Il 1° Maggio di Napolitano e quello nostro con qualche distinguo.
Il primo Maggio è passato; Napolitano si preoccupa, nelle sue dichiarazioni, che non sia mortificato il lavoro. Si dimentica che a monte di quello ci sono i lavoratori e che quelli mortificati sono loro.
Non è strano che questo gli sfugga.
A l'Aquila il popolo delle carriole è ritornato in piazza e, dopo un pò di scazzi con i poliziotti, è riuscito di nuovo a forzare la zona rossa. I "lavoratori" della polizia, infastiditi, li hanno lasciati transitare con frasi del tipo " ma di Domenica non avete niente di meglio da fare?"
Dicono che il 1° Maggio sia anche la festa di quelli (le forze dell'ordine), mi chiedo ma come si fa a pensare 'na roba del genere?
A me danno la sensazione di gente con il cervello in vacanza in molte circostanze; difendono e fanno la scorta a chi li manda al macello e fanno il culo a chi, povero, difende i suoi diritti per poter vivere una vita degna di essere vissuta. Li avete mai visti al "lavoro" durante uno sgombero? O mentre fanno una retata di clandestini? Oppure di fronte a un picchetto di operai? O mentre chiudono con il lucchetto il cancello della INSEE impedendo che quelli sul carroponte possano ricevere visite e solidarietà?
Vale tutto questo il loro stipendio?
Eppure basterebbe loro iniziare a mettere dentro chi proteggono e gran parte delle mafie, dei traffici di droga e di uomini, di malaffare di colpo sparirebbero. Sono convinto che si libererebbero anche risorse importanti da redistribuire. Però loro preferiscono la caccia ai ladri di polli.
Ai lavoratori, ai disoccupati (scoraggiati e no), ai precari tutti dedico questa canzone
Ai tutori dell'ordine invece l'estratto di libro che si intitola "Educazione siberiana", quello che parla è nonno Kurzia
" La nostra legge dice che non si può parlare con gli sbirri. Lo sai perché?Mica per divertimento. (....)
Come si fa, dimmi tu, a fidarsi di chi vive grazie alla nostra morte? Gli sbirri sono diversi da tutto il resto dell'umanità perché hanno dentro la voglia di servire, di essere sotto padrone.
Non capiscono niente della libertà e hanno paura degli uomini liberi. Il loro pane è il nostro dolore, figlio mio, come si fa a venire a patti con questa gente?"
Commenti
http://nixlist.blogspot.com/2010/05/e-se-non-contassimo-piu-niente.html
condividi? mi piacerebbe un tuo commento.
ho letto il tuo post e ne condivido alcuni aspetti,meglio condivido il punto in cui scrivi" vale a dire che la base del potere dei ceti dominanti è immateriale, finanziaria,".
Quello che non mi convince è questo:
1- intanto la data d'inizio della globalizzazione, secondo me questo processo è molto antico. Data ancora prima del 1600 ed ha assunto una sua configurazione operativa con la spoliazione prima del sud america, poi con la creazione di strutture "commerciali" come le compagnie delle Indie con tutto ciò che questo ha comportato in termini di colonizzazione.
2- è evidente che oggi un "capitalista" muove il suo capitale laddove ha più interesse in funzione del margine di profitto che questo riesce a produrre. Questo nell'economia materiale significa che vado dove le condizioni sono migliori in termini di sfruttamento di quelli che sono i fattori della produzione (in primis quello dell'uomo).
Ora questo fenomeno ci ritorna sui denti perché in quei paesi si sviluppano borghesie che vogliono consolidare i propri interessi, si creano le condizioni per la formazione di nuove classi sociali che non sono altro che il ripetersi di ciò che è accaduto da noi.Questo significa che il capitalista nostrano che ha delocalizzato capisce che gli conviene assecondare quelle "spinte nazionaliste" per garantire i propri interessi che sono transnazionali in quanto quello che importa è produrre valore in funzione di ciò che investe.
3- l'economia immateriale (la finanza) segue le stesse logiche liberiste dell'economia materiale. Non vuole vincoli e regole.
Secondo me per costoro noi non abbiamo mai rivestito alcun interesse e non contiamo se non in relazione a ciò che garantiamo in termini di sfruttamento.
La questione è che le contraddizioni ed i fuochi si accendono perché questa logica non può che entrare in collisione con gli interessi delle persone. Conflitti che assumono una fisionomia diversa a secondo di dove si sviluppano e del tipo di soggetto che coinvolgono.
Quello che non mi convince nel tuo scritto è questa scissione che sembra esserci tra interessi dei popoli dell'occidente e quelli di Africa e Asia. Se così è questo porterebbe come conseguenza di cercare il conflitto con i popoli e non chi"governa" il sistema.
Se fossi in un africano chiederei "ma tutti 'sti problemi non ve li facevate quando venivate qui a saccheggiare ogni ben di Dio?"
Ecco credo che alimentare questa visione faccia proprio il gioco di quelli per cui non contiamo nulla.
Tra l'altro ti consiglio di leggere "storia delle due Indie", è del 1780 circa e già lì si parlava delle tensioni dovute alla "globalizzazione"
Leggero volentierissimo.
Intanto brindo al caos anche se ci inghiottirà. Tanto è al di fuori dei miei (non so dei tuoi) poteri cercare di fermasrlo e io mi rassegno come ogni buon soldato prussiano all'inevitabile.
Un abbraccio.
Ps. La questione si pone proprio nei termini delle nazionalità. Io credo che il modello più sensato sia perseguire il darwinismo fra nazioni. L'unica differenza è che il controllo economico deve spettare al popolo e al partito che rappresenta la nazione senza intralci.
come ben sai è una visione di destra.
anche perché chi ci garantisce che in una società di eguali non si ripresentino le spinte alla competizione fra gruppi e individui? ops quanta carne al fuoco. ciao.
Se fosse così sembra che stiano vincendo i cinesi.