Colaninno figlio, la voce del padrone

Quello che pensano i padroni:

La Fiom ha commesso un "errore a strappare cosi'" con la Fiat su Pomigliano d'Arco. Cosi' Matteo Colaninno, vicepresidente di Piaggio e responsabile del Pd per l'industria parla a Repubblica della scelta miope dei metalmeccanici della Cgil perche' "questa e' una fase decisiva per il riassetto dell'industria automobilistica mondiale. Ma saranno i lavoratori di Pomigliano, se diranno di si' all'intesa, che investiranno direttamente sul loro futuro".





Quello che pensano gli operai:


Torino, 16 giu - E' stata avviata, questa mattina, da parte dei delegati della Fiom-Cgil delle Carrozzerie di Mirafiori, una raccolta firme contro l'accordo separato siglato ieri dalle altre sigle sindacali per lo stabilimento di Pomigliano. "Solo alle Carrozzerie, - riferisce la Fiom torinese - nel giro di poche ore, sono gia' state raccolte oltre un migliaio di firme".
Nei prossimi giorni, l'iniziativa verra' estesa agli altri stabilimenti del gruppo. "Oltre a esprimere solidarieta' ai lavoratori di Pomigliano, - spiega Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil - gli operai di Mirafiori temono, come per altro sostenuto da esponenti di governo e Confindustria, che lo stesso accordo possa essere replicato anche a Mirafiori. Un chiaro segnale, in questo senso, - aggiunge - era emerso gia' due giorni fa dalle assemblee che si erano svolte alle Carrozzerie: assemblee molto partecipate, in cui gli esponenti delle organizzazioni che hanno firmato l'accordo a Pomigliano erano stati rumorosamente contestati dai lavoratori".(AGI) .





Quello che scrivono dalla Polonia:
La FIAT gioca molto sporco coi lavoratori. Quando trasferirono la produzione qui in Polonia ci dissero che se avessimo lavorato durissimo e superato tutti i limiti di produzione avremmo mantenuto il nostro posto di lavoro e ne avrebbero creati degli alti. E a Tychy lo abbiamo fatto. La fabbrica oggi è la più grande e produttiva d'Europa e non sono ammesse rimostranze all'amministrazione (fatta eccezione per quando i sindacati chiedono qualche bonus per i lavoratori più produttivi, o contrattano i turni del weekend)

A un certo punto verso la fine dell'anno scorso è iniziata a girare la voce che la FIAT aveva intenzione di spostare la produzione di nuovo in Italia. Da quel momento su Tychy è calato il terrore. Fiat Polonia pensa di poter fare di noi quello che vuole. L'anno scorso per esempio ha pagato solo il 40% dei bonus, benché noi avessimo superato ogni record di produzione.

Loro pensano che la gente non lotterà per la paura di perdere il lavoro. Ma noi siamo davvero arrabbiati. Il terzo "Giorno di Protesta" dei lavoratori di Tychy in programma per il 17 giugno non sarà educato come l'anno scorso. Che cosa abbiamo ormai da perdere?

Adesso stanno chiedendo ai lavoratori italiani di accettare condizioni peggiori, come fanno ogni volta. A chi lavora per loro fanno capire che se non accettano di lavorare come schiavi qualcun altro è disposto a farlo al posto loro. Danno per scontate le schiene spezzate dei nostri colleghi italiani, proprio come facevano con le nostre.

In qusesti giorni noi abbiamo sperato che i sindacati in Italia lottassero. Non per mantenere noi il nostro lavoro a Tychy, ma per mostrare alla FIAT che ci sono lavoratori disposti a resistere alle loro condizioni. I nostri sindacati, i nostri lavoratori, sono stati deboli. Avevamo la sensazione di non essere in condizione di lottare, di essere troppo poveri. Abbiamo implorato per ogni posto di lavoro. Abbiamo lasciato soli i lavoratori italiani prendendoci i loro posti di lavoro, e adesso ci troviamo nella loro stessa situazione.

E' chiaro però che tutto questo non può durare a lungo. Non possiamo continuare a contenderci tra di noi i posti di lavoro. Dobbiamo unirci e lottare per i nostri interessi internazionalmente.

Per noi non c'è altro da fare a Tychy che smettere di inginocchiarci e iniziare a combattere. Noi chiediamo ai nostri colleghi di resistere e sabotare l'azienda che ci ha dissanguati per anni e ora ci sputa addosso.



Originale http://libcom.org/news/letter-fiat-14062010



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