Moravia, la rivoluzione culturale e quelli di mò
Nel 73 garzanti pubblicò un libro di Moravia intitolato "la rivoluzione culturale in Cina". Mi costò 1.200 lire e avevo 16 anni. Non lo lessi subito e non so neanche perché lo comprai. Mi servì in seguito, in particolare quando assistevo a quei dibattiti scannacompagni che andavano tanto per la maggiore. Ostinatamente ci si menava tra stalinisti e anti-stalinisti, anarchici e comunisti (tutti), leninisti marxisti e maoisti stalinisti marxisti e via discorrendo. Non parliamo poi del periodo autonomia sì e autonomia no, lottacontinua modello servizio d'ordine e lotta continua modello "famose 'na canna, io sono mia".Sembra che tra i residuati bellici odierni, i ventenni di mo, questa dialettica continua a non mancare. C'è ancora gente che va in giro con la frasetta scritta su un pezzo di carta buona per tutte le stagioni, tipo " Lenin nel 17 disse che..." e l'altro che risponde " sì, però ha anche detto che..." Bene, ci sta un interessante dialogo tra Moravia e un intellettuale cinese (di quelli tosti) di cui cito le parti salienti: " Dico, un po' aggressivo" ma la buona letteratura non si pianifica, non si confeziona. La letteratura ha da essere, libera, spontanea, senza preparazioni volontaristiche.." Lo scrittore ha in mano il libro rosso di Mao. Come, del resto , ce l'ho io e ce l'hanno i tre interpreti. Lo sfoglia, l'apre, ci dice la pagina che tosto andiamo a cercare, quindi legge ad altra voce: " tutte le conoscenze autentiche derivano da esperienze immediate" Capisco che debbo rispondere nello stesso modo con Mao....leggo con violento tono didascalico " La causa fondamentale dello sviluppo delle cose e dei fenomeni non è esterna ma interna, si trova nelle contraddizioni interne delle cose e dei fenomeni" Lo scrittore non è tanto contento....." riapre il libro, annunzia la pagina e legge" noi neghiamo l'esistenza non solo di un criterio politico astratto e immutabile ma anche di un criterio artistico astratto e immutabile: ogni classe in ogni società di classi possiede un criterio suo così politico come artistico. E qualsiasi classe in qualsiasi società di classi mette il criterio politico al di sopra di quello artistico" Punto nel vivo dico la pagina e leggo: " le opere che mancano di valore artistico , anche se progressive, restano inefficaci dal punto di vista politico" Sorrido con fiele. lo scrittore conclama" la nostra letteratura e la nostra arte debbono servire alle grandi masse del popolo e prima di tutto agli operai, ai contadini e ai soldati" Ribatto..." sarebbe a nostro avviso pregiudizievole per lo sviluppo dell'arte e della scienza ricorrere alle misure amministrative per imporre un certo stile e una certa scuola e proibire un certo altro stile" Rapido mi controbatte leggendo" la cultura rivoluzionaria è per le masse un'arma potente della rivoluzione. Prima della rivoluzione, le prepara ideologicamente; durante la rivoluzione costituisce un importante e indispensabile settore del fronte generale della rivoluzione" Dolcemente rispondo" il vero e il falso nell'arte e nella scienza è una questione che deve essere risolta dalla libera discussione negli ambienti artistici e scientifici, dalla pratica dell'arte e della scienza e non con metodi spicci". Chiudo qui il ricordo. Per dire che? che abbiamo già consumato tutto, in altezza, in profondità e in lunghezza e osserviamo certi "intellettuali" e leader con noia, sbadigliando.
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