Correre, la sosta.
Il torpore avvolse i suoi sensi lentamente. Sentiva venire meno la percezione delle cose. La mente si proiettò in una dimensione in cui il dolore fisico si diradava. La sensibilità del tatto, dell'olfatto e dell'udito avvolti in una coperta. Tutto veniva avvertito distante.Gli occhi chiusi come una barriera alle sollecitazioni della luce.I pensieri svanirono, i rumori diventarono una dolce nenia in grado di addormentarlo.
Ebbe la sensazione di elevarsi rispetto al terreno. Stava bene in quel tunnel fatto di niente con il paesaggio immobile intorno; l'erba il suo profumo in attesa del suo risveglio.
Viaggiava così verso il sogno. Il suo cervello si muoveva elaborando immagini, le sue palpebre iniziarono a muoversi freneticamente, qualche movimento del corpo, la ricerca di una posizione più comoda.
I volti si accavallarono improvvisi,con loro immagini confuse e colori solo percepiti, indefinibili.
Mentre lui dormiva la vita scorreva come sempre, la polvere alzata dai suoi piedi si era già depositata, i sassi calpestati avevano assunto un nuovo ordine.
Il tutto senza che lui avvertisse nulla.
Il cielo fu attraversato da qualche nube scura, il sole lentamente si coprì, il suo calore attenuato.
Si rannicchiò in posizione fetale, avvolse il suo corpo in un abbraccio stringendo le braccia al petto, reclinò la testa mentre qualche goccia di pioggia iniziò a scorrergli addosso. Avvertì un brivido, il suono ovattato di voci concitate.
Socchiuse gli occhi rimanendo immobile, in quel modo lo colse il risveglio.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Correre.
Ebbe la sensazione di elevarsi rispetto al terreno. Stava bene in quel tunnel fatto di niente con il paesaggio immobile intorno; l'erba il suo profumo in attesa del suo risveglio.
Viaggiava così verso il sogno. Il suo cervello si muoveva elaborando immagini, le sue palpebre iniziarono a muoversi freneticamente, qualche movimento del corpo, la ricerca di una posizione più comoda.
I volti si accavallarono improvvisi,con loro immagini confuse e colori solo percepiti, indefinibili.
Mentre lui dormiva la vita scorreva come sempre, la polvere alzata dai suoi piedi si era già depositata, i sassi calpestati avevano assunto un nuovo ordine.
Il tutto senza che lui avvertisse nulla.
Il cielo fu attraversato da qualche nube scura, il sole lentamente si coprì, il suo calore attenuato.
Si rannicchiò in posizione fetale, avvolse il suo corpo in un abbraccio stringendo le braccia al petto, reclinò la testa mentre qualche goccia di pioggia iniziò a scorrergli addosso. Avvertì un brivido, il suono ovattato di voci concitate.
Socchiuse gli occhi rimanendo immobile, in quel modo lo colse il risveglio.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Correre.
Non era abituata a farlo. Non in quel modo perlomeno. Una corsa a perdifiato, le tempie pulsanti, il respiro corto che diventò un rantolo affannato. Polvere, sudore, graffi sulle gambe e sulle braccia laddove i rovi erano più alti e fitti. All’improvviso la discesa. Si fermò un attimo, esitante sul ciglio. Avrebbe voluto fermarsi là, accasciarsi a terra e restare in attesa , indugiando al sole fino a far placare il rombo nella sua testa. Ma non poteva restare indietro. Non voleva. Riprese la corsa, cercando con lo sguardo il passaggio meno irto. Avanzava con più cautela ora, attenta a dove posava i piedi. Una pietra rotolò giù trascinandosi dietro una cascata di terra polverosa. Tossì e sputò, lacrimando copiosamente. - Non sono fatta per questa vita – pensò sconsolata.
Si sentì sconfitta guardando scomparire la macchia colorata della camicia del suo compagno di viaggio . Quell’uomo sembrava non avvertire la fatica. Aveva corso senza fermarsi mai, senza voltarsi, incurante della distanza che si frapponeva fra loro.
Commenti