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Vivere sotto il tallone sionista, un esempio

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Per alcuni giorni, a partire dal 9 ottobre, gli arabi-israeliani di Akka (l'antica S. Giovanni d'Acri) nel nord di Israele hanno dato vita a manifestazioni e scontri con la polizia che solo grazie a una pesante repressione ha potuto riprendere il controllo della città. La ribellione era stata innescata da un episodio accaduto la sera dell'8 ottobre ma ha le sue principali ragioni nella miseria e nell'oppressione nella quale il governo sionista tiene la popolazione araba anche nelle città miste come Akka, dove in terzo dei 60 mila abitanti è costituito da arabi israeliani, cioè palestinesi con cittadinanza israeliana. La sera dell'8 ottobre un arabo era passato con la sua automobile nei quartieri a maggioranza ebraica "violando" la consegna del silenzio e dell'uso di qualsiasi mezzo motorizzato che vige durante le celebrazioni religiose ebraiche dello Yom Kippur. Un gruppo di sionisti lo ha inseguito, preso a sassate e circondato l'edificio dove ave...

Mandateci l'Annunziata a fare un servizio equilibrato

NETZARIM (Gaza) — C'è, nel mezzo della striscia di Gaza, un'area larga meno di un chilometro che da un paio di settimane è stata per lo più chiusa dagli israeliani al passaggio dei palestinesi. Corre dal confine con Israele sino al mare per circa 10 chilometri e combacia con i resti della vecchia colonia ebraica di Netzarim, evacuata da Israele assieme a tutti gli altri insediamenti della regione il 10 settembre 2005. Divide Gaza in due. Non ha leggi precise. Talvolta si passa senza problemi e in un altro momento ti sparano contro. Ieri abbiamo cercato di passare attraverso questa regione. Senza riuscirci. Partiamo verso le quindici, con l'autista e il traduttore palestinesi, da Khan Yunis direzione Gaza city centro. Sono una ventina di chilometri. Sappiamo che i giornalisti qui non sono graditi da Gerusalemme. Ma prima della partenza chiamiamo Daniel Seaman, il direttore dell'Ufficio Stampa, il quale indirizza ad Avital, addetta ai media dell'esercito. E la rispost...

Dichiarazioni illuminate dal paese dei giusti

Il tizio che ha rilasciato la dichiarazione, che riporto, vuole che ci si chieda perché stanno ammazzando uomini, donne e bambini i suoi amici sionisti. E, soprattutto, capirlo. Quello che vuole è che si accettino le risposte che danno quelli come lui. Ma vaffanculo, stronzo!! Angelo Sermoneta: "è una in simbolica contrapposizione alla manifestazione pro-Palestina, siamo indignati. È vero che i morti ci sono ma bisogna capire perché. Vogliamo ribadire il nostro attaccamento alla democrazia e il nostro essere cittadini italiani e romani di religione ebraica"

Quello che scrivono Sofri e Bifo su Gaza

{Le vittime che servono per dire basta} diAdriano Sofri (la Repubblica, 04.01.2009) C’è una domanda cui bisogna rispondere. Sembra una domanda facile, e il guaio è là. Che il numero dei morti palestinesi per l’offensiva israeliana a Gaza sia così alto, e cresca ancora, è un segno di vittoria di Israele, o di sconfitta, o di che cosa? E una sottodomanda, in apparenza ancora più facile: che i morti palestinesi siano tantissimi, e quelli israeliani pochissimi, è una vittoria o una sconfitta di Israele? Leggo che il generale Yoav Galant, comandante della regione sud, ha dato la sua risposta secca ad ambedue le domande, illustrando il proposito dell’offensiva: "Ributtare indietro di decenni la striscia di Gaza in termini di capacità militare, facendo il massimo di vittime presso il nemico e il minimo fra le forze armate israeliane". Il massimo dei loro, il minimo dei nostri. Noi, i generali, le donne e i bambini, e loro, i bambini, le donne e gli sceicchi. Ah, come sono difficili ...

Chi è che non vuole la pace?

DI NORMAN FINKELSTEIN Rebelion.org-DemocracyNow.org I fatti sono abbastanza chiari. Possiamo trovarli in una pagina web israeliana, quella del Ministero degli Affari Esteri d'Israele. (…) Israele ruppe la tregua con la sua incursione a Gaza il 4 novembre, nella quale ammazzò sei o sette militanti palestinesi. Arrivati a quel punto (ed ora cito la pagina web ufficiale israeliana), Hamas rispose all'attacco israeliano e lanciò di conseguenza i suoi missili. In quanto al perchè, gli avvenimenti sono abbastanza chiari. Secondo il giornale Ha'aretz, il ministro della difesa israeliano Ehud Barak incominciò a programmare l'invasione ancor prima che iniziasse la tregua. Di fatto, secondo Ha'aretz [9.1.2009] i piani dell'invasione ebbero inizio a marzo. E secondo la mia opinione, le ragioni principali dell'invasione sono due. Primo: aumentare quello che l'Israele chiama la sua capacità di dissuasione - ossia questo significa semplicemente aumentare la capacità d...

Gli affari dei sionisti e la solidarietà dei parlamentari ex fascisti

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Non sappiamo se ieri sera l'onorevole, ex fascista, Gasparri presenziasse la riunione di un centinaio di parlamentari (trasversali) e qualche isolato supporter, di fronte al parlamento per solidarizzare con lo stato "democratico" d'Israele . Probabilmente, tra una seduta e l'altra del parlamento e la sua solidarietà per lo stato sionista, si sarà anche occupato dell'affare Motorola e della sua possibile acquisizione da parte del gruppo Telit. Come le cronache ci hanno raccontato il gruppo Motorola ha deciso di chiudere la propria sede di Torino. Il risultato è che 350 ingegneri sono sulla strada, manifestano, hanno trovato una coscienza ed unità di classe (si pensa momentanea) e si sono iscritti al sindacato. Tra le incombenze la ricerca di un nuovo lavoro. Poichè parliamo di un polo di eccellenza dal punto di vista tecnologico, la possibilità di avere accesso a risorse "evolute" e know how da spendere ha fatto crescere gli appetiti e l'attenzion...

Queste sono alcune delle questioni, sulla palestina e su di noi, su cui vale dibattere.

Riporto un commento di Luca (KK) perché credo che ponga alcune questioni su cui, penso, valga la pena di aprire un confronto. Mi auguro che qualcuno voglia farsene carico e proporre la sua visione sulla questione. Lui mi chiede, in buona sostanza, se questo "schierarsi" in realtà non significhi non volere il dialogo (quanto meno provarci), volere essere a tutti i costi "puro" antimperialista. Una sorta di "idealista" perenne che alla fine contribuisce solo a creare tensione. Anche lui non sfugge alla "propaganda" quando scrive che la maggior parte delle vittime sono militanti. Ora, visto che Israele impedisce alla stampa di avere accesso a fonti d'informazione dirette immaginiamo che lui abbia una contabilità più precisa di noi che ci accontentiamo di leggere le informazioni di qualche compagno come Arrigoni presente sul campo. C'è poi una domanda che è la domanda per quanto mi riguarda: "E se non ci riusciamo noi, come possono riusc...