso come tutti quelli che riguardano il cibo e l'agricoltura non è mai facile né necessariamente un bene. Tuttavia credo che possa servire un elenco delle ragioni di chi, come noi, agli Ogm dice "no", non per posizioni ideologiche o preconcette, come amano dire coloro che pensano di essere gli unici depositari del sapere, ma per ragioni serie e motivate, peraltro condivise anche da molti ricercatori e scienziati:

1. Contaminazione
Coltivare Ogm in sicurezza, in Italia, è impossibile; le aziende sono di piccole dimensioni e non ci sono barriere naturali sufficienti a proteggere le coltivazioni biologiche e convenzionali. L'agricoltura fa parte di un sistema vivente che comprende la fauna selvatica, il ciclo dell'acqua, il vento e le reazioni dei microrganismi del terreno: una produzione Gm non potrà restare confinata nella superficie del campo in cui viene coltivata.

2. Sovranità alimentare
Come potrebbero gli agricoltori biologici, biodinamici e convenzionali essere sicuri che i loro prodotti non siano contaminati? Una diffusione, anche limitata, delle coltivazioni Ogm in campo aperto, cambierebbe per sempre la qualità e la situazione attuale della nostra agricoltura, annullando la nostra libertà di scegliere quel che mangiamo.

3. Salute
Ci possono essere problemi di salute per animali alimentati a Ogm.

4. Libertà
Le coltivazioni Ogm snaturano il ruolo dell'agricoltore che da sempre migliora e seleziona le proprie sementi. Con le sementi Gm, invece, la multinazionale è la titolare del seme: ad essa l'agricoltore deve rivolgersi ad ogni nuova semina (poiché, come tutti gli ibridi, in seconda generazione gli Ogm non danno buoni risultati) ed è proibito tentare miglioramenti se non si pagano costose royalties.


5. Economia e cultura
I prodotti Gm non hanno legami storici o culturali con un territorio. L'Italia basa buona parte della sua economia agroalimentare sull'identità e sulla varietà dei prodotti locali: introdurre prodotti senza storia indebolirebbe un sistema che ha anche un importante indotto turistico.

6. Biodiversità
Le colture Gm impoveriscono la biodiversità perché hanno bisogno di grandi superfici e di un sistema monocolturale intensivo. Se si coltiva un solo tipo di mais, si avrà una riduzione anche dei sapori e dei saperi.

7. Ecocompatibilità
Le ricerche su Ogm indicano due "vantaggi": la resistenza ad un parassita del mais (la piralide) e a un diserbante (il glifosate). Quindi, essi consentirebbero un minore impiego di chimica di sintesi; ma la piralide del mais può essere combattuta seriamente solo con la rotazione colturale, e la resistenza a un diserbante porta ad un uso più disinvolto del medesimo nei campi, dato che non danneggia le piante coltivate ma solo le erbe indesiderate.

8. Precauzione
A circa trent'anni dall'inizio dello studio sugli Ogm, i risultati in ambito agroalimentare riguardano solo tre prodotti (mais, colza e soia). Le piante infatti mal sopportano le modificazioni genetiche e questa scienza è ancora rudimentale e in parte affidata al caso. Vorremmo ci si attenesse ad atteggiamenti di cautela e precauzione, come hanno fatto Germania e Francia, che hanno vietato alcune coltivazioni di Ogm.

9. Progresso
Gli Ogm sono figli di un modo miope e superficiale di intendere il progresso. È sempre più chiaro per consumatori, governi e ricercatori, il ruolo dell'agricoltura di piccola scala nella protezione dei territori, nella difesa del paesaggio e nel contrasto al riscaldamento globale. Invece di seguire le sirene dei mercati, la ricerca dovrebbe affiancare l'agricoltura sostenibile e mettersi a disposizione delle sue esigenze.

10. Fame I relatori Onu dicono che l'agricoltura familiare difende le fasce di popolazione a rischio di malnutrizione. Le multinazionali invece promettono che gli Ogm salveranno il mondo dalla fame: eppure da quando è iniziata la commercializzazione (circa 15 anni fa) il numero degli affamati non ha fatto che crescere, proprio come i fatturati delle aziende che li producono. In paesi come l'Argentina o il Brasile la soia Gm ha spazzato via produzioni come patate, mais, grano e miglio su cui si basa l'alimentazione.

Fonte: Carlo Petrini- l'espresso

Commenti

Luca Simonetti ha detto…
Dai, Mario, questi non fanno un buon servizio all'intelligenza di nessuno. Già Pamio dovrebbe spiegarci perchè Monsanto (5.4 mld di dollari di fatturato e 15.000 dipendenti) sarebbe una multinazionale e la Coop (12.6 mld di euro di fatturato e 55.000 dipendenti) no; ma soprattutto non c'è mezzo argomento che regga (per es. sarebbe bello che qualcuno ogni tanto si ricordasse che da cinquant'anni almeno NESSUN coltivatore di mais mette da parte i semi, ma TUTTI comprano i semi commerciali delle varietà ibride ad alta resa, che però, ahimé, non sono Ogm); è difficile prendere sul serio gente che spara cazzate grossolane con una straight face del genere. Quanto a Petrini, è la solita bella pretesa di dire che lui non è contro a prescindere (lui mica pensa di "essere l'unico depositario del sapere", no, lui no) per poi subito mostrare nei fatti che lui è contro a prescindere eccome, viste le cazzate sesquipedali che dice (vedi per es. "le piante infatti mal sopportano le modificazioni genetiche" o "questa scienza è ancora rudimentale e in parte affidata al caso", che sono stupidaggini in technicolor anzi in 3D). Pamio non so, ma Petrini non è stupido, è solo in malafede.
Ciao.
P.S.: mi puoi mandare una mail all'indirizzo lskarlkraus@gmail.com? Ti devo chiedere una cosa.
Luca Simonetti ha detto…
Ah, mi accorgo adesso che a Petrini ha già risposto Dario Bressanini:
http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/02/12/dieci-risposte-a-carlo-petrini-sugli-ogm/
Ri-ciao

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