Invito al viaggio

Se mai vi capiterà di fare un viaggio in Perù tra i posti da vedere, sicuramente, ci metterete il lago Titikaka. Io ci sono arrivato viaggiando su una vecchia auto americana,
una di quelle con sulla parte posteriore un paio di ali di metallo a forma di pipistrello su cui poggiano gli stop. Una specie di batmobile.
Auto dagli interni enormi in pelle consumata ed in compagnia di un autista "gordo" e simpatico.
Con musica così a fare da sottofondo


Dal finestrino vedevo scorrere valli verdi, infinite. Il ritorno è stato uno sballo, fatto di sera con il sole che se ne andava piano. Dai declivi in fila i contadini tornavano nei loro villaggi, li osservavo sgranarsi lungo le discese e di corsa affrettarsi verso casa. Uomini e donne in fila. Queste ultime con l'immancabile coperta sulla schiena ad ospitare un bambino che dormiva. I fuochi venivano accesi all'interno delle abitazioni e li intravedevo passando con il taxi su  strade fatte da mille ciotoli.
Forse era solo suggestione ma la sensazione era di una pace che stordisce.


Ed invece non era così. Era un periodaccio quello per il Perù. L'inflazione costringeva a tassi di cambio diversi tutti i giorni, la gente camminava con mazzette di soldi che non valevano nulla. Sendero luminoso combatteva la sua guerra ed impiccava cani all'ingresso dei villaggi. La D.E.A costruiva fortini nella selva per controllare il traffico di droga e militarizzare il territorio.
Era tutto precario e si viaggiava tra gente rassegnata ma non piegata.
Ogni tanto andava via la luce perché saltava qualche traliccio, ma i ricordi sono così forti che la tensione che ci ha accompagnati per sei settimane la ricordo con nostalgia.

C'è una parte di mondo, la gran parte credo, in cui il viaggio è un'esperienza in grado di cambiare la prospettiva di quello che osservi e confronti quando torni a casa tua. Ti sembra tutto così incredibile quando misuri le differenze, quando provi a vivere con poco, ad arrangiarti, a dormire per terra e scaldarti in montagna stringendoti in tenda ai tuoi amici per non morire di freddo. Quando osservi come vive la stragrande maggioranza delle persone. Gli spazi angusti che condividono, le fogne all'aria aperta, il lezzo della merda nello scolo di acqua in cui giocano i bambini.
Ed allora hai voglia solo di tornare in qualche posto che ti ridia le stesse emozioni. Che ti scrolli la pesantezza della noia e del superfluo, che ti metta in contatto con comunità in cui fai in fretta ad integrarti.
Non è una passeggiata ed indefinibile quello che ti rimane attaccato. C'è adrenalina e rischio, ma vuoi mettere?

Lo puoi fare anche qui un viaggio, ma è difficile convincere qualcuno a farlo a certe condizioni e quindi trovare un compagno di viaggio. E poi dove andare? Saresti costretto a viaggiare su sentieri asfaltati quasi come strade perché oggi il turismo vuole così. E la dimensione dello spazio non è la stessa, così come non è la stessa la sensazione che ti dà il cielo quando lo osservi così basso lì rispetto a quello che osservi a casa tua.


Il viaggio è una cosa che non si può raccontare, in fondo. Qualsiasi sia il luogo della destinazione. E' una cosa intima, come il ricordo di un amore. 


Ti invito al viaggio
In quel paese che ti assomiglia tanto.
I soli languidi dei suoi cieli annebbiati
Hanno per il mio spirito l'incanto
Dei tuoi occhi quando brillano offuscati.
Laggiù tutto è ordine e bellezza,
Calma e voluttà.
Il mondo s'addormenta in una calda luce
Di giacinto e d'oro.
Dormono pigramente i vascelli vagabondi
Arrivati da ogni confine
Per soddisfare i tuoi desideri.
I tuoi desideri.
Le matin j'coutais
Les sons du jardin
La langage des parfums
Des fleurs




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