L'incontro con Felix ed il disagio degli umili
Incontro Felix davanti al portone dell'universita'.
E' chiuso e per spiegare il motivo c'e' un cartello che da' conto di quanto guadagna un rettore e quanto un aggregato al corpo docente. Poche cifre ma significative.
Felix scuote il capo, ne approfitto ed inizio a parlare con lui. Gli chiedo la sua opinione sulla quesione salariale, faccio riferimento al salario minimo (50 pesos al giorno) e per significargli la mia "sorpresa" gli dico cosa pótrebbe farci dalle mie parti con quella cifra.
- Io guadagno di piu', mi dice, faccio l'autista e porto a casa 4.000 pesos al mese. Sono un taxi driver e con quei soldi devo pagare anche le spese.
-Viviamo a casa di mia madre, con i miei tre figli e mia moglie, vesto con quello che trovo e mangio l'indispensabile. Viviamo cosi', e sono un privilegiato. Se vai oltre quelle montagne, e mi indica la linea dei monti davanti a noi, troverai ancora piu' poverta'. La nostra a confronto e' uno scherzo.
Andiamo in una cantina di quelle in cui " non rapinano i gringo come te", apriamo una porta a battente come quelle che si vedono nei film western e, al mio ingresso, cala il silenzio.
Felix mi segue e con la sua apparizione tutto torna alla normalita'.
Davanti a due cerveza mi racconta la sua vita. E' arrivato a 50 anni lottando, cercando opportunita' e la possibilita' di emergere. ha studiato da contabile, ed oggi e' in cerca di una scuola che gli insegni l'inglese e l'uso della "computadora"
- Quando arrivo in fondo pero' le opportunita' non ci sono mai, ma io non mi arrendo. Preferisco accontentarmi di poco piuttosto che ridurmi a vendere la cocaina.
Parliamo del mondo, di religione, del suo credo e della rivolta di Oaxaca.
Gli dico- amico mio questa societa' e' un inganno. Ci sono due piramidi. Una rappresenta le classi sociali ed il potere. C'e' un vertice ed una massa di persone che producono per mantenere quel vertice. L'altra e' rovesciata e rappresenta la ricchezza. Mettile vicine, quella ricchezza prodotta da quella massa di persone e' appannaggio di pochi. La questione e' tutta li'.
- Siamo stanchi, la mia gente e' stanca. Come in Egitto, in Libia ed in tutto il mondo. Dicono che noi siamo rivoltosi di natura ma non e' cosi', e tu hai ragione.
Usciamo e con lui visito un po' di luoghi. Quest'uomo, con il suo cappello da baseball in testa, la canottiera bianca ed i pantaloni sdruciti, mi illustra la stoia di monumenti, chiese, piazze e luoghi. Il dettagglio e' impressionante e lo ascolto a bocca aperta. Alla fine ci abbracciamo e se ne va con i suoi 30 pesos in tasca e nulla piu'.
E' chiuso e per spiegare il motivo c'e' un cartello che da' conto di quanto guadagna un rettore e quanto un aggregato al corpo docente. Poche cifre ma significative.
Felix scuote il capo, ne approfitto ed inizio a parlare con lui. Gli chiedo la sua opinione sulla quesione salariale, faccio riferimento al salario minimo (50 pesos al giorno) e per significargli la mia "sorpresa" gli dico cosa pótrebbe farci dalle mie parti con quella cifra.
- Io guadagno di piu', mi dice, faccio l'autista e porto a casa 4.000 pesos al mese. Sono un taxi driver e con quei soldi devo pagare anche le spese.
-Viviamo a casa di mia madre, con i miei tre figli e mia moglie, vesto con quello che trovo e mangio l'indispensabile. Viviamo cosi', e sono un privilegiato. Se vai oltre quelle montagne, e mi indica la linea dei monti davanti a noi, troverai ancora piu' poverta'. La nostra a confronto e' uno scherzo.
Andiamo in una cantina di quelle in cui " non rapinano i gringo come te", apriamo una porta a battente come quelle che si vedono nei film western e, al mio ingresso, cala il silenzio.
Felix mi segue e con la sua apparizione tutto torna alla normalita'.
Davanti a due cerveza mi racconta la sua vita. E' arrivato a 50 anni lottando, cercando opportunita' e la possibilita' di emergere. ha studiato da contabile, ed oggi e' in cerca di una scuola che gli insegni l'inglese e l'uso della "computadora"
- Quando arrivo in fondo pero' le opportunita' non ci sono mai, ma io non mi arrendo. Preferisco accontentarmi di poco piuttosto che ridurmi a vendere la cocaina.
Parliamo del mondo, di religione, del suo credo e della rivolta di Oaxaca.
Gli dico- amico mio questa societa' e' un inganno. Ci sono due piramidi. Una rappresenta le classi sociali ed il potere. C'e' un vertice ed una massa di persone che producono per mantenere quel vertice. L'altra e' rovesciata e rappresenta la ricchezza. Mettile vicine, quella ricchezza prodotta da quella massa di persone e' appannaggio di pochi. La questione e' tutta li'.
- Siamo stanchi, la mia gente e' stanca. Come in Egitto, in Libia ed in tutto il mondo. Dicono che noi siamo rivoltosi di natura ma non e' cosi', e tu hai ragione.
Usciamo e con lui visito un po' di luoghi. Quest'uomo, con il suo cappello da baseball in testa, la canottiera bianca ed i pantaloni sdruciti, mi illustra la stoia di monumenti, chiese, piazze e luoghi. Il dettagglio e' impressionante e lo ascolto a bocca aperta. Alla fine ci abbracciamo e se ne va con i suoi 30 pesos in tasca e nulla piu'.
Commenti
(con una mafia ritenuta la più forte di tutte - anche di quella italiana... sarà per questo che i giornalisti considerano il Messico, per loro, il paese più pericoloso al mondo?)