Morire

Mo, ci sta sto fatto che mi sto ri-leggendo il libro di Terzani. Quello dell'intervista al figlio. Ora, io ho il massimo rispetto per lui però certe affermazioni lasciano il tempo che trovano. A parte le pippe "new age" c'è una cosa che non sopporto: quando uno ti dice il lavoro te lo puoi inventare, il mondo non ha porte sbarrate e dipende da te e ci vuole fantasia.
Se non fosse che ci stanno solo sei miliardi di persone sulla terra e qualcuno la rottura di coglioni di: zappare la terra, avvitare bulloni, costruire case, insegnare a leggere e a scrivere, costruire macchine da scrivere per far pubblicare i libri al figlio di terzani, stare dietro la cassa della banca per incassare gli assegni dal figlio di Terzani, stare dietro alla cassa del market per far pagare la spesa alla moglie del figlio di Terzani, fare gli asciugamani in qualche fabbrichetta del Pakistan per quelli che "cogitano" sulla spiaggia sulle disgrazie del mondo, etc.etc.etc. che è la somma di una infinità di mestieri umili che quelli new age manco capiscono e conoscono, dicevo se non fosse per questa roba di fondo, che alla fine ti dice che lui ha avuto un culo da niente a fare quella roba lì, e che avrebbe dovuto capirlo e non scrivere 'sta stronzata (perché alla fine se uno non zappa la terra al posto mio e tuo, col cazzo che abbiamo il tempo per leggere le tue illuminazioni), la parte in cui dice che in fondo abbiamo paura della morte perché passiamo la vita a legarci alle cose, il che è una grande stronzata visto che le cose rimarranno e noi saremo scoreggette nell'universo mondo ( o energia se più vi piace e siete new age), è un gran punto.

La morte ci fa paura, però camminiamo su miliardi di morti (è sua). Ci alimentiamo l'energia con i residui di morte (è mia) eppure ne abbiamo paura.
Quando discorro con le persone e nel mezzo ci metto 'sto fatto che ho il cancro, o meglio, che mi hanno operato di cancro al fegato lo scorso anno, e sono ancora qui che co' sta storia ci convivo in attesa di eventi, vedo quelle persone fare sorrisetti raggelati. Guardarmi come io guardo il risultato dei tanti raggi che ho fatto e che mi hanno permesso di conoscere il mio corpo nei suoi angoli più reconditi. Un ammasso di ossa, nervi e carne casualmente viva e in movimento. Anche loro sono casualmente vivi, solo che fanno finta di non saperlo e rimandano il pensiero.
Riesco ancora ad incazzarmi, sì c'è stato il periodo mistico (confesso). Ed è stato bello, anzi lo è. Ti permette di startene per i cazzi tuoi leggero, le cose ti scivolano addosso e le priorità son altre. Guardi quello che c'è intorno e per un po' la cosa non ti coinvolge. Poi, però, la gente è gente e tu sei tu e allora dentro lo stomaco prima e con l'aiuto del cervello, poi, tiri fuori le cose di sempre. Solo che adesso è peggio, questi ti stanno proprio sul cazzo tutti e l'unica cosa che salvi è quel mondo parallelo, fatto di ricordi e di idee che vivono da un'altra parte.
Quando sarà finita lascerò le gambe che mi hanno portato in giro, saluterò gli occhi che mi hanno permesso di osservare tanto, spegnerò il cervello che ha sempre elaborato troppo e cercherò di capire che cazzo ci sta di meglio di là, visto che nessuno ritorna di qua.  Ma non penso che mi sarà possibile farci un post.

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