Correre, il ricordo di Acteal
I sassi sul fondo del torrente strusciarono contro la sua pelle escoriandola, non ci fece caso e chiuse gli occhi. Avvertì quello che rimaneva del calore del sole sulla sua pelle, sentì delle risatine e voltò la testa. Un gruppo di ragazzini lo guardava dalla cima di un muretto coprendosi la bocca e ridendo di lui. Sorrise a quell'allegria. Sentì i muscoli del collo rilassarsi, la schiena decontrarsi e le braccia riprendere l'energia persa. Si alzò ed uscì dall'acqua. raccolse le sue cose, si asciugò con la camicia ancora sudicia e sudata e s'incamminò scalzo su per la strada. Portava gli scarponi appesi al collo, un asciugamano intorno alla vita e così si presentò alla gente che stanziava nella piazza del villaggio.Uno scoppio di risate lo accolse, agitò la mano come a scacciare le mosche e proseguì verso quella che sarebbe diventata la sua casa per qualche giorno. Vi ritrovò lo zaino aperto e messo su una stuoia. Immaginò che quella fosse opera di uno dei suoi amici, si voltò attorno e strizzò gli occhi per abituarsi alla penombra. C'era un tavolino con tre sedie, un quadro raffigurante un guerriero sulla parete, una specie di focolare con una piastra di metallo sopra ed un'otre di coccio appoggiata sopra. Una serie di pagnotte di pasta di mais era disposta sul tavolo. Sarebbe stata la sua cena con molta probabilità, pregustò quel momento e provò ad anticipare con la fantasia i sapori che da lì a poco avrebbero invaso la sua bocca.
Ripensò all'assemblea, alle decisioni prese. Come un flash gli vennero nella mente le colonne di camionette dell'esercito che aveva visto in città. Il loro armamento e quegli uomini con giubbotti antiproiettile, mitra, passamontagna neri ed elmetti da guerra.
La sproporzione tra le forze in campo era evidente, ed il pacifismo in quella situazione lo irritava e basta.
Ricordò il 1° di Gennaio del 94, gli zapatisti occupare decine di villaggi, gli scontri con l'esercito, i bombardamenti ed i morti. Gli tornò alla mente il massacro di Acteal nel 97. Le decine di vittime tra gli indios. Donne incinta sventrate a colpi di machete, una furia che non aveva risparmiato nessuno. Neanche i bambini. Tutto per garantire il ristabilimento dell'ordine e lo sfruttamento di quelle zone. Come in tante altre parti in centro e sud america.
Le cose sarebbero accadute seguendo il loro naturale corso, e lui non avrebbe potuto fare nulla per cambiare la direzione degli eventi. Quella gente umile lo inchiodava ai suoi sensi di colpa, all'aver ritrovato dopo tanto tempo una coscienza. Le ragioni dell'agire.Avrebbe diviso quell'avventura con i suoi amici e quella compagna di viaggio.
Lei ancora non lo sapeva, e questo lo metteva un po' in ansia.
Si concentrò sulle cose da fare, ripercorse con la mente gli ultimi avvenimenti, ripensò alle parole dette per l'ennesima volta. Aprì la cartina che portava con sé. Il Mexico si dispiegò in tutta la sua lunghezza, guardò i punti segnati ed il tragitto di quel suo viaggio.
Sorrise all'idea del quanto lo attendeva.Non si sarebbe risparmiato nulla, né un attimo di paura né un secondo di godimento. Si alzò ed andò a cercarla per condividere con lei la cena e presentarle i suoi amici. E per farle un discorso.
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