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Noi anime candide

Per immergersi nell'orrore, oggi, non ci vuole molto. Basta cercare qualche video su Internet e guardarlo. In questo viaggio qualche frammento che ci riporta la nostra immagine riflessa.Quella del nostro essere con gli altri, del nostro passato e della nostra storia.Oggi la nostra intolleranza, e la pretesa di voler sempre giudicare e mai di passare un pò di tempo sul banco degli imputati, ci ha fatto dimenticare cosa siamo stati.Probabilmente è così perchè nel fondo dell'anima sappiamo di non essere "italiani brava gente". Sappiamo di sintetizzare il peggio della storia e dell'ipocrisia nel nostro moralismo venato dal cattolicesimo.Siamo coscienti di essere degli inguaribili stronzi.Avessimo imparato qualcosa dal nostro passato non staremmo a confondere un ubriaco con il suo popolo, un assassino con la terra che gli ha dato i natali, uno straccione che lotta per sopravvivere con un delinquente abituale. Nella nostra storia ipocrita (rivisitata) riusciamo a celeb...

Gli scontri di Corso Traiano,per una disobbedienza consapevole

Mi è venuto in mente un volantino, leggendo l'ottimo post di Pensatoio sull'alienazione e sul lavoro (mi perdonerà la semplificazione).Parla degli scontri di Corso Traiano a Torino nel 1969. Insieme a quel ricordo colgo l'analogia, di alcune delle rivendicazioni citate dal volantino, con quella che è la fase attuale in cui si muove la logica di rivendicazione sindacale.Immutabile nel tempo. Un tempo si lottava contro lo straordinario affinché il lavoro fosse una opportunità per più persone. Una cosa da condividere in quanto fonte di reddito e di sopravvivenza. Oggi lo si detassa affinché costi di meno al padrone, facendolo diventare più conveniente del lavoro ordinario.Un incentivo all'egoismo sociale.Una roba da sinistra insomma. La gerarchia in fabbrica e nei luoghi di lavoro veniva vista come elemento di divisione tra sfruttati, la richiesta di salario era uguale per tutti con l'abolizione della differenza tra impiegati ed operai.Si lottava contro differenze di...

Toni Negri

Toni Negri è stato un cattivo maestro. Quando Lotta Continua entrò in crisi e la parte movimentista si separò da quella "militare" rappresentata da servizio d'ordine, molti compagni trovarono nell'Autonomia Operaia il versante su cui convergere. Le tesi dell'operaio sociale, della produzione di plusvalore non più elemento di un solo soggetto (la fabbrica e l'operaio massa) ma dell'insieme della società (fabbrica, precari, emarginati=operaio sociale), veniva vissuto come un elemento di rifiuto delle gerarchie "eversive" che vedevano, solo in ciò che veniva dal conflitto tra operai e padroni, il punto di riferimento per qualsiasi iniziativa sul fronte della lotta.Il lavoro salariato vissuto come rifiuto piuttosto che come elemento da cambiare. Questo rovesciamento nelle iniziative ha permesso a tanti, che vivevano ai margini della lotta politica, di appropriarsi di una coscienza di classe che, in questo modo ed attraverso questo superamento, ta...

Bamboccioni anarchici

Bamboccioni si ma sovversivi Serantini, anarchico ammazzato dalla polizia a Pisa. Ricordiamo lui per rendere omaggio a tutti i "bamboccioni" che ci hanno lasciato la pelle. Per testimoniare un modo di essere anche nel difficile mestiere di vivere.In mezzo ai casini ed alle difficoltà, ai problemi di sopravvivenza ed a quelli che ti stringono l'anima tutti i giorni.

Per i bamboccioni

Forse non ha tutti i torti TPS a definire i nostri giovani trentenni bamboccioni. I bamboccioni sono lì che si prendono anche le prese per il culo dai nostri, cristonano contro i vecchi per averli rapinati della pensione, si mettono ordinatamente in fila per il loro Big Mac e si fanno tante seghe mentali su come sarebbe bello il mondo se fossimo tutti in maglietta rossa ed il cranio pelato. Intanto si guardano spauriti intorno e iniziano a realizzare di non aver capito un cazzo. ma come la laurea c'è, l'inglese lo parlicchio e quelli pensano di farmi fare data entry o il telefonista vendendo vino? ma per cosa si è sacrificato papa'?In attesa che si realizzi il sogno di un lavoro qualificato, magari con la raccomandazione e leccando il culo (per non farci mancare la tradizione), ed in attesa di spendere i soldini che il nostro munifico governo darà ai giovinotti consiglio come andare a fare la spesa da domani. A scelta tra Totò e San Precario. Buona visione. SAN PRECARIO: ...

L'alternativa è la lotta. Quella dura

Quella che segue è la cronaca, addomesticata, che compare sulla repubblica di qualche assemblea in fabbrica.Prima è c'è un video in cui si respira il clima durante una discussione sul tema del rinnovo del contratto dei metalmeccanici.Il dibattito vero, sul famoso protocollo, prima non c'è mai stato. I soggetti che ne sono stati esclusi sono proprio loro: i precari ed i lavoratori. Oggi si fanno assemblee per discutere di un protocollo per il quale non esiste mandato da parte dei lavoratori. Quei signori, che di mestiere fanno i sindacalisti, si presentano dicendo: "questo è quanto di meglio abbiamo ottenuto, prendere o lasciare e se lasciate sappiate che torna lo scalone di maroni e cade il governo" Questo è il massimo che riescono a trovare per giustificare un accordo per il quale non si è mobilitata una fabbrica, non si è fatta sufficiente informazione sui media se non per "terrorizzare" sulle conseguenze. la democrazia che riescono ad esprimere è una de...

All'orizzonte una massa anarchica

Volevo scrivere di altro e pensare un po' ai cazzi miei poi ho deciso di riportare qualche riga di ciò che Vattimo scrive nel suo ultimo libro "Ecce comu". "Di quali masse e di quale comunismo stiamo parlando?Intanto delle masse che rappresentano oggi il vecchio proletariato e che non sono più la classe operaia dotata di coscienza di classe, e dunque portatrice di un progetto... ...i proletari di cui parlava Marx oggi sono diversi, più simili a quelle che Toni Negri chiama le moltitudini, anche se ancora in lui hanno un'aura mitica che è meglio lasciar perdere.I poveri del mondo sono oggi quelli che, nella condizione di esclusione nella quale si trovano, in quanto vivono in condizioni di pura sussistenza, disponendo solo di una frazione minima delle risorse, ed essendo esclusi dallo spreco che caratterizza invece il "mondo" ricco, risentono di più, e forse anche con consapevolezza, dello sfacelo a cui il pianeta si avvia se si mantiene nel mondo ...