La libertà
Ieri sera Aron aveva pochi compiti da fare. Mi ha guardato con i suoi occhi neri e mi ha detto" non ho nulla da fare, vado a casa".
" Che ne pensi di fare un tema, invece?"
E' rimasto male, sicuramente. Ha incassato questa richiesta, si è un po' ingobbito sul libro che aveva davanti e ha fatto un cenno con la testa come a dire " Va bene"
" Di che parlo?"
" Della libertà"
Ha scritto al centro della prima riga del foglio LA LIBERTA' a caratteri cubitali ed ha iniziato.
Il senso delle cose che ha scritto erano del tipo "sono libero di andare a scuola, di giocare etc.etc."
Aron ha undici anni e frequenta la prima media. Ad oggi non ha mai fatto un tema, il massimo qualche riassunto dei brani di antologia che la professoressa d'Italiano gli fa studiare.
Per il resto delle materie è un fiorire di domande chiuse alle quali si risponde mettendo una crocetta. Sembra che sin da piccoli si voglia allevare una infinita serie di polli da batteria a cui si evita di pensare e di confrontarsi con altre idee, a cui si chiede solo uno sforzo mnemonico che con il ragionamento e la bellezza di esplorare le idee degli uomini non ha nulla a che fare.
"Aron per te essere libero significa andare a scuola o scegliere di andare a scuola?"
"sicuramente scegliere di andare a scuola"
"e per scegliere secondo te cosa devi fare?"
"Mah! credo pensare, ragionare..."
" Quindi possiamo dire che la libertà è poter scegliere dopo aver ragionato sulle diverse cose da fare?"
"Sicuramente"
"Quindi ti senti libero quando vai a scuola?"
"No, in realtà è mia mamma che mi spinge ad andare a scuola. Io andrei a giocare"
"Messa così la libertà è una roba mica tanto facile da definire, vero Aron?"
"Beh, maestro (mi chiama così) ma io in fondo sono più libero di quel ragazzino che è nella mia classe e che ha problemi "mentali" e che non può neanche scegliere"
"E che problemi ha il tuo amico?"
"E' un po' matto. Sai di quelli che fanno quello che gli pare e che non ascoltano nessuno perché non capiscono"
"Mi vuoi dire che il tuo amico si comporta come gli pare istintivamente?"
"Sì, più o meno così. Sai questi sono pericolosi perché da grandi poi possono anche uccidere la gente appunto perché non ragionano"
"Secondo te Aron il fatto di non tener conto di quello che gli dice il professore per come si comporta non lo rende più libero? Forse non è in grado di rendersi conto dell'effetto sugli altri delle sue azioni ma, per quanto riguarda se stesso magari è più libero di te e di me. E poi che significa che potrà uccidere da grande. Non vedi che anche i grandi che "ragionano" e che sono "normali" uccidono senza problemi?"
"Sì, è vero. Diciamo che io sono libero se ragionando riesco a scegliere senza che qualcuno mi dica prima cosa devo fare"
"Questo può essere un pezzo del ragionamento. Ma ci devi arrivare da solo, io posso solo farti delle domande. A scuola non fate così?"
"No, a scuola no"
Aron abita in Barriera di Milano, sua madre è disoccupata , suo padre è tornato in Marocco, scrive su pezzi di carta e fa le fotocopie dei libri. Il diario è quello dell'anno scorso, aggiorna le date e cancella quello che aveva scritto in precedenza.
Con Aron sto bene.
" Che ne pensi di fare un tema, invece?"
E' rimasto male, sicuramente. Ha incassato questa richiesta, si è un po' ingobbito sul libro che aveva davanti e ha fatto un cenno con la testa come a dire " Va bene"
" Di che parlo?"
" Della libertà"
Ha scritto al centro della prima riga del foglio LA LIBERTA' a caratteri cubitali ed ha iniziato.
Il senso delle cose che ha scritto erano del tipo "sono libero di andare a scuola, di giocare etc.etc."
Aron ha undici anni e frequenta la prima media. Ad oggi non ha mai fatto un tema, il massimo qualche riassunto dei brani di antologia che la professoressa d'Italiano gli fa studiare.
Per il resto delle materie è un fiorire di domande chiuse alle quali si risponde mettendo una crocetta. Sembra che sin da piccoli si voglia allevare una infinita serie di polli da batteria a cui si evita di pensare e di confrontarsi con altre idee, a cui si chiede solo uno sforzo mnemonico che con il ragionamento e la bellezza di esplorare le idee degli uomini non ha nulla a che fare.
"Aron per te essere libero significa andare a scuola o scegliere di andare a scuola?"
"sicuramente scegliere di andare a scuola"
"e per scegliere secondo te cosa devi fare?"
"Mah! credo pensare, ragionare..."
" Quindi possiamo dire che la libertà è poter scegliere dopo aver ragionato sulle diverse cose da fare?"
"Sicuramente"
"Quindi ti senti libero quando vai a scuola?"
"No, in realtà è mia mamma che mi spinge ad andare a scuola. Io andrei a giocare"
"Messa così la libertà è una roba mica tanto facile da definire, vero Aron?"
"Beh, maestro (mi chiama così) ma io in fondo sono più libero di quel ragazzino che è nella mia classe e che ha problemi "mentali" e che non può neanche scegliere"
"E che problemi ha il tuo amico?"
"E' un po' matto. Sai di quelli che fanno quello che gli pare e che non ascoltano nessuno perché non capiscono"
"Mi vuoi dire che il tuo amico si comporta come gli pare istintivamente?"
"Sì, più o meno così. Sai questi sono pericolosi perché da grandi poi possono anche uccidere la gente appunto perché non ragionano"
"Secondo te Aron il fatto di non tener conto di quello che gli dice il professore per come si comporta non lo rende più libero? Forse non è in grado di rendersi conto dell'effetto sugli altri delle sue azioni ma, per quanto riguarda se stesso magari è più libero di te e di me. E poi che significa che potrà uccidere da grande. Non vedi che anche i grandi che "ragionano" e che sono "normali" uccidono senza problemi?"
"Sì, è vero. Diciamo che io sono libero se ragionando riesco a scegliere senza che qualcuno mi dica prima cosa devo fare"
"Questo può essere un pezzo del ragionamento. Ma ci devi arrivare da solo, io posso solo farti delle domande. A scuola non fate così?"
"No, a scuola no"
Aron abita in Barriera di Milano, sua madre è disoccupata , suo padre è tornato in Marocco, scrive su pezzi di carta e fa le fotocopie dei libri. Il diario è quello dell'anno scorso, aggiorna le date e cancella quello che aveva scritto in precedenza.
Con Aron sto bene.
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