Rivolta o rivoluzione. Appunti su quello che accade negli USA

Naturalmente i guerriglieri de casa si sono subito eccitati ad osservare quello che accade di là dalle parti dell'impero a stelle e strisce.
Senza entrare nel merito un paio di osservazioni "storiche", a esplosioni di questo tipo gli ameritonti sono abituati da una vita:esempio Harlem nel 1935. Io ho ancora memoria delle immagini in bianco e nero della rivolta di Watts con 34 morti e centinaia tra feriti e arrestati, nel 67 a Detroit con 43 morti , dopo l'assassinio di Martin Luther King, Los Angeles nel 1992, Cincinnati nel 2001 etc.etc.etc.
La componente razziale è predominate. Eppure nonostante tutto questo di rivoluzione e cambiamenti sostanziali nisba.
Oggi sembra esserci in più un elemento di classe che ha colpito indifferentemente bianchi e neri e vedremo se darà i suoi frutti: un livello di disoccupazione e precarietà che non ha precedenti nella storia se non durante la crisi del 1929.
Nel 1849 Andreas Gottschalk scrisse una lettera nella quale diceva peste e corna del buon Carletto, tra le tante accuse c'era quella di essere un pavido e scriveva " Non sappiamo cosa verrà fuori dalla nostra rivoluzione. ...Noi, il partito rivoluzionario del proletariato, che non conosce compromessi, non abbiamo paura-meno che mai di un ritorno alla barbarie medievale. Lei, invece, ha paura. Ed è naturale. Lei non prende sul serio l'emancipazione degli oppressi."
Chi scriveva era un medico. Quelle opinioni barricadiere erano successive all'esperienza del 1848, non sortirono alcun effetto sull'emancipazione dei più deboli, e cosa peggiore non tenevano conto di quanto era accaduto, della restaurazione, della disparità di forze e dei risultati raggiunti.
Nel suo manuale di guerriglia urbana uno che ci provò in Brasile( a cambiare il corso degli eventi) scrisse, in sette punti, quelli che, a suo parere, erano i peccati di chi si prestava a pratiche di guerriglia.
Sintesi:
Il primo peccato è l’inesperienza.
Il secondo peccato del guerrigliero urbano è il vantarsi delle azioni fatte e raccontarle ai quattro venti.
Il terzo peccato è la vanità.
Il quarto peccato del guerrigliero urbano è sopravvalutare la propria forza
Il quinto peccato è un’azione sconsiderata. Il guerrigliero può commettere questo peccato
quando perde la pazienza, ha un attacco di nervi, non aspetta gli altri e si getta impetuosamente nell’azione, soffrendo una sconfitta incalcolabile.
Il sesto peccato è attaccare il nemico quando è molto arrabbiato.
Il settimo peccato è fallire la pianificazione delle cose ed agire spontaneamente.
Me lo vedo oggi con tutta 'sta mania di fare i rivoluzionari scrivendo cose roboanti su facebook e a botte di selfie.
Io penso che ci sia una bella differenza tra rivolta e rivoluzione. Non penso che la prima sia più efficace. Anzi, credo il contrario. Il problema è che non abbiamo voglia di arrenderci all'idea che un percorso "rivoluzionario" necessita di lavoro duro, obiettivi praticabili e un'idea di società condivisa. Sennò non rimane come residuo che qualche televisore saccheggiato in un Wallmart per guardarsi una serie di Amazon prime. Fino alla prossima rivolta e al prossimo modello TV.

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