L'autonomia operaia
Consiglio qualche libro come:
Il ghiaccio era sottile di Marcello Tarì (per chi vuole saperne di più di quella esperienza esaltante che è stata l'autonomia operaia).
La Forma stato di Antonio Negri.
In un panorama povero di contenuti politici che siano altro, rispetto alla costruzione e ridefinizione della gabbia che imprigiona tante vite, questi due volumi possono servire a ridefinire orizzonti.
Nel primo potete trovare questo bellissimo passo delle operaie della casa del 1976:
Volete riappropriarvi della vostra vita? Intanto distruggete i padroni che sono in voi,distruggete le caratteristiche capitaliste che sono in voi. Distruggetevi come padroni. Distruggetevi come aspiratori inesauribili del nostro lavoro domestico.
Non c'è che dire, 1.000 anni luce più avanti rispetto alla miseria dei "dibattiti" intorno ad un magistrato e ad un comico para-fascista.
La forza di quelle esperienze stavano nella capacità "radicale" di spezzare in orizzontale ed in verticale qualsiasi contenuto ideologico che prescindeva da come pensavi di organizzare in primo luogo la tua di vita per poter aspirare alla costruzione di una identità sociale e comunista condivisa.
Un lavoro politico che si poneva il problema e la "questione" della gestione del potere attraverso la definizione e la conquista di spazi autonomi. Nel territorio con la presenza, nell'organizzazione di lotte come le autoriduzioni, in circuiti alternativi in cui sperimentare "un'economia diversa" etc.
Di quello qualcosa è rimasto qui (in altre parti è realtà a cui ogni tanto, da qui,si volge uno sguardo curioso come nel Chiapas). Ed è la parte più vitale non a caso.
Il resto è fuffa.
Il ghiaccio era sottile di Marcello Tarì (per chi vuole saperne di più di quella esperienza esaltante che è stata l'autonomia operaia).
La Forma stato di Antonio Negri.
In un panorama povero di contenuti politici che siano altro, rispetto alla costruzione e ridefinizione della gabbia che imprigiona tante vite, questi due volumi possono servire a ridefinire orizzonti.
Nel primo potete trovare questo bellissimo passo delle operaie della casa del 1976:
Volete riappropriarvi della vostra vita? Intanto distruggete i padroni che sono in voi,distruggete le caratteristiche capitaliste che sono in voi. Distruggetevi come padroni. Distruggetevi come aspiratori inesauribili del nostro lavoro domestico.
Non c'è che dire, 1.000 anni luce più avanti rispetto alla miseria dei "dibattiti" intorno ad un magistrato e ad un comico para-fascista.
La forza di quelle esperienze stavano nella capacità "radicale" di spezzare in orizzontale ed in verticale qualsiasi contenuto ideologico che prescindeva da come pensavi di organizzare in primo luogo la tua di vita per poter aspirare alla costruzione di una identità sociale e comunista condivisa.
Un lavoro politico che si poneva il problema e la "questione" della gestione del potere attraverso la definizione e la conquista di spazi autonomi. Nel territorio con la presenza, nell'organizzazione di lotte come le autoriduzioni, in circuiti alternativi in cui sperimentare "un'economia diversa" etc.
Di quello qualcosa è rimasto qui (in altre parti è realtà a cui ogni tanto, da qui,si volge uno sguardo curioso come nel Chiapas). Ed è la parte più vitale non a caso.
Il resto è fuffa.
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