Correre, l'accampamento


La nebbia li avvolse in un abbraccio umido. La coltre lattiginosa inghiottì repentinamente le cime degli alberi, si insinuò tra il fogliame fitto, cinse i rami più bassi. Il cuore cominciò a batterle furiosamente nel petto. La nebbia l’accerchiava, avvolgendola in un sudario caldo che la opprimeva. Non scorgeva nulla. Solo la macchia colorata della camicia del suo compagno. Suoni ovattati, fruscii, scricchiolii ad inquietarla. Le vennero in mente dei versi, reminiscenze lontane : - Nascondi le cose lontane,tu nebbia impalpabile e scialba,tu fumo che ancora rampolli, su l'alba….-

Era questo che stava cercando di fare? Tenere lontano il passato? Aveva circoscritto il suo mondo in un presente sicuro, protetto dalla vita. Una prigione dorata che la riparava e la nascondeva. E poi…e poi, l’inquietudine ed il malessere si erano impadroniti delle sue certezze, avevano ingigantito le sue paure, l’avevano trascinata in un vuoto fatto di nulla. 

Un fischio sommesso la fece trasalire, riportandola alla realtà. – Siamo arrivati – annunciò l’uomo – attenta a dove metti i piedi -



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Liberò il sacco a pelo dal suo involucro, cercò un pò di foglie di palma su cui stenderlo. Preparò il suo giaciglio con cura. Scavò un perimetro di qualche cm. con un pezzo di ramo; adagiò, incrociandole, le foglie di palma. Sopra ci mise il telo che copriva il sacco a pelo che vi stese sopra, alla fine.

Pensò a cercare della vegetazione asciutta e dei piccoli rametti secchi. Raccolse delle pietre e le dispose in cerchio, come a costruire un piccolo focolare. La notte con la sua umidità iniziava a farsi sentire. Non c'era più molto tempo e doveva fare in fretta. Il rischio era quello di rimanere svegli, al freddo ed in balia degli animali.
Sfregò con tutte e due le mani un ramo su un piccolo tronco in cui aveva fatto un'incisione. Mise dell'alcool, che portava in una piccola fiasca appesa al fianco, su una foglia. Alle prime scintille soffiò su quel barlume di fiamma. Vi passò sopra la foglia che prese fuoco.
Ripeté l'operazione altre quattro volte.

Quando i fuochi furono pronti si occupò di lei.
- fai la stessa cosa con il tuo sacco a pelo. Se vuoi puoi metterlo dentro questo rettangolo di terreno. Il fuoco terrà lontani gli animali. Finché rimarrà acceso.

Non sopportava l'idea di renderle semplice quel momento. Avrebbe voluto vederla in affanno, spaventata. gente così ti fa perdere tempo, ti allontana dal percorso il più delle volte. Se va bene dilata il tuo tempo riempendolo di cose inutili. Non amava i convenevoli, preferiva un linguaggio fatto di poche cose, sintetico, ma in grado di andare al punto. E quella non era il tipo.
Il suo viaggio in quella zona del Mexico sarebbe stato difficile, complicato e pericoloso. L'idea di una compagna di viaggio di quel tipo non gli piaceva per nulla.

- sono prevenuto, ho pregiudizi, non sopporto queste persone. Ci ho passato una parte della mia vita, ora non ho più tempo. Cazzo mi ha seguito a fare? 
Pensava queste cose mentre si allontanava dall'accampamento in cerca dell'acqua.
Lungo il cammino raccolse radici, bacche ed erba. Avrebbe mangiato quello bollendole nell'acqua,  già pensava alla sua reazione.

Aveva l'abitudine di portare poche cose nei suoi spostamenti. Come dormire,mangiare,bere,ripararsi dalla pioggia ed orientarsi. Le cinque cose fondamentali che impari se frequenti la montagna.
La montagna, quel posto che ti costringe a faticare. sempre.
Un luogo che non perdona, che ti accompagna con i suoi paesaggi ed i suoi silenzi nel percorso. Bello ed infido. In quel paese poi era qualcosa di inimmaginabile.

Il viaggio lo avrebbe portato nel pueblo, tra gli indios Ch'ol. In una zona controllata dall'EZLN. Lì lo aspettavano i suoi amici, e quello sarebbe stato solo l'inizio. Adrenalina e libertà. Un punto di non ritorno. Una percorso che non ammetteva tentennamenti. Per lui, ma lei? Una buona madre di famiglia in viaggio, in fuga per un attimo. Pronta e ritornare alle sue cose. Al niente per lui.


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Lo guardò mentre si affannava a preparare un giaciglio per la notte. Esausta per la lunga marcia si era appollaiata su una roccia, le braccia abbandonate lungo il corpo in segno di resa. Dolori lancinanti le percorrevano la schiena e si propagavano lungo i muscoli indolenziti. Allentò i lacci degli scarponcini e massaggiò le caviglie doloranti. Lui accese il fuoco. Gesti essenziali, misurati, concreti. La fiamma illuminò il buio intorno a loro. Si sentì all’improvviso a disagio. La corsa prima, il buio e la nebbia dopo, l’avevano riparata dal suo sguardo. Non le aveva chiesto nulla quando lei  si era proposta come compagna di viaggio, né le aveva impedito di seguirlo. L’aveva solo soppesata con una sorta di sufficienza che lei aveva trovato irritante. Le si rivolse bruscamente, scuotendole i nervi. – Ma chi crede di essere? – pensò. Soffocò l’indignazione, ricacciando indietro le parole che le erano salite alla bocca. Aveva bisogno di lui se voleva intraprendere quel viaggio. E lei lo voleva. Non sapeva ancora perché la ricerca di se stessa passasse attraverso l’esplorazione di quella terra, ma l’avrebbe scoperto prima o poi. 

Con scarne e asciutte parole la istruì sul da farsi. Fu un’impresa liberare il sacco a pelo dall’involucro in cui era riposto. Armeggiò a lungo mentre lui sogghignava. Vi riuscì solo dopo molti tentativi. – Non sono fatta per questa vita – constatò di nuovo. 
Una fitta allo stomaco le ricordò che non aveva mangiato quasi nulla da quando erano partiti. Guardò speranzosa verso il fuoco. Qualcosa stava bollendo in un minuscolo pentolino. Aveva un odore acre e penetrante, ma in quel momento avrebbe mangiato di tutto. Con disappunto, lo vide accoccolarsi vicino al fuoco e mangiare direttamente dal recipiente, senza invitarla a condividere il pasto. Frugò nella sacca e vi trovò una barretta di cioccolato. Era più di quanto avesse sperato. Un po’ di dolcezza le avrebbe infuso quel coraggio che sembrava venirle meno.




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