Lezione numero uno per la Ligresti : lavami le mutande.
Questo è un estratto dalla perizia fatta alla Ligresti.
Giulia Ligresti soffriva “di un disturbo dell’adattamento, che è un evento stressante in modo più evidente per chi sia alla prima detenzione e in particolar modo per chi sia abituato a una vita particolarmente agiata, nella quale abbia avuto poche possibilità di formarsi in situazioni che possano, anche lontanamente, preparare alla condizione di restrizione della libertà e promiscuità correlate alla carcerazione».
In sostanza viene certificato che se sei ricco la galera può nuocere al tuo stato psicofisico. E come cazzo si fa a rinunciare alla colazione dietetica, allo yoga, al pranzo con l'amante, alla palestra dove si fa la ginnastica dolce, alla cena con tutta la famiglia (light pure quella), allo shopping, al passaggio in parrocchia per l'obolo ai poveracci che tanto ti turbano la coscienza immacolata etc.etc.etc.
Se fai tutte queste cose è difficile che ti possa adattare a 4 metri x 2, il cesso vista sbarre e senza manco una tendina, la pasta scotta, la puzza di sudore e di pisciio etc.etc.etc.
Se invece sei un morto di fame da sempre cazzi tuoi, nella merda in fondo ci vivi e quindi ci puoi restare e crepare. Anche un suicidio, nel tuo caso, è un atto umanitario.
Detto questo quelli che non sopporto sono i cuori teneri che urlano liberi tutti, come se la condizione di un borghese alla Ligresti sia la stessa di uno qualsiasi dei proletari in galera. Io sono per liberi noi e dentro loro. Poi, tra cento anni, ne riparliamo.
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