Il cancro ed il lavoro.
E' un po' come essere in galera. Guardo il mondo attraverso le notizie che scorrono nei vari notiziari, Torino dalla finestra di casa o di quella dell'auto di Carla quando mi porta in giro tra ambulatori e cose di questo genere.
In questo momento tutto questo mi basta, il massimo è stato raggiungere il bar sotto i portici in prossimità di porta palazzo. Mi sono seduto perché camminare è dura, ho bevuto un succo di frutta e mi sono beato dei colori della frutta sui banchetti dei venditori ambulanti.
Dicevo del mondo, sempre più incasinato.
Seguo con un certo interesse la vicenda di Taranto, un po' perché so cosa vuol dire combattere con il tuo fisico per resistere ed andare avanti contro qualcosa che speri di aver sconfitto per il tempo giusto di abituarti all'idea.
Mi impressionano le dichiarazioni di certi soggetti. Per anni hanno lasciato che la situazione degenerasse con il suo carico di sofferenze e di morti, ed ora sentenziano.
Uno di questi ha persino detto " si muore anche per malattia quando manca il lavoro"
Magari non sa che la maggior parte sceglie di morire quando si trova di fronte ad una cosa del genere. E' accaduto qui a Torino ai tempi di Romiti quando quasi 200 operai nel giro di un paio di anni si suicidarono per mancanza di prospettive dopo i licenziamenti di massa.
L'ultimo esempio qualche giorno fa quando un disoccupato ha provato a farla finita dandosi fuoco non ricordo più dove a Roma.
Questa gente (parlo dei padroni) ha sempre qualcosa dietro cui nascondersi. Possono essere le leggi che stabiliscono soglie per difendere la salute delle persone che sono una farsa. Può essere la distanza e l'impunità garantita da qualche stato che permette, a quelli della Eternit ,di sbattersene altamente della morte per cancro di 1800 persone a Casale, non vogliono pagare i risarcimenti.
E' tutto così e temo che non ci sia speranza. Provate voi a vivere con una pistola alla tempia che per quattro soldi garantisce chi ti dice " o così o niente".
Con quella pistola hanno svenduto diritti come in Fiat per ritrovarsi, alla fine, senza nulla.
Mi chiedo se volete passare il tempo che vi rimane senza alzare la testa. Io a questo punto della mia vita e della mia esperienza vi dico molto semplicemente " No! non ne vale la pena"
In questo momento tutto questo mi basta, il massimo è stato raggiungere il bar sotto i portici in prossimità di porta palazzo. Mi sono seduto perché camminare è dura, ho bevuto un succo di frutta e mi sono beato dei colori della frutta sui banchetti dei venditori ambulanti.
Dicevo del mondo, sempre più incasinato.
Seguo con un certo interesse la vicenda di Taranto, un po' perché so cosa vuol dire combattere con il tuo fisico per resistere ed andare avanti contro qualcosa che speri di aver sconfitto per il tempo giusto di abituarti all'idea.
Mi impressionano le dichiarazioni di certi soggetti. Per anni hanno lasciato che la situazione degenerasse con il suo carico di sofferenze e di morti, ed ora sentenziano.
Uno di questi ha persino detto " si muore anche per malattia quando manca il lavoro"
Magari non sa che la maggior parte sceglie di morire quando si trova di fronte ad una cosa del genere. E' accaduto qui a Torino ai tempi di Romiti quando quasi 200 operai nel giro di un paio di anni si suicidarono per mancanza di prospettive dopo i licenziamenti di massa.
L'ultimo esempio qualche giorno fa quando un disoccupato ha provato a farla finita dandosi fuoco non ricordo più dove a Roma.
Questa gente (parlo dei padroni) ha sempre qualcosa dietro cui nascondersi. Possono essere le leggi che stabiliscono soglie per difendere la salute delle persone che sono una farsa. Può essere la distanza e l'impunità garantita da qualche stato che permette, a quelli della Eternit ,di sbattersene altamente della morte per cancro di 1800 persone a Casale, non vogliono pagare i risarcimenti.
E' tutto così e temo che non ci sia speranza. Provate voi a vivere con una pistola alla tempia che per quattro soldi garantisce chi ti dice " o così o niente".
Con quella pistola hanno svenduto diritti come in Fiat per ritrovarsi, alla fine, senza nulla.
Mi chiedo se volete passare il tempo che vi rimane senza alzare la testa. Io a questo punto della mia vita e della mia esperienza vi dico molto semplicemente " No! non ne vale la pena"
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