L'aquila ed il ragazzo

L'aquila vola, con le ali larghe. Magnifica e bella. Muove il capo osservando quello che si muove sotto di lei. Osserva la geometrica perfezione dei campi coltivati. Gli uomini al lavoro e gli animali con loro.
Il vento spira leggero, questo non la fa faticare ed il suo volo è senza sforzo.
Tiene gli artigli contratti, senza alcuna preda.

Il ragazzo alza lo sguardo, il sole colpisce i suoi occhi e lui si ripara con le mani. Vede un'ombra coprire per un attimo il sole. Ne osserva le ali, ed intuisce i colori.
Le gocce del suo sudore scendono copiose dalla fronte. Si sente costretto in quel lavoro, con un padrone ed uno spazio angusto in cui consumare la sua vita.

L'aquila vira verso est, la attendono nuovi spazi e nuovi orizzonti. In un ultimo sussulto picchia verso il terreno. Sfiora le cime degli alberi sentendo sul petto gli aghi dei pini. Si abbassa ancora di più e vede il ragazzo.
E' veloce e non vuole fermarsi, lo tocca leggero sulla testa e va via. Nel suo cielo.

Il ragazzo è paralizzato dalla paura, avverte l'odore selvatico e chiude gli occhi. Non succede nulla, salvo il brivido.
"Non accadrà nulla di peggio" pensa. Abbandona il suo attrezzo, guarda per l'ultima volta quel pezzo di terra e si avvia verso est, asciugandosi la fronte.

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