Me voy

Leggerete queste righe quando sarò da qualche parte, stretto in un sedile ed in procinto di combattere una battaglia decisiva con il mio vicino per la conquista del bracciolo.
La giornata è iniziata presto questa mattina, la corriera per Caselle è partita alle 5,20. Il primo aereo per Madrid alle 8.00
Ho accarezzato la testa riccia di mio figlio (una meraviglia di brasiliano) e baciato mia moglie (una meraviglia di donna), e mi sono avviato.
Parto con la tristezza di non poter salutare per l'ultima volta un compagno che ieri è andato via per sempre, si chiamava Sergio e tanto abbiamo condiviso. Sogni, speranze, lotte, illusioni e sconfitte.


Spero che questo post vi trovi bene, a tutti senza eccezione alcuna.
Così per qualche mese stacco e "me voy". Torno in posti da cui manco da troppo tempo ormai.

A qualcuno di voi l'ho già detto, gusterò con calma questo viaggio. Proverò a ritrovare gente che non vedo da anni, rifare cose abituali come sedermi a bere la cerveza da El Portal nella zona 1 di Città del Guatemala, il posto preferito da Che Guevara ed inserito in uno dei quartieri più tosti della città.

E poi lo spazio.
Quello non si può raccontare, bisogna viverlo.
Gli incontri e le amicizie di un giorno, la tristezza e l'allegria di quei posti. La vita che ti scorre attorno, gli indios e le comunità zapatiste. Le spiagge del pacifico in salvador e mexico. Posti con nomi altisonanti come La Libertad, spiagge nere e fatte dalla lava dei vulcani, bianche ed infinite.
I sentieri percorsi dai tanti che in molti in quei posti hanno sacrificato la vita per far vivere ai propri figli una vita più giusta.
Partigiani, contadini, donne e ragazzi morti a migliaia nell'indifferenza del mondo.

http://www.youtube.com/watch?v=jivZBEHs_I4&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=EN6LWdqcyuc&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=1qifiecv2Mk&feature=related



Torno lì e so che starò bene. Meglio di come sto qui, per un pò almeno.
Non è che siano posti facili, anzi. Basta leggere qualche giornale di lì per rendersene conto.

Beh, che lascio oltre agli affetti ed in fondo per poco tempo? Un paese che non amo più. Un paese che fa fatica a ritrovare dignità, orgoglio e forza di liberarsi di una rete fatta da consorterie di potere, uomini arroganti e ricchi.
Certo, ci sono anche lì. Solo che lì danno prova di resistenza e di energia che qui non c'è.
Mi basta riandare con la memoria a quelli che ho conosciuto, a quello che mi hanno raccontato, a quello che ho visto, di come seppellivano amici,mogli e figli continuando a lottare.E' sufficiente comparare i loro leader con le amebe di cui dobbiamo (dovete) accontentarvi da queste parti.Come procedono loro e come noi.



Bisogna toccare con lo sguardo e le mani certe cose per sapere di cosa parliamo.
E poi ci sono loro, le comunità zapatiste. Gente che ostinatamente difende uno spazio di vita, che non cede alle lusinghe di chi si presenta con valigetta di cuoio e dollari per farli arrendere e, quando non bastano quelli, li ammazza.
Con un tipo che va in giro ad alimentare un sogno. Un tipo che somiglia tanto ad un argentino. Gente di cui innamorarsi e basta.

Così "me voy" e la tentazione è di farlo ancora e per più tempo. Vedremo. Non mi ci vedo qui ad invecchiare guardando il culo di qualche giovane signora  da una panchina , ad impigrirmi parlando di rivoluzione su "feisbuk". Di continuare a scrivere dei misfatti della società italiota della quale, in fondo, non mi frega più un cazzo.
E come si fa? Lascio un posto che ha come nuovo profeta un tipo come Marchionne,uno che in modo disinvolto punta una rivoltella alla testa di gente debole ricattandola "o con me o ti porto via la speranza di sopravvivere". Come si fa senza ribellarsi e prendere un mitra contro questa gente?
Lascio un posto in cui regna sovrano un settantenne ricco che ha conformato a sua immagine e somiglianza gran parte di quelli che mi sfiorano al mattino.
Non è tutto nero, sicuramente. E non è giusto mettere nel mazzo anche chi "resiste", lotta duramente tutti i giorni e lo fa mettendo a rischio se stesso. Io sto con loro, senza se e senza ma.
Ci sono però troppi "culi" flosci.Troppi "intellettuali" benpensanti e con le chiappe al caldo, garantito da una condizione sociale che li fa diversi da me e dai tanti che viaggiano sul filo del rasoio. Gente senza nerbo, presa tra una dimostrazione al sabato e lo shopping per scegliere la scarpina adatta per l'uscita serale.

Ci sarebbe da dire anche qualcosa su qualcuno di voi, di quelli che conosco (maschio o femmina non dirò), di come siete e di come vi siete rivelati in questi mesi.
Però lasciamo stare. UN ABBRACCIO.

Bene vi lascio, passatevela prendendo il meglio da ciò che passa il convento. Vi penserò.

Commenti

Post popolari in questo blog

Meglio di così si muore

L'odio di classe