Conversazione con il pittore - 2a parte


 Quindi secondo te uno che dipinge dovrebbe avere una funzione, per così dire, "politica" e ideologica, in cui sono celebrate le "masse" di individui che vivono in un determinato spazio? 

Uno che dipinge, secondo me, deve essere libero di esprimersi per ciò che sente e in sintonia con se stesso. Non deve essere al servizio di nessuno. Detto questo credo che sia indicativo il fatto che per migliaia di anni l'arte ha rappresentato i simboli di potere di un vertice che dominava su tutto e su tutti gli aspetti della vita delle persone. La fine dell'ottocento e il secolo scorso, da questo punto di vista, hanno operato una rottura rispetto al passato e al modo di esprimersi. Noi ammiriamo l'arte classica per la qualità e la bellezza delle opere che ha espresso, l'arte medievale per la testimonianza che ha lasciato in un periodo durato mille anni circa, e così via. Però quando ci poniamo di fronte ad un quadro espressione di  di un tempo diverso e più vicino a noi cogliamo una rottura evidente. Nella rappresentazione delle persone, nella registrazione dell'emergere di una nuova classe sociale e di un diverso assetto di potere, della denuncia attraverso l'uso della metafora di alcuni dipinti nei rapporti di classe, della denuncia esplicita degli orrori rappresentati dalle guerre, del lavoro degli umili, del superamento dell'iconografia celebrativa con la rinuncia alle forme classiche di ciò che si vuole rappresentare.

Puoi essere più chiaro e più esplicito?

Da un certo momento in avanti c'è stata un'accelerazione che secondo alcuni, e sono d'accordo, coincise con il convergere di due elementi. Il primo legato ad uno sguardo che non si limita a celebrare il potere e l'esistente o a fare da contraltare alla narrazione religiosa. Il secondo dall'introduzione di nuovi strumenti, come i contenitori dei colori ad olio che diventarono dal 1841 i pratici tubetti.

Era dal 1500 con l'introduzione della tela al posto delle tavole di legno che non c'era stato alcun sostanziale cambiamento  nella strumentazione di base dei pittori.

In neanche 100 anni troviamo un'esplosione di tendenze, correnti e modi di esprimersi che non ha avuto eguali nei secoli precedenti. Questo è stato influenzato da pratici strumenti? Credo di sì. Dipingere al chiuso, al di là dei contenuti, è diverso dal poter disporre dello spazio e della natura, della luce naturale e dai suoi cambiamenti nel corso della giornata. C'è poi, per molti, il prendere pieno possesso di una coscienza, diciamo così, di "classe" prendendone le parti e facendosi voce delle loro istanze. Millet con la rappresentazione dei contadini al lavoro nei campi, per certi versi lo stesso Van Gogh, anche se su un piano meno impegnato con la tela che ritrae i "mangiatori di patate". Rispetto a Millet l'impegno di Coubert è rivoluzionario, non c'è soltanto una fotografia delle condizioni dure dell'esistenza di quelle persone, ma un porsi come agente di cambiamento. Non a caso fu uno dei protagonisti della Comune di Parigi e dei moti rivoluzionari di quel periodo.


Certo, è una visione suggestiva quella che offri. Mi sorge una domanda: qual è il ruolo dell'arte e di un artista nella società di oggi?

Per la maggior parte degli artisti oggi il loro ruolo è solo quello di diventare famosi e fare soldi. La dominate "mercato" è qualcosa che ci portiamo dietro da tempo immemore. Sia che questo sia rappresentato da qualche faraone, papa, nobile o sacerdote del tempio che ti chiedevano di dipingere a comando e secondo le loro esigenze, sia che questo compito tocchi a qualche mercante o gallerista. C'è, da parte di chi guarda, la ricerca del "bello" inteso come elemento di arredamento. Mi torna in mente la scena dell'ultimo film su Van Gogh, quella in cui lui giace morto dentro la cassa in una stanza con alle pareti i suoi quadri e la gente che gli si muove intorno cercando quello che si intonava meglio all'arredamento della casa.

Quello che c'è di profondo interessa a pochi. Quindi, per tornare alla domanda, io posso dire cosa è l'arte e il suo ruolo per me. E per me questa deve soddisfare l'esigenza che ho di portare con i colori il malessere che avverto oggi, o da quando sono nato per alcuni, dentro questi meccanismi. Uso rappresentare soggetti "deboli", come lo possono essere dei minatori o dei campesinos o il ritratto di un tizio tatuato fotografato all'interno di una prigione.


Comunque chiudiamola qua oggi, ci torneremo più avanti. E poi 'sta cosa è a puntate mica per caso, o no ?!.

Alla prossima, anzi una domanda. Come la mettiamo in musica sta cosa?

Con una vita tranquilla e serena, alla prossima.




 


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