Il default della Grecia e la sinistra rivoluzionaria.


In questo periodo si leggono commenti a proposito della situazione economica della Grecia che in soldoni auspicano una sorta di default della stessa perché questo sarebbe il modo per recuperare sovranità nazionale e  fuggire da quai pirati del FMI e della Unione Europea.

L'ultimo esempio di default che abbiamo è quello dell'Argentina.
Questa è la fotografia di quello stato alla fine del 2003. Date un'occhiata alla penultima riga e vi renderete conto di chi pagò il prezzo di quel default.



Certo a causa del tasso di cambio più favorevole il paese guadagnò una certa competitività, oggi però è costretto a ritornare sul "mercato" per richiedere prestiti e guarda caso lo fa avendo come interlocutore proprio i vampiri del FMI senza con questo aver risolto il problema delle nuove povertà.
Quello che si è nazionalizzato non è nelle mani del popolo sovrano ma in quelle di una borghesia statale che quando decideranno di liberalizzare di nuovo sarà pronta per l'ennesimo furto.

Tutto questo è accaduto mentre, in quegli anni, e con un pò di anticipo rispetto al default, qualcuno metteva al sicuro i propri soldi in altri lidi"La crisi finanziaria asiatica del 1998 causò una fuoriuscita di capitale che sfociò nella recessione e culminò nella crisi economica nel novembre del 2001. Il mese seguente, in mezzo a sanguinose rivolte, il presidente de la Rúa si dimise." (wikipedia)



Quindi che senso ha auspicare un default se dietro a questo non c'è una strategia e forze politiche che operino per un cambiamento del sistema nel suo complesso? Se non si chiudono le frontiere e non si mette in gabbia proprio quella borghesia che sposta in modo semplice i propri capitali? Se non si copre il deficit con le risorse di chi alimenta l'evasione e l'economia sommersa?

Lo scenario sistemico in cui tutto questo avviene è quello che descrivevo qualche tempo fa in questo post:http://pensareinprofondo.blogspot.com/2008/11/debiti.html


Rispetto ad allora ciò che è cambiato è che i debiti delle varie amministrazioni si sono ingigantiti ulteriormente, le aziende si ristrutturano in modo "socialista" ma rimanendo saldamento nelle mani di nuovi proprietari "liberisti" che per quella cosa non tirano fuori un dollaro o un euro e il welfare europeo appare sempre più come la questione su cui tagliare ulteriormente risorse che oggi garantiscono un minimo di servizi sociali.

La strada per una sinistra rivoluzionaria è quella di prepararsi al conflitto, ma quello che fa male e quello passa per sentieri che già conoscete. Il resto è fuffa.

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