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Visualizzazione dei post da gennaio, 2010

Tremonti l'anticostituzionale

Però il Tremonti. L'uomo che con orgoglio rivendica il fatto di non essere un economista svela il suo vero volto e si dichiara esperto di diritto costituzionale. Magari avrà anche ragione tecnicamente sulla questione, però non possiamo non chiedergli conto di quella strana asimmetria nei suoi ragionamenti che lo vedono mettere all'indice una norma che pone un tetto agli stipendi dei manager perché anticostituzionale e, nello stesso tempo, voltare la testa da un'altra parte quando il suo capo rivendica il "diritto" di essere trattato non come un cittadino qualsiasi di fronte alla legge ma come uno al di sopra della legge. Per ricapitolare: per quelli come il Tremonti se metti un tetto a stipendi stratosferici sei un illiberale e contro il libero mercato e se, però, vuoi che Berlusca i suoi cazzi con la giustizia se li sbrighi come tutti gli altri poveri tapini allora no!!! In questo caso valgono le buone norme medievali, quelle che garantivano l'impunità al si

Nuove frontiere dello sfruttamento: il lavoro a minuto

Qualche giorno fa con un articoletto di spalla il vice direttore di Repubblica ci raccontava che negli USA una fetta consistente di lavoratori ha sperimentato la gioia di una nuova tipologia di contratti: quelli a minuto lavorato. In pratica le aziende ti pagano per l'effettivo tempo lavorato e nel compenso non è prevista nessuna forma d'indennità in caso di malattia, né alcuna copertura assicurativa. Sembra che sia la nuova frontiera della flessibilità. Il buon Giannini sollecitava i politici a prendere atto di questo stato di cose (con un sottinteso che lasciava intendere che quelli si stanno attrezzando per essere più competitivi) perché è ora di riformare il welfare. Nella logica dei "Giannini" riformare il welfare significa re-distribuire il poco tra i tanti nuovi poveri che ci sono e che ci saranno , prevedere quindi ammortizzatori sociali per i periodi di disoccupazione per quanti saranno interessati da queste nuove forme di precariato togliendo a pensioni, san

Confusi o coglioni?

Ricapitoliamo: in Piemonte la mitica federazione si è presa un calcio nel culo a favore dell'UDC. In Puglia scodinzolano dietro vendola dopo che Vendola gli ha sfasciato il partito,nel Lazio vaneggiano di alleanze con la Bonino.Direi gente con le idee chiare. Scommetto che racconteranno che la situazione è questa e triccheeballacche. Più o meno le stesse cose che raccontarono quando reggevano il moccolo a Prodi e ci spiegavano perché non stavano in piazza (echecazzo siamo ministri e sottosegretari e poi Rutelli s'incazza). Nel frattempo ci siamo persi un po' di mesi per provare a costruire un'opposizione radicale in questo paese. Una di quelle opposizioni che non fa sconti e che tratta le questioni con un minimo di coerenza in funzione di un'idea di società e di politica diversa. E invece no. Sono lì che si contorcono. Vuoi fare del bene a questo paese? Non andare a votare.

La fuga in avanti (perché gli altri fuggono senza voltarsi indietro)

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di Manolo Morlacchi Manolo Morlacchi, La fuga in avanti. La rivoluzione è un fiore che non muore , ed. Agenzia X, pp. 216, € 15,00. La fuga in avanti è uscito nelle librerie da qualche settimana e ci sono alcune osservazioni, provocazioni, domande, che appaiono in modo ricorrente nelle presentazioni a cui partecipo e nelle recensioni che ho potuto sin qui leggere, in particolare, la segnalazione di Wu Ming 1 su Nandropausa . Quindi mi sono convinto della necessità di approfondire alcune questioni intorno al mio libro. Lungo le pagine de La fuga in avanti descrivo a più riprese con grande enfasi e nostalgia il clima in cui ho trascorso gli anni della mia infanzia e adolescenza, suppergiù dal 1975 al 1985. Questa descrizione può sollevare qualche fastidio o perplessità tra chi ha vissuto in prima fila quella stagione politica e ne ha pagato duramente le conseguenze. Ma la mia lettura è volutamente provocatoria. E’ il tentativo di porre in relazione tra loro i profili umani e soc

Aiuti ad Haiti

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Riformisti dal cuore tenero

"Tito Boeri 13.09.2005 Le politiche dell'immigrazione degli stati dell'Unione Europea stanno diventando sempre più restrittive per i lavoratori poco qualificati, mentre i diversi paesi competono tra di loro nel cercare di attrarre dall'estero lavoratori più istruiti. Da noi, invece, prevale un atteggiamento restrittivo su tutti i fronti. E nel dibattito pre-elettorale si continua a pensare che si possa gestire la politica dell'immigrazione a livello nazionale, ignorando ciò che avviene altrove." Queste cose Tito Boeri le ha scritte nel 2005. In sostanza per lui se c'è una ragione per applicare politiche restrittive nei confronti dell'immigrazione questa dovrebbe focalizzarsi sugli "straccioni", quelli dequalificati e non in grado di esibire una laurea in economia e commercio. Insomma uno dal cuore tenero. Magari la questione della "coscienza" la risolviamo con un po' di adozioni a distan

Boeri e la riforma

fonte: http://www.precaria.org/contratto-unico-boeri.html Da cinque anni a questa parte l’insicurezza di reddito è diventata di moda. Il tabù di un tempo, guai a parlare di precarietà, è diventato trendy ed è tutto un fiorire di libri, articoli, film, opere teatrali che trattano dell’argomento. Finchè si tratta di operazioni commerciali non meritano risposte. Troppo il disgusto per chi traveste il marketing di ipocriti ‘scopi sociali’. Ma quando la paura del futuro e la competizione per il reddito , riguarda milioni di persone e a scriverne sono economisti del calibro del professor Tito Boeri, una risposta è d’obbligo. Non fosse altro perché l’esimio docente della Bocconi, nonché editorialista della Repubblica, coordinatore del sito www.lavoce.info, è tenuto in grande considerazione da tutti quei soggetti politici e sindacali che ancora si sforzano di definirsi ‘riformisti’ o addirittura di ‘sinistra’. Le sue proposte trovano estimatori nella segreteria nazionale Cgil. Il maggior preg

Nuove BR e cyber terrorismo

Hanno arrestato Morlacchi con l'accusa di essere un terrorista. Meglio un potenziale terrorista visto che di terrorismo il nostro sembra che fino ad oggi non ne abbia prodotto. Ritorneremo in seguito su questa vicenda. Al momento gli investigatori ci raccontano di aver trovato un manuale per cyber terroristi. Ora, visto che tra le istruzioni per i cyber terroristi c'è proprio quella di non conservare sul proprio pc documenti sensibili ci rimane il dubbio che tale documento in realtà lo possiamo trovare a casa di un sacco di gente. Facendo un giro sulla rete, ad esempio, si trova questa simpatica "lezione" (del 2004 addirittura)su come operano i cyber terroristi da cui, in modo speculare, ne possiamo ricavare che un cyber terrorista serio ne avrà ricavato materiale per prendere le dovute precauzioni. link: http://www.consulteque.com/magazine_prof/index.phtml?_id_articolo=7001 Mah, l'impressione è che nella caccia al mostro da sbattere in prima pagina gli eroici dif

Lezioni d'economia da Tremonti

Dicono che Tremonti sia un fenomeno, io penso che sia un pirla. Un affabulatore che incanta un pò di gente ma che alla sostanza non dice niente che vada al di là di formulette e frasi banali. L'ultima è quella sul Pil che non intercetta e rappresenta tutta la ricchezza che il paese produce. In effetti è così, lo hanno insegnato anche a mio figlio che ha 15 anni in una delle prime lezioni di economia. Il Pil non misura ad esempio il lavoro in nero, quello che fanno le casalinghe ( a meno che non si trasformino in cameriere con tanto di busta paga a carico della famiglia), quello che fanno tutti i pensionati che si coltivano le carote e le cipolle nel giardino di casa e che regalano a parenti ed amici.Mi sfugge, in tutto questo, la Mafia e dove collocarla in termini di produzione del Pil Insomma una roba banale che passa come notiziona al TG1,2 e 3. Probabilmente lui si riferiva al sommerso, cosa che implicherebbe un tantino di sociologia spicciola tipo: Tizio lavora in nero perché

Cronaca di Torino, il palazzo di via Bra 10

Riporto integralmente l'articolo che è apparso sulla Stampa oggi. Parla di un luogo ameno in Barriera di Milano. Senza andare a Rosarno basta girare tra i vicoli di questa città per farsi un'idea di come va, e non pensiate che è un'eccezione. Trenta alloggi e non c'è il riscaldamento NICCOLÒ ZANCAN torino Il portone è spaccato, il citofono a pezzi. Frutta marcia nel cortile interno, dove decine di disperati dormono ammassati nei box auto, mentre i topi infestano le cantine. Via Bra 10, nel cuore antico di Barriera di Milano, è un palazzo pieno di storie, quasi nessuna allegra. È l’unica casa di Torino senza amministratore di condominio. Fuori dal controllo. Abbandonata da tutti. L’ultimo amministratore è scappato sei anni fa, qualcuno dice per esasperazione, altri sostengono per tenersi i soldi della cassa. Non è rintracciabile. Tutti quelli che hanno tentato di prenderne il posto hanno abbandonato il campo in fretta. Sulla lettera ingiallita, ancora appesa in

Buon anno una cippa

Insomma buon anno un cazzo. Per simboleggiarlo, insieme a quelli passati, un pezzo dei godfather che si intitola "nascita, scuola,lavoro e morte" che accompagna le immagini di un trailer sui Sopranos. Un filo conduttore che ci porterà dalla culla alla tomba guidati da una banda di mafiosi. Minchia che soddisfazione. A proposito, lo sapete che a qualcuno di voi toccherà morire quest'anno? Anche se avete investito in borsa e fate progetti per il futuro con la vostra faccina del cazzo! Buon anno.