Sullo sciopero, la CGIL, ed i fancazzisti in genere.
Quello che vedete è il filmato che testimonia ciò che è accaduto a Torino durante lo sciopero generale.
Le immagini che scorrono portano alla memoria del sottoscritto quello che accadeva durante tutte le manifestazioni nel periodo degli anni 70 tra servizio d'ordine della CGIL e del PCI da una parte , i movimenti ed i gruppi extraparlamentari dall'altra.
In questo caso il servizio d'ordine "stipendiato" della CGIL ha cercato, con l'aiuto della polizia, inutilmente di impedire che da quel palco si esprimessero le ragioni di una fetta consistente del popolo che era in piazza.
Anche all'epoca si parlava di sacrifici e su quella lunghezza d'onda erano tutti i partiti del cosiddetto "arco costituzionale".
Qui siamo in presenza della stessa stupidità che vorrebbe impedire a fette consistenti dell'opposizione, che si muove in questo paese fuori dalle aule istituzionali, di prendere la parola per dire le proprie ragioni sulla questione della crisi.
Quello a cui si assiste (tutti i giorni) è un dibattito in cui si confrontano i soliti noti, ed il perimetro della dialettica è all'interno delle ragioni di chi vorrebbe una redistribuzione un po' più equa del carico e chi, al contrario, difende in modo intollerabile gli interessi di quella fetta di paese che ci ha messi in queste condizioni con la propria "filosofia di vita" e che, purtroppo per noi, non è solo filosofia ma atti e comportamenti precisi.
Oltre questo non si va. Chi avesse voglia di capire perché in modo sempre più incisivo si va diffondendo un'idea radicale di rifiuto della logica dei sacrifici in funzione della necessità di pagare i "debiti" contratti, e rispettare in questo modo l'impegno preso nei confronti dei mercati, non ha modo di trovare uno straccio di dibattito o di confronto sulla questione. Certo ci sono i canali alternativi ma questi non hanno la stessa forza "persuasiva" di quella che può avere un confronto sulla 7 (ad esempio), specie se a questo confronto si potesse dare lo stesso spazio, in termini di interventi, che si dà alle altre posizioni.
Se questa è la situazione qual'è l'alternativa ad una mobilitazione che "approfitti" dei momenti in cui la massa critica delle persone ed il risalto dell'evento possono essere usati per prendersi quello che per altra via viene negato?
Io credo nessuna, ed a nulla vale lo sfogatoio di chi dice che sono tutti uguali per giustificare il proprio fancazzismo e la propria ignavia. Qui si tratta di esserci perché non c'è altro modo.
Il sei di Settembre è stata una magnifica occasione per mobilitarsi, molti hanno fatto gli indifferenti, alcuni si sono limitati a dare buoni consigli( perché in fondo più di quello non possono fare in quanto "tengono famiglia"), altri hanno scelto di parlare di massimi sistemi e di impero del male per giustificare, con una verbosità incomprensibile ai più, il proprio far nulla, qualcun altro ha messo la solita frasetta del cazzo di solidarietà su qualche social network continuando a lavorare tra una pausa caffè e l'altra, altri hanno discusso di cagate su quello che accade in ufficio, il solito quintale inchiodato alla sua sedia ha dato sfogo al nulla della vita guardando la TV. Noi modestamente con DONNE magnifiche e compagni ci siamo riappropriati di un palco per far parlare ed ascoltare.
Per quello che vale un'esortazione: smettetela di giustificarvi, ogni tanto muovete il culo azionando il cervello.
Buona lotta.
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