Conversazione con il pittore - 3a parte

 

Tracce sulla spiaggia-Mario Paravano

Quindi qual è il ruolo dell'arte?

L'arte da sempre si è mossa in sincrono con ciò che accadeva nella società, è stata la fotografia di rapporti di potere ingessati per tanti secoli. Rapporti nei quali dominavano quelle forze rappresentanti élite o centri di potere che mutavano solo in base a chi riusciva a dominare l'avversario sul campo di battaglia. Ecco, il campo di battaglia era la sintesi finale dello scontro. Quindi che fai in quanto artista? Omaggi chi detiene il potere, racconti le sue gesta, fai divulgazione al popolo analfabeta del messaggio che secondo te sta dentro un libro che necessita di essere spiegato e che regola secondo la legge divina il modo in cui convivere, indicando nello stesso tempo la gerarchia sociale e il proprio ruolo e posto nella stessa.  L'arte in qualche modo è al servizio e non trova aree "libere" nelle quali potersi esprimere secondo quella che è la sensibilità, o una sua reinterpretazione rispetto al presente, dell'artista.

E' stata subalterna, per certi versi c'era più libertà di espressione nei disegni tracciati sulle rocce da qualche nostro antenato. Scene di caccia collettiva, la fatica della sopravvivenza e il segno nella sua forma più essenziale come elemento di narrazione. Quindi forme "sociali" non complesse in cui l'elemento comunitario era prevalente rispetto al resto.

Per tornare alla domanda, ha un ruolo l'arte in tutto questo? Sì, ma è passiva ed è gioco forza al servizio di qualcuno.

Mi sorprendo sempre nell'osservare certi quadri. In molti la rappresentazione della colpa, del peccato e del dolore. La visione della vita come sofferenza e castigo. Volti con occhi rivolti al cielo, facce rappresentate senza espressione o, quando ce l'hanno, in qualche modo piegate al corso degli eventi. Il "popolo" è un comprimario ritratto in modo supino rispetto a chi "comanda", sia esso un rappresentante del clero o un re. Buono per fare da sfondo  nelle scene di battaglie, mai protagonista. I protagonisti sono i principi e i rappresentanti di Dio.

Cosa vediamo e ammiriamo di quelle opere? La tecnica, la maestria e la raffinatezza, anche se è l'elemento "artigianale" in molti casi a prevalere su quello creativo. Se andiamo per periodi prevale come filo conduttore il concetto della narrazione e della documentazione degli eventi, storici e religiosi,  dei suoi protagonisti. In epoca EGIZIA questo avviene con raffigurazioni piatte, prive di prospettiva, ripetute per centinaia di anni secondo lo stesso modello. Il profilo, la sezione che prevale su tutto il resto. Quando cambiano gli interpreti, e con l'immissione di canoni  che si rifanno a un realismo in grado di raffigurare l'uomo e la donna secondo schemi di proporzionalità, muta quello che viene dipinto o scolpito. Nell'arte ellenica le figure assumono la sembianza di dei, i volti sono senza rughe come a evidenziare una immortalità dei soggetti. Vedi a esempio come viene rappresentato Alessandro il grande. L'arte romana ha l'esigenza di omaggiare i consoli, i re, i generali e tutta l'élite politica. Quindi le sculture assumono un realismo per quanto riguarda la somiglianza con i vari soggetti che prima non c'era.

La sto facendo lunga, ma è per dire che l'arte si orienta con il tempo all'uso della tecnica e della capacità del singolo artista nel rappresentare in modo realistico quello che c'è intorno. Il contenuto della narrazione e il come questo avvenga è altra questione e appartiene al rapporto tra committente e artista.

Da questo punto di vista il ruolo dell'arte in epoca classica è quello di raffinare il prodotto secondo canoni di "maestria" che fanno la differenza tra i vari protagonisti di quei tempi e in funzione di un'aspettativa che è uno dei vincoli da rispettare. 

Quindi insisto sul punto che ho evidenziato in precedenza, abbiamo dovuto aspettare qualche migliaio di anni prima di vedere un'esplosione di creatività che va oltre la tecnica e i canoni della "scuola, della bottega o dell'accademia.

Il bagnante- Mario Paravano

Vogliamo parlare quindi del ruolo dell'arte oggi? Oppure continuiamo in modo random avendo però questo punto ( il ruolo dell'arte) come filo conduttore?

Allora, iniziamo a dire che l'artista ha manifestato una sua autonomia rispetto ai canoni classici e a ciò che ci si aspettava da lui da un certo momento in avanti. Non che non ci siano eccezioni a questo elemento nel passato ma, se osserviamo come questo (l'artista) si sia distaccato con il tempo da tutto quello che ho descritto prima, possiamo cogliere come l'elemento dell'uso dei colori e della luce, i nuovi soggetti e protagonisti che prendevano corpo nelle tele e la ricerca di un modo di esprimersi che rompeva le regole "classiche", hanno segnato la via di quello che è accaduto poi con la sperimentazione, la destrutturazione dei corpi, il bisogno di andare oltre la "volumetria" classica (inserendo una sorta di tridimensionalità dinamica, il cubismo) e, infine, il legare il quadro ad una dimensione concettuale in cui ci si distacca dalla sua mercificazione (tentativo) per sperimentare nuovi materiali e modalità comunicative, che presuppongono uno sforzo "intellettuale" da parte di chi osserva, ecco se mettiamo in fila tutte queste cose possiamo concordare che la rottura ha significato l'avvio verso una rivoluzione espressiva.

Arrivati a questo punto, però, sarà il caso di fare un po' di ordine nelle varie correnti e cercheremo di farlo nelle prossime puntate.

Come la concludiamo in musica?

Con Battiato e la sua prospettiva Nevski.



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