Vivere e morire

E così sembra che anche quest'anno potrò portarlo fino alla fine. Il 31 si chiude e sono ancora qui, vivo.
Poi ci saranno trecentosessantacinquegiorni da vivere, ancora. Si spera.
Passo il tempo accompagnandomi a ragazzini a cui faccio ripetizioni d'italiano e matematica. Arrivano dal Marocco, molte volte faccio fatica a farmi capire ma è tempo speso bene.
C'è poi la questione di chi al martedì mattina mi aspetta per fare una passeggiata, è cieco e mi fa sempre le solite domande. Ogni tanto cambio le risposte ma non riesco ad ingannarlo.

Ho messo giù delle cose, le ho scritte nei giorni in cui avevo voglia. Ora le rimetto in parte qui:


"La giornata è stata impegnativa sotto tutti i punti di vista. Assistenza, solidarietà agli studenti, cuoco per il figlio, insegnante e uomo d'ordine alle prese con una banda di ragazzine marocchine scatenate etc.etc.
Dicevo delle ragazzine, durante la riunione preliminare dopo essere stato interrotto tra frizzi e lazzi ho chiesto ad una 15enne "ti comporteresti così anche con tuo padre?" la risposta è stata "a mio padre gli sputerei in faccia" . "Però!" ho pensato.
Per fortuna è andata meglio al mattino. Apprendo in fretta, dopo aver imparato ad imboccare, a sollevare, a far passeggiare, ad ascoltare la stessa storia per 20 volte ho scoperto come aiutare uno al cesso.
La passeggiata al balun è stata energizzante e la serata di più.


Non so se qualcuno di voi ricorda la questione del vino al metanolo. Potete leggere qui di cosa si tratta:
http://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_del_vino_al_metanolo_in_Italia
Una di quelle persone giace rattrappita in un letto. Faceva il cuoco, ha gli occhi azzurri e, da quello che mi hanno raccontato, ha girato mezzo mondo.
Non riesce a fare nulla, bisogna prenderlo in braccio per portarlo in bagno e lavarlo. Pesa pochissimo. I suoi occhi ti fissano e sembrano non chiudersi mai.
L'ho aiutato a mangiare, insieme ad un compagno, imboccandolo.
Quando ho finito mi sono fatto un giro dietro al Balun, sono entrato in un bar, ho guardato l'umanità varia. Non c'era un italiano tra i clienti.
Lì incontro un tipo "strano", avrà una sessantina d'anni, di colore ed indossa un cappello da rasta che gli tiene i capelli. Ha un accento francese che gli dà un'aria sofisticata.
Il massimo che quelli che incontro consumano lì in quel bar è un caffè. Poi stanno per ore a conversare.
Ogni tanto passa il pattuglione dei poliziotti e chiede i documenti. I poveri devono giustificare sempre la loro presenza.
In quel momento mi viene da pensare al mio amico nel letto, a quello che per fare più soldi ha fatto morire 23 persone e che per un cavillo giuridico vive libero.
Non mi vengono in mente molti discorsi sulla giustizia o sulla vita.Quelli fateli voi che amate le chiacchiere. Osservo e basta. Cerco solo di salvaguardare il mio stomaco e di vivere il più a lungo possibile per lasciare memoria della merda che ha ridotto delle persone come fili contorti su un letto.

"Come raccontare queste cose? Presente qualcuno volò sul nido del cuculo? Bene, l'ambiente che frequento al Martedì mattina è più o meno lo stesso. Nel passeggiare con uno degli ospiti, cieco, siamo passati diverse volte davanti all'ascensore. Avrà fatto quella passeggiata non so quante volte e annusa la presenza di tutto ciò che è sul suo tragitto. Dicevo dell'ascensore, ad un certo punto mi chiede: Sei pratico di ascensore?
< Beh, direi di sì>

Vedo un'infermiera e chiedo a lei il permesso.
la risposta.
Lui capisce e per un po' sta in silenzio mentre si cammina.
Ad un certo punto passiamo davanti ad una finestra e lui mi ferma.
Stringe il braccio e mi dice: L'aria, almeno l'aria. Aprila e fammela respirare.



Nel conoscere le persone entri nella loro vita.
Uno mi ha detto che appena nato lo portarono lì abbandonandolo.
Ci ha passato tutta la vita ed ora aspetta di morire.
< sarò nato da qualcuno> mi ha detto < Ma l'unica cosa che conosco sono queste stanze>
Sono tornato a casa alle 13 circa del resto, se accadrà qualcosa di particolare, magari ne parlerò"

Ho tempo per queste cose ora, spero di tornare anche a percorsi più impegnativi ma così mi basta.
Ogni tanto penso alla morte e chi mi sta accanto s'incazza. E dire che prima o poi di questo dovremo parlare, seriamente.
Ogni tanto...si fa per dire. E' cambiato l'approccio e non ho paura. Strano vero?
Penso a quello che vorrei portarmi dietro, la musica e qualche libro. Come essere vestito, dei due pesos da mettere nel portafoglio. Di chi vorrei e no dietro alla bara.

Pensavo al fuoco, a diventare polvere. Ad essere disperso, magari sulle rive di qualche fiume. Contaminare l'aria e la terra con pulviscoli minuscoli che entrino nei pori dei vivi.
Penso queste cose qui e continuo a vivere, come voi. Come noi.

La differenza è la percezione di un tempo che non è scontato, in cui non fai tanti programmi, grazie al quale sei tornato a non avere problemi a sputare veleno se ne hai.
E poi parlo, parlo, parlo... con tutti.
Ieri a quello che mi ha venduto la frutta ho chiesto del suo rapporto con la religione, con Dio. Lui è musulmano. Mi ha detto che ha imparato ad avere pazienza e che vuole presentarsi immacolato al cospetto di quello.
Immacolato...
Vado avanti e domani è il 1° di un altro anno, come ce ne sono stati a milioni da quando abbiamo dato un senso al passare dei giorni e delle notti.
Che la vita vi sia lieve perché la terra quel giorno non la avvertirete per nulla.
Hasta luego.

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