Correre, una spiegazione sullo scritto

Pubblico questo ultimo brano di "correre" poi, con la compagna che condivide con me quest'avventura, smetteremo di essere visibili qui sul blog. 
Correre è la trasposizione a metà tra il vero ed il "romanzo" di quello che è stato l'ultimo periodo passato in Mexico. Alcune delle cose scritte non sono reali, come il personaggio femminile, altre sì come l'episodio che accenno alla fine di questo brano.
E' stato un viaggio "adrenalinico" fatto a contatto con gente fantastica e situazioni che in alcuni casi sono state a rischio. 
Viaggiare al nord in zone in cui è "normale" osservare la guerra tra cartelli della droga e tra questi e lo stato mi ha riportato alla memoria le immagini dei miei viaggi in Salvador ed in centro america negli ani 80.
Osservare ed essere testimone di una festa per "soldati" di una famiglia, provare ad aiutare una comunità di ragazzini senza scarpe, dividere il tempo con dei "visionari" fantastici come i compagni di San Cristobal è un marchio nei ricordi e nelle sensazioni che mi fanno stare bene, qui ed adesso.
C'è poi la natura, gli umili e quelli che ho conosciuto e che hanno aperto il loro cuore e le loro braccia senza chiedermi nulla in cambio.
Tornerò lì e spero per sempre.
Questo "romanzo" vuole essere un omaggio al Mexico ed alla sua gente. Nello stesso tempo ci sono dentro i miei "fantasmi", le mie rabbie ed il mio modo di confrontarmi con gli altri. 
Serve anche a quello in fondo. Provare a leggersi ed a migliorare spogliandosi e mostrandosi per come si è.

Lo guardò andare via.
Lo aveva visto mangiare e bere di gusto. Lo aveva sentito chiacchierare animatamente. – Saranno stati la birra e la tequila a sciogliergli la lingua – aveva malignato. A dire il vero, avevano bevuto un po’ tutti. La birra direttamente dalla bottiglia, come si conviene ad una Corona Extra. Gio gliene aveva aperta una. – Si beve così – le aveva suggerito – con una fettina di lime infilata nel collo della bottiglia. - Aveva poi tappato la bottiglia con il pollice e l’aveva girata per miscelare il tutto. – Se vuoi puoi anche cospargere l’imboccatura con il sale. È una variante che non a tutti piace, ma è da provare!

Le era piaciuta. La birra, dal gusto amarognolo, andava giù che era una meraviglia. Spegneva l’incendio che la zuppa aveva scatenato nella gola e nello stomaco. Era rimasta sorpresa dalla varietà delle spezie e dai colori e dai sapori dei chiles.- Jalapeno per il guacamole – l’aveva istruita Gio, indicandole un cesto ripieno di peperoncini verdi, rossi, giallo, arancio – poblano per i ripieni, guero da conservare sott’olio, chile habanero. L’aveva guardata ridendo e aveva poi aggiunto: - Questo resuscita i morti !- 
Le piaceva Gio. Semplice e diretto, ma gentile e disponibile. La stava mettendo a suo agio e questo era molto più di quanto non avesse fatto il suo compagno di viaggio. – Chi mai l’avrà morso a quello – si chiese per l’ennesima volta. Sembrava ce l’avesse con il mondo intero. – Oltre che con me – precisò a se stessa. Non capiva perché dovesse apostrofarla con quel tono tagliente. Si era irrigidita quando lui l’aveva rimproverata, ma poi aveva deciso che nulla avrebbe guastato quella serata. Aveva abbandonato le posate e, con aria di sfida, aveva afferrato una tortilla e, non senza difficoltà, aveva formato un piccolo cono. Lo aveva poi generosamente riempito di frijoles, fagioli rossi piccanti,che aveva preso direttamente da una pentola di coccio dall’ apertura abbastanza larga.
- Olla – l’ aveva informata Gio, vedendola interessata all’oggetto – è perfetta per cucinare sopra la fiamma viva. I pinto hanno un sapore dolce. Sono gustosi, ma devi aggiungervi della carne e saranno perfetti! -
Aveva addentato il tacos con voracità. Un’esplosione di sapori l’aveva travolta lasciandola a bocca aperta. Sapeva che la cucina messicana era piuttosto robusta, ma mai si sarebbe aspettata una tale forza e intensità. Le sue papille gustative erano state tramortite dalla piccantezza del cibo. Aveva reagito tossendo fino alle lacrime. Una donna si era affrettata a versarle dell’aguas frescas. Il succo di frutta aveva stemperato il bruciore che perdurava nella sua bocca. – Devi morderlo di nuovo . le aveva suggerito Gio indicandogli il tacos – vedrai che il secondo boccone va giù meglio.
Così aveva fatto. Aveva trovato gustoso l’accostamento di carne e legumi. Le salse poi erano qualcosa di travolgente. - Un vero piacere dei sensi – aveva convenuto tra sé. 
Non sapeva ancora dove avrebbe dormito. Aveva inoltre un altro problema da affrontare. Aveva chiesto dove fosse il bagno e le avevano indicato una piccola baracca dietro una delle case. Una rapida perlustrazione della latrina l’aveva sconsigliata di farne uso. Nauseata si era tirata indietro. Ma il problema persisteva. Decise di chiedere spiegazioni al suo compagno di viaggio. Non osava farlo con Gio. Le sembrava che sottolineare l’estrema inadeguatezza dei servizi igienici potesse essere poco opportuno. In fondo le offrivano la loro ospitalità senza nulla pretendere in chiaro!
- Adesso mi dirà che devo piantarla di fare la schizzinosa. - Anticipò in cuor suo la risposta che lui le avrebbe dato. D’altra parte doveva pur chiedere a qualcuno!


La guardò cercando di assumere un'espressione seria.
- quindi per te il problema è la latrina. Bene, chiederò che te ne attrezzino una con tutte le comodità. Nell'attesa serviti del prato lì in fondo, dietro l'albero. Ed attenta ai cani.
Se ne andò a dormire senza aggiungere altro.

La mattina arrivò con il canto del gallo. Faceva freddo ed uscire dal sacco a pelo un'impresa.Decise di lasciare la barba sul viso, si avviò verso il torrente e lì si lavò molto velocemente. Al ritorno nel suo alloggio trovò ad attenderlo il suo amico.
- fai attenzione ora che vai giù. Ci sono stati diversi assalti alle corriere e conviene che tu metta i tuoi soldi nelle scarpe.Quando arrivi vai a questo indirizzo, c'è un compagno che ti aspetta.
Nel dirgli questa cosa mise nelle sue mani un pezzo di carta sgualcito, lo tirò a sé e lo abbracciò.

- grazie, occhio alla tizia. Ha problemi d'incontinenza e conviene attrezzarle qualcosa che sia meno precario del cesso che c'è a casa sua. Hasta luego.
Prese il sacco con le sue poche cose, strinse la mano al suo amico sorridendo ed uscì.

Il collettivo arrivò già carico di gente, disse all'autista il luogo di destino e si strinse accanto ad un vecchio con la barba bianca.
- se vai lì ti conviene prendere la corriera nel primo pueblo, è più comoda e veloce. Questo farà diverse deviazioni e rischi di metterci sei ore per un viaggio che ne dura quattro.

In quei luoghi il tempo era una variabile che dipendeva da un sacco di cose. Questa roba lo affascinava, lo aveva aiutato a perdere l'ansia tipica che lo accompagnava a casa sua quando si trattava di rispettare un qualsiasi appuntamento.Lì non era così, si era abituato all'idea di un tempo dilatato e senza tensione. Da trascorrere prendendo le cose per come avvenivano. Senza fretta.
Osservò il paesaggio dal finestrino dopo averlo pulito con il dorso della mano dalla condensa che lo appannava. Le montagne erano magnifiche, il verde degli alberi della selva non lasciava spazio ad altri colori. Il terreno era fresco di rugiada nei prati. Qualche campesino con il suo cavallo caracollava ai bordi della strada.
I bambini piccoli dormivano in tante posizioni strane addosso alle mamme, insieme al vecchio ed all'autista era l'unico uomo.

Quando lo lasciarono al limitare del paese lo salutarono tutti con calore.
-fai molta attenzione, amigo. suerte.
Si appoggiò ad un albero, stese il sacco per terra e vi si mise sopra in attesa.
Il tempo sembrò passare velocemente assorto come era nei suoi pensieri. Gli venne in mente casa sua, suo figlio e la sua compagna. Tra di loro il viso della sua accompagnatrice.
- cosa farà adesso? Bah, sicuramente è al cesso.
pensò questo e rise di gusto.

La corriera era una delle peggiori che gli fosse mai capitato di prendere.Arrivò piena di bagagli sul tetto, con l'aiuto autista appeso fuori dalla porta che urlava i luoghi di destino. Quando si fermò di fianco a lui una nuvola di detriti e polvere lo ricoprì da capo a piedi.
Salì ed un tanfo di odore di vomito lo investì subito. Andò al fondo e si coricò occupando due sedili in tutta la loro lunghezza. Non c'era molta gente.
Si addormentò quasi subito, piombando nel sogno che aveva interrotto al risveglio nel villaggio.
Le voci che avvertì nel dormiveglia dicevano cose strane. Percepì qualcuno dire - Ora cantiamo tutti.
Aprì gli occhi e vide un ragazzo di fronte a lui con una pistola nella cintola.

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