Conversazione con il pittore - 5a parte

Mario Paravano- Spazi

Cubismo, avanguardia, astrattismo...insomma un sacco di carne al fuoco. Pensi realmente che ci sia "autonomia" in queste correnti?

Dal punto di vista espressivo penso di sì, che poi il mercato  fagociti facendo perdere anima e spessore a tutto è purtroppo la triste realtà ed è altra questione.

Rimaniamo fuori dal rapporto mercato/arte e concentriamoci sui cambiamenti. C'è un libro di David Hockney in cui si descrive il lavoro del Picasso cubista.  Nel suo libro Hockney fa una disanima della fotografia, cogliendone alcuni suoi limiti, e dell'opera cubista di Braque e Picasso. Scrive: " Leggendo quello che i critici hanno scritto su un tale movimento, si incontrano discussioni relative all'intersecarsi  di piani e argomenti simili, come se il cubismo analizzasse la struttura dell'oggetto. Ma il cubismo analizza piuttosto la struttura della visione dell'oggetto. Se in un quadro cubista ci sono tre nasi, non è perché il viso ha tre nasi, o perché il viso abbia tre aspetti, ma perché il viso è stato visto tre volte."

"Il cubismo analitico si occupò della percezione, e dei problemi della percezione."

Ecco, qui in sintesi si descrive un processo "dialettico" nel quale la realtà viene analizzata e percepita da diversi angoli e prospettive. Non in modo statico ma in funzione di una sua variazione in rapporto al tempo e allo spazio. Prova a traslare questo messaggio sul resto dello scibile e dimmi se non è un'intuizione che attraverso il "segno", se colto nel suo significato profondo, ti porta su un livello di ragionamento che è altro rispetto alla rappresentazione classica del mondo materiale, in particolar modo a quello ingessato e poco permeabile ai cambiamenti.

Detto in parole povere?

Voglio dire che i diversi punti di vista e di esplorazione di un oggetto o di una figura ci mettono nella condizione di avere una visione che ci "costringe" ad osservare a 360°. Questo applicato a tutto ciò che fa parte della nostra vita come le idee, le convinzioni, i valori e le opinioni ci permette di non accontentarci solo di  un aspetto delle stesse. E' una ginnastica mentale che amplia la percezione, c'è una sorta di metafora sui punti di vista e ci permette di scoprire nuovi elementi della realtà.

Quindi, per finire su questo, annovero il cubismo tra ciò che più ha contribuito ai cambiamenti nel mondo dell'arte, anticipando in qualche modo l'arte concettuale e intersecandosi e influenzando quello che accadeva in altre correnti.

A questo proposito, mi è capitato di sentire uno che magnificava il futurismo per il modo in cui ha influenzato l'arte dando a questo suo pensiero una sorta di gerarchia su chi influenza chi. Ora, se osservi un quadro futurista cogli come è questo ad essere influenzato dal cubismo introducendo un elemento che è quello del dinamismo. Questo per dire che nell'analisi di una corrente non si può prescindere da quelli che sono i vasi comunicanti che l'attraversano, non si intravede una dominante, anzi.

E' un processo con diversi punti di intersezione e vie di uscita. 

Burri-

Che peso dai alla critica?

Non so pesare la critica, quello che vedo è che : o è sempre in ritardo rispetto ai cambiamenti (basta pensare a quello che scrivevano, dileggiandolo, sull'impressionismo), o si accoda e basta per ragioni di "cassa". Ci sono poi altre due considerazioni, la prima è quella che ogni tanto scopre e costruisce fenomeni che sanno tanto di "scoperta dell'acqua calda" (vedi Achille Bonito Oliva con la trans avanguardia), la seconda che ha la tendenza a descrivere l'opera di un artista decontestualizzandolo rispetto al momento storico e alla sua biografia "vera". Manca completamente la realtà o quello che potremmo definire lo spirito del tempo.
Sono stato recentemente, qui a Torino, alla mostra sull'astrattismo e l'avanguardia italiana che c'è a palazzo Chiablese. Tra i lavori esposti ce ne sono alcuni di Burri. Se ti leggi quello che scrivono della sua vita e della sua arte capisci che:
1- è un tizio che ha sofferto per 18 lunghi mesi dentro un campo di concentramento alleato durante la 2a guerra mondiale
2- che nella sua opera è rappresentata la condizione dell'uomo, delle sue sofferenze etc.etc.
Quello che non dicono è che Burri è stato un fascista che non ha mai fatto abiura del suo passato e che, tra le altre cose, ha detto che si è buttato sull'astrattismo perché non sapeva dipingere.
Ora, se vuoi descrivere l'opera di Burri dal punto di vista "concettuale" e del suo significato come è possibile che non dai tutte le informazioni a chi ammira le sue opere? Non rischi di dare un'interpretazione farlocca?
Burri, è uno di quelli che a me fa "incazzare", vedo una proiezione della sua anima in quelle opere. La manifestazione di una contraddizione palese tra la rappresentazione artistica e il suo vissuto. Una sorta di operazione di auto analisi in cui quello che emerge è un messaggio subliminale dell'artista che sembra voglia dirci " eccomi, io sono questa cosa qui. Una crepa nera su un muro o un sacco lacerato e bruciato dalla vita sulla quale non riesco a dire niente di più. Voi, la società non c'entrate nulla, quello sono io"
Con lui, confesso, ho un rapporto conflittuale. E non potrebbe essere altrimenti considerato che frequentiamo barricate opposte ma, allo stesso tempo, alcuni suoi lavori mi attraggono e mi affascinano proprio per quello che dicevo prima. Me lo  vedo uno cresciuto con il mito della razza mettersi là a comporre qualcosa con materiale di scarto. Una sorta di metafora ideologica di quello che è il fascismo nel campo delle idee. Altro che condizione umana in senso lato. Quello rappresenta un buco nero e profondo.
Mario Paravano- Guardo il mondo.

Perché il riferimento ad Achille Bonito Oliva?

Con questa categoria (transavanguardia) si è fatta un'operazione in cui si è detto :" ritorniamo ad una forma di arte nella quale superiamo l'arte concettuale e le avanguardie, che troviamo insufficienti e poco comprensibili per capire il mondo che ci circonda, e lo facciamo recuperando metodi, strumenti, forme, rappresentazioni e materiali più tradizionali." 
Se in generale uno guarda ai travagli degli artisti nella stagione della seconda metà dell'ottocento, e di tutto il novecento, può cogliere come il cammino di quelle persone sia pervaso da linguaggi che con il passare del tempo si radicalizzano e diventano sempre più difficili,  può osservare il modo in cui gli stili si incrociano e si contaminano, come si cerca con l'uso di nuovi materiali di comunicare in modo nuovo. Per tornare in alcuni casi a un modo di espressione più semplice e convenzionale. Lo puoi osservare in molti pittori della corrente dei fauves, in Picasso che da questo punto di vista ha una traiettoria che fa scuola, fino allo stesso Malevič. Anche se nel suo caso il ritorno al realismo e l'abbandono di un'arte di avanguardia sia stato imposto dal regime sovietico.
Quando dipingi parti da un percorso per così dire tradizionale,
magari sei influenzato da quello che raccogli per strada studiando ciò che altri
hanno fatto. Quindi perché inventarsi una nuova "corrente" come fosse una specie di ritorno al passato? Solo perché persegui un obiettivo di Marketing?
A me tutto questa manipolazione non piace, e non  perdo tempo a cercare significati che vanno oltre il riconoscere un'operazione di tipo commerciale.
Dovessi rappresentare lo spirito dell'arte dal punto di vista geometrico lo farei utilizzando un cerchio, con un uomo che si muove lungo quel perimetro tornando molte volte al punto di partenza, quello dei nostri pro-genitori.


Direi di chiuderla qua. Sono stanco, continueremo poi con questo viaggio ed entreremo anche nel campo dell'arte "libera", quella dei matti e dei bambini.  

In musica?

I Virginiana Miller con "per la libertà"




 

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