La resistenza della Val di Susa
Immaginate un cantiere protetto da 2.000 poliziotti e carabinieri. Una specie di fortino transennato con filo spinato, sbarramenti sui sentieri di montagna, pattuglie pert i sentieri e gente che vi fotografa appena arrivate.
Immaginate anche che un giorno su blindati usati in Afghanistan arrivino 150 "alpini" a supporto dei poliziotti e carabinieri. Siete in Italia, in un pezzo di Piemonte ed in unna valle in cui hanno deciso di dare corso ad un'opera inutile. Una roba da 20 miliardi di euro, da completare entro il 2035 per la quale hanno "immaginato" di far passare 80 treni al giorno su una linea in cui ora se ne muovono 14. Pure vuoti nella maggior parte dei casi.
Insomma una roba sulla quale varrebbe la pena fare un minimo d'informazione seria e sulla quale coinvolgere le persone mettendole nella condizione di capire perché.
I Valsusini dovendo vivere sulla loro pelle lo stravolgimento annunciato qualche informazione l'hanno presa, e su quella roba lì non sono per nulla d'accordo.
Immaginate adesso gente che assedia il fortino, tutti i santi giorni. Si organizzano campeggi, concerti di musica, manifestazioni con migliaia di persone.
Per rendere più tranquillo il sonno degli occupanti si organizzano cori di canti partigiani. E quelli s'incazzano. Sapeste quanto s'incazzano. E rispondono con gli idranti e facendo la faccia cattiva.
Eppure si va avanti, sempre di più e sempre più determinati. Questa notte ci sarà di nuovo un assedio da quelle parti, sono preoccupati perché sembra che arrivino in tanti. E Domenica sarà uguale.
La chiamiamo resistenza!
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