Disastro economico e fallimento degli stati, soluzione: sovranità e stampare moneta.
Proviamo a riparlare d'economia.
Iniziamo da queste slide che trattano della distribuzione del reddito in Italia negli ultimo trent'anni.
Perché? Perché lo spunto lo ha dato questo post :
Faccio appello ai pochi che ancora usano la loro testa, vi prego, osservate.
L’Europa dell’euro sta esplodendo, e i prossimi a finire sotto le macerie saremo noi italiani, i portoghesi e gli spagnoli. Poi verranno i francesi e i tedeschi. Perché? Perché abbiamo tutti adottato una moneta, l’euro, che è sospesa nel nulla, non ha cioè uno Stato sovrano che la regoli, non si sa di chi sia, e soprattutto noi Stati europei la possiamo solo USARE, non possedere. E’ tutto qui il disastro, e vi spiego.
Ho già scritto che se la Grecia fosse ancora uno Stato che stampa moneta sovrana non avrebbe nessun problema, perché potrebbe fare quello che fecero gli USA con un indebitamento assai peggiore (25% del PIL) 60 anni fa: stampare moneta, pagare parti del debito e rilanciare l’economia senza quasi limite. E’ esattamente quello che fa il Giappone da decenni.
Osservate: oltre agli Stati Uniti che sono indebitatissimi (10.400 miliardi di dollari e in crescita prevista fino a 29 mila fra 3 anni), il Giappone ha oggi un rapporto debito-Prodotto Interno Lordo del 200% circa (che in Europa sarebbe considerato l’inferno in terra), la Gran Bretagna ha in pratica lo stesso deficit di bilancio della Grecia e dovrà prendere in prestito 500 miliardi di sterline nei prossimi 5 anni. Ma avete sentito da qualche parte che vi sia un allarme catastrofico su USA, Giappone e Gran Bretagna? C’è qualcuno che sta infliggendo a quei tre Paesi le sevizie di spesa pubblica che saranno inflitte ai greci? No! Perché? Perché Stati Uniti, Giappone e Gran Bretagna sono possessori di una loro moneta non convertibile e non agganciata ad altre monete forti, e questo significa che i loro governi possono emettere moneta nel Paese per risanarsi come detto sopra. E attenzione: possono farlo prendendola in prestito da se stessi, che a sua volta significa che se si indebitano fino al collo possono poi rifinanziarsi il debito all’infinito. E’ come se un marito fosse indebitato con la moglie... cosa succede? Nulla, sono lo stesso nucleo. Noi Stati europei invece dobbiamo, prima di spendere, prendere in prestito gli euro dalla Banca Centrale Europea, e quindi per noi i debiti sono un problema, perché li dobbiamo restituire a qualcun altro, non più solo a noi stessi. Noi siamo il marito e la moglie indebitati con gli usurai, ben altra storia.
Ribadisco: uno Stato con moneta sovrana, come appunto Stati Uniti, Giappone o Gran Bretagna, può emettere debito sovrano senza problemi, e finanziarlo praticamente all’infinito con l’emissione di altra moneta, e questo, al contrario di quello che tutti vi raccontano, non è un problema (i dettagli tecnici in un mio studio futuro). Quanto ho appena scritto, è stato confermato pochi mesi fa, fra gli altri, dall’ex presidente della Federal Reserve (banca centrale) americana, Alan Greenspan, che ha detto “un governo non potrà mai fare bancarotta coi debiti emessi nella propria moneta sovrana”. Infatti USA, Gran Bretagna e Giappone, che emettono debiti immensi, non sono al collasso come la povera Grecia e nessuno li sta crocifiggendo.
A voi che avete una mente libera, non viene da chiedervi perché gli USA sono rimasti al balcone a guardare, senza far nulla, la nascita di questo presunto gigante economico dell’euro? Sono stupidi? No. Sono furbi. Sapevano e sanno esattamente quello che ho detto, e cioè che con l’unione monetaria noi Stati europei ci saremmo ficcati precisamente nella gabbia in cui siamo: prigionieri di debiti che non possiamo più controllare e rifinanziare con una nostra moneta sovrana. A chi non lo ricorda, rammento che l’Italia con moneta sovrana degli anni ‘70/80 era zeppa di debito e di inflazione, ma aveva un’economia fortissima che oggi ci sogniamo (e su cui ancora mangiano milioni di figli del boom di quegli anni). Guarda caso dalla metà degli anni ’80, dalla nascita cioè dei poteri finanziari sovranazionali che sono quelli che lucrano oggi sulle nostre disgrazie, si iniziò a predicare agli Stati con moneta sovrana che un debito pubblico e un deficit erano la peste, e questo non è vero. Rileggete sopra. Non lo sono mai se uno Stato ha moneta propria, perché di nuovo “un governo non potrà mai fare bancarotta coi debiti emessi nella propria moneta sovrana”. Alan Greenspan è piuttosto attendibile, e furbo. E allora che scopo aveva quel mantra ossessivo sui (falsi) danni di deficit e debito pubblico che nessuno oggi osa più sfidare? Risposta: spingerci nella mani di una unione monetaria capestro con regole assurde di limiti del deficit e del debito, che ci avrebbe sottratto l'unica arma possibile (la sovranità monetaria) per gestire senza danni l'indebitamento. E questo per compiacere a chi? Risposta: al Tribunale Internazionale degli Investitori e Speculatori guidato appunto dagli Stati Uniti, che con la scusa del risanamento degli Stati indebitati ma non più sovrani (noi appunto) ci costringe a vendere a prezzi stracciati i nostri beni pubblici ai barracuda finanziari, a deprezzare il lavoro con la disoccupazione (tanta offerta di lavoratori = crollano i loro prezzi, come con le merci), rovinando così le vite di generazioni di esseri umani, le nostre vite.
Infine, ricordo chi ha così fortemente voluto in Italia l’unione monetaria europea: Romano Prodi e Giuliano Amato in primis, che non sono stupidi e sapevano benissimo dove ci avrebbero portati. Alla faccia di chi ancora demonizza il centrodestra, che di peccati ne ha, ma confronto a questo sono cosucce da ridere. Qui stiamo parlando della svendita della speranza, per generazioni di cittadini, di poter avere controllo sull’economia, che è tutto, è libertà e democrazia, perché da cassintegrati/precari e senza più uno Stato sociale decente si è a tutti gli effetti degli schiavi.
La crisi dell’Europa, il calvario della Grecia e il nostro prossimo calvario, sono tutta una montatura costruita dall’inganno dell’unione monetaria, dall’inganno dell'inesistente dovere di risanare i debiti degli Stati, che non sono mai un problema se quegli Stati sono monetariamente sovrani. Un inganno ordito dai soliti noti di cui sopra.
Uscire dall’unione monetaria subito! Ritornare Stati europei con moneta sovrana e non convertibile, ora! Hanno ragione i greci, e faccio eco al loro grido scritto sulle pendici dell’acropoli: “Popoli d’Europa, sollevatevi”.
Paolo Barnard
Fonte: www.paolobarnard.info/
Link: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=181
a cui è seguita questa discussione ( in corso)
Umberto:
Questo articolo è' francamente uan follia, un ragionamento demente..E' ovvio che ci sono problemi drammatici, del tutto nuovi, ma pensare di uscirne ritornando agli stati nazionali le afferma solo la destra estreme e giornali come il Tempo e Libero.. per chi non conosce l' economia, basta ascoltare economisti critici come Paolo leon, Lunghni o Brancaccio: tutti polemici, ma nessuno dice ' sta roba....
Io:
L'articolo non ha né capo né coda. Anche potesse stampare moneta e ristrutturare il debito con un deficit primario dell' 8,5% in ogni caso dovrebbe ripianarlo. E come farebbe in quella situazione? Tenendo in ogni caso fermi i salari pur in presenza di un aumento dell'inflazione. In ogni caso chi pagherebbe il prezzo sarebbero sempre le stesse classi popolari, il tutto in una situazione in cui l'economia sommersa vale un quarto del Pil con tutto ciò che questo significa in termini d'evasione.
C'è un aspetto che traspare in questa situazione, la presenza di un'oligarchia economico/finanziaria che indipendentemente dagli stati nazionali muove enormi masse di capitali mettendo a rischio qualsiasi economia.
Maria:
In Spagna, ci sono i critici che la pensano come Barnard.
Quel che è certo è che con la crisi economica installata a casa (Spagna), mi chiedo anche perché gli USA sono rimasti al balcone a guardare, senza far nulla, la nascita di questo presunto gigante economico dell’euro?
Ovviamente, la soluzione è più complessa e merita un'analisi approfondita sotto tutti i punti di vista. Compresi quelli che credono o non come P. Barnard.
Comunque grazie!
Francoise
Umberto, mi dispiacce ma in Francia lo dice la sinistra radicale ...antifascista !!! e lo sotenguo anch'io ...
Umberto:
Pero Barnard ha totalmente dimenticato di parlare della Goldmann Sachs che per me é il numero uno del disastro ...
Poi c'é l'intervento criminale del FMI ( presidente il socialiste Dominique Strauss-Khan ) per " aiutare " i grecci...
La situazione , come dice Maria , è piu complessa che questo solo argomento della moneta .
Io:
Questo scrive “un governo non potrà mai fare bancarotta coi debiti emessi nella propria moneta sovrana”. Magari si è scordato dell'Argentina.
E poi:
" A chi non lo ricorda, rammento che l’Italia con moneta sovrana degli anni ‘70/80 era zeppa di debito e di inflazione, ma aveva un’economia fortissima che oggi ci sogniamo"
La situazione della distribuzione del reddito in Italia era questa:
Se era fortissima l'economia che motivo c'era di indebitarsi?Magari sarà stata in sviluppo e forte l'economia italiana ma a che prezzo per altri paesi? per rimanere nel novero dei paesi capitalisti la Germania aveva ed ha un'economia forte ma non è indebitata e non lo era come l'Italia.
La soluzione sarebbe quella di ricreare una condizione in cui ognuno vada per la propria strada? Questo però non significa che gli squilibri economici tipici di questo sistema non creino e non perpetuino situazioni in cui ci sono economie deboli ed economie forti.
La crisi degli anni trenta era il prodotto in cui gli stati stampavano moneta sovrana. Non mi sembra che quella condizione abbia significato granché. Io credo che la situazione è più complessa e che non esistono "semplificazioni" che siano in grado di risolvere in un colpo una situazione così complicata.
Magari serve veramente rivedere in un'ottica di sinistra quello che accade, però vale la pena non sottovalutare l'aspetto legato ad un minimo di riferimenti storici e una qualche base di economia per aiutare nella discussione.
L'impressione è che grande sia la confusione sotto il cielo. Quello che traspare è come in realtà rispetto allo stato di cose nessuno ha in testa un modo per cercare di capire, costruire un modello e venirne fuori.
Sembra che la soluzione sia ricreare la condizione di stati sovrani che emettano moneta e non paghino i debiti.
Come se le guerre e i disastri degli ultimi cinque secoli e le loro cause appartengono ad un altro mondo.
Commenti
Quello della sovranità monetaria è un problema che effettivamente esiste, non si può negare.
Perché se il controllo della moneta non ce l'hanno gli stati ma le banche vuol dire che sono le banche a controllare la spesa degli stati.
Quello del Giappone che viene citato nell'articolo è un caso che dovrebbe far riflettere. Il Giappone ha il secondo debito più alto al mondo, eppure sembra non essere nemmeno sfiorato da i problemi che invece attanagliano l'Europa.
Allora, forse, tutta questa preoccupazione per i conti pubblici, deficit, debiti e avanzi primari che ci hanno inculcato dall'era di Maastricht (scuola Ciampi e Prodi in Italia) sono in buona parte ingiustificati.
Tranne per gli interessi del capitale, ovviamente, e la ragione la si intuisce facilmente.
In particolare, come in Grecia, con un'economia sommersa che vale 1/4 del pil, un'evasione fiscale altissima e uno stato che paga il conto mentre piccola e grande borghesia spostano capitali in altri luoghi.
Qualcosa o qualcuno ha impedito al "capitale" pur in presenza di monete nazionali di espandersi a prescindere da questo elemento?
Ci sono stati meno conflitti?
Io so solo che i nazionalismi hanno prodotto guerre in quantità industriale. Quindi non credo che sia questa la questione.
Basterebbe analizzare quello che è successo in Argentina (cosa che sfugge a Barbnard).
La necessità di trovare formule che creino una massa critica in termini economici è una necessità anche per un'economia di tipo socialista. Non è un caso che in Sud America tentino di creare strutture economiche e finanziarie in cui la moneta sia un denominatore comune, insieme a regole e opportunità di scambio.
In quest'ottica quella posizione mi sembra molto di retroguardia e non dà alcuna possibilità di costruire un progetto che sia altro.
Non devi confondere la rivendicazione della sovranità di uno stato con il nazionalismo. Ricorderai quello che si diceva negli anni '70, che era una battaglia della sinistra: "il diritto di autodeterminazione dei popoli".
Ecco, il punto è proprio questo. Non vogliono permetterci di autodeterminarci, nemmeno in politica monetaria e per questo hanno fatto l'euro.
Quando c'era la lira, almeno, il ministro del tesoro lo nominava un governo eletto, ma chi la elegge la BCE? noi no di certo.
Non capisco perché noi di sinistra non dobbiamo chiedere la rinazionalizzazione della moneta esattamente come chiediamo la nazionalizzazione dell'energia, dell'acqua o dei trasporti. Mi pare si chiami socialismo.
Dopo di che a me sembra che questi paesi siano sotto attacco per una serie di motivi che dipendono anche dalla loro struttura produttiva che è diversa da quella del Giappone, dell'Inghilterra etc.(ad esempio).
La sovranità sulla moneta quali vantaggi porterebbe in questo contesto? Io credo nessuna, ed è indubbio che la sovranità sulla moneta nel modo in cui lo ascolto da Barnard ha un sapore retrò che riporta a Mussolini e non al socialismo.
La politica monetaria è uno strumento all'interno di un sistema che è regolato da leggi di mercato di tipo capitalista, cambierebbe il contenitore ma nulla per quanto riguarda il resto.
Nel momento in cui emetti bot e cct i tassi li decidono quelli che acquistano. Perché la Grecia non è più riuscita a rifinanziare il suo debito pubblico? Semplicemente perché gli interessi richiesti (non dalla BCE) erano intorno al 10/11 % su titoli a 5 anni.
Questo in presenza di un deficit intorno al 14% era insostenibile per qualsiasi paese.
Avrebbe avuto un trattamento diverso con la possibilità lei di stampare moneta? Io dico di no. Basta guardare quello che è successo all'Argentina.
E' vero che il FMI e la BCE con i governi europei ha richiesto una ristrutturazione pesante dell'economia greca però il punto politico (secondo me) è che quel processo lo fanno pagare ai lavoratori del settore pubblico e privato senza entrare nel merito di come certi privilegi continuino a rimanere tali. Mi riferisco al fatto che i capitali escono da quel paese, e sono soldi di una classe che non paga tasse e vive di rendita. Quindi non è tanto sul fronte del "stampiamo moneta" che vedo una soluzione (tra l'altro anche se stampi moneta produci inflazione perché quella moneta vale poco, e pensi che i salari seguirebbero quel trend? no, perché sarebbe un modo alternativo di ridurli e cercare di limitare il deficit di bilancio) quanto sulla messa in discussione dei meccanismi che alimentano la speculazione, sul fatto che i soldi per ripianare il deficit di un paese ce li devono mettere quelli che hanno goduto di una situazione in cui nessuno ha chiesto loro il conto.
http://www.cnbc.com/id/36689301
Se ce la prendiamo con la BCE e basta in questa situazione, pensando di risolvere la questione con la banca centrale "nazionalizzata" ,ho idea che andremmo incontro ad una catastrofe senza avere chiesto il conto a quelle borghesie nazionali che su queste questioni lucrano e prosperano.
Per quanto riguarda l'inflazione, quando l'Italia svalutava la lira, i salari erano molto più alti.
Oggi la moneta non può essere svalutata dai governi, però l'inflazione c'è lo stesso e i salari sono al livello più basso che mai rispetto ai profitti.
Se questi sono i vantaggi che doveva portarci l'UE!
Io penso che qualsiasi ipotesi di cambiamento deve fare i conti con la necessità di muoversi con altre forze anche a livello europeo, oggi pensare di risolvere queste questioni guardando solo a noi stessi non ha senso.
L'articolo di Barnars fa credere che la soluzione passi attraverso la possibilità di stampare moneta. Scusa la franchezza ma è una minchiata.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7041&mode=&order=0&thold=0
Cito da lì quando parla del manifesto di Ventotene:
"La rivoluzione europea, per rispondere alle nostre esigenze, dovrà essere socialista, cioè dovrà proporsi l'emancipazione delle classi lavoratrici e la realizzazione per esse di condizioni più umane di vita".
Ora a me pare evidente che la "rivoluzione europea" se così possiamo chiamare le trame che l'alta finanza e le lobby hanno organizzato a partire dagli anni '90 in poi per creare l'Unione Europea, sia tutto meno che socialista, e che non abbia certo aiutato l'emancipazione della classe lavoratrice, anzi.
L'Europa che alcuni intellettuali come Spinelli auspicavano non c'è.
Quell'Europa è morta, ammesso che sia mai nata, e dobbiamo prenderne atto.
Nulla delle attuali istituzioni politiche europee, come viene spiegato efficacemente nel post, corrisponde al sogno di Spinelli.
Ti dirò di più, che quell'internazionalismo che aveva auspicato, non solo non esiste più, ma addirittura l'Europa attuale rischia di suscitare le reazioni più retrograde e destrorse.
Fortunatamente la Grecia che tanto critichiamo è un paese dotato di forti sindacati e partiti della sinistra in grado di scongiurare ventate reazionarie.
Ma cosa succederebbe se l'Europa, replicherà il suo comportamento che ha avuto con la Grecia, in paesi "più fragili" da questo punto di vista come l'Ungheria dove il partito neonazista è il terzo del paese o come la stessa Italia, dove non esiste più una sinistra?
Allora piuttosto che alimentare l'internazionalismo dei banchieri, che nutre il nazionalismo, sarebbe meglio ricreare un internazionalismo dei popoli, un internazionalismo alternativo all'intreccio di interessi delle banche e degli speculatori e alternativo alle istituzioni politiche ed economiche che essi hanno creato appositamente perché potessero manovrarle.
P.S. Scusa se ho divagato un po' e sono passato a un altro argomento ma l'ho fatto per spiegarti la mia posizione e comunque si tratta di cose correlate. Penso però che riprenderò l'argomento in un post ad hoc. Grazie comunque per questo utile dibattito.