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Quello che attende l'onda anomala in autunno

[di Francesco Raparelli] Le questioni dell'autunno all'origine degli arresti (falliti) di Torino Tutti fuori dal carcere tra domiciliari e obbligo di firma. Due studenti torinesi agli arresti domiciliari, tutti gli altri con obbligo di firma o di dimora. Quel che conta è che tutte e tutti sono fuori dal carcere! Una vittoria importante e non scontata. Operazione gestita in grande, dal magistrato pop dell'antimafia, collaboratore di Micromega e riferimento assoluto della sinistra tutta forca e giustizia. Caselli non è un pesce piccolo, anzi, è una figura che parla a tanti, anche agli studenti che nella crisi della rappresentanza eleggono Travaglio e il suo stile a misura rancorosa del mondo da costruire. E poi la requisitoria del Pm Sparagna davvero non aveva pietà dell'intelligenza. Nessuna prova concreta, solo un discorso denso di morale e pieno di fantasmi, i soliti, quelli degli anni '70, quelli che non smettono mai di assillare la testa di chi il Pci e il suo od...

Occupare le fabbriche.

Tra le cose non dette sulla lotta dei lavoratori della Atithec c'è l'assedio ai dirigenti che, di fatto, sono stati sequestrati in un hangar. Sono stati liberati dalla polizia. Ora la FIOM fa intravedere la possibilità di occupazione di fabbriche in autunno. Noi rilanciamo, occupazione di fabbriche, scuole, strade e ferrovie. La Fiom Bologna lancia l'allarme contro il rischio di nuove pratiche di mobilità nei mesi estivi e rilancia per un autunno di lotte contro chi vuole approfittare della crisi Bologna - Sono molte le aziende dichiarate in crisi nella provincia di Bologna, sempre di più quelle che interrompono definitivamente la produzione. Solo in questi giorni Grimeca, Sicor, Harris, Rainer si preparano a chiudere e nelle grandi aziende del bolognese la situazione è perennemente critica: alla Ducati e alla Malaguti si ricorre alla cassa integrazione a ripetizione, alla Magneti Marelli gli operai stanno protestando con un'ora al giorno di sciopero contro l'intenz...

Consigli

Bentornato Marx

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Bentornato, Marx Pierluigi Sullo [29 Luglio 2009] Pubblichiamo la rubrica Cantieri sociali, in uscita il 30 luglio su il manifesto. Confesso che è con una certa, maligna soddisfazione che abbiamo deciso, e fatto, la copertina dell’Almanacco di Carta [un numero monografico di 100 pagine che resterà in edicola fino al 27 agosto] con un gran faccione i cui lineamenti sembravano essersi dissolti nell’oblio: quello di Karl Marx. L’Almanacco è dedicato alla Grande Crisi, il cui peggiori effetti – tutti dicono – precipiteranno in autunno su lavoro e reddito, migranti e territorio [le leggi sull’edilizia che le Regioni stanno approvando a ritmo accelerato promuovono una economia stracciona e predatoria per supportare l’illusione della «ripresa»]. E questa Crisi [la scrivo con la maiuscola per non confonderla con le crisi minori che si sono susseguite negli ultimi due decenni] è talmente radicale e aggrovigliata, tra cause finanziarie e ...

Tradire la propria gente in Palestina

[ da Forum Palestina ] "Il primo passo dovrà essere l'assassinio di Arafat" Quella che segue è la traduzione integrale della trascrizione del colloquio in cui l’ex premier israeliano Sharon, l’attuale Presidente dell’ANP Abu Mazen e l’ex leader di Fatah a Gaza, Mohamed Dahlan, discutevano con una delegazione statunitense a proposito del modo migliore per assassinare Arafat, Rantissi ed altri dirigenti palestinesi. Il testo è stato reso noto dal dirigente dell’OLP Faruk Kaddumi, che attualmente si trova a Damasco, dove alcune fonti hanno affermato che esiste – ed è sempre in possesso di Kaddumi – un nastro con la registrazione del colloquio qui trascritto, diffuso in Europa dal dipartimento francese del Palestinian Information Center . Sharon : Ho insistito molto per tenere questo incontro prima del prossimo summit, in modo da concludere tutti gli aspetti tecnici e di mettere i puntini sulle “i”. Non dovremo trovarci di fronte a zone d’ombra e ad interpretazioni casuali n...

La critica delle armi

Ascoltate quello che ci raccontano gli indigeni del Chiapas. Come viene amministrata la giustizia da quelle parti. In questo documento di denuncia si fanno nomi e cognomi di narcotrafficanti e politici corrotti. Quei nomi vengono accostati a quelli di compagni che si battono contro la privatizzazione di un'area che si chiama aquaazul. Gente che è finita in galera perché si batte per salvaguardare diritti che non hanno la possibilità di finire in prima pagina qui da noi.La differenza la fanno il peso delle condanne. Un carico di droga vale meno di una protesta civile. E siamo in Messico, paese democratico. Già, noi siamo troppo impegnati a seguire quello che avviene in Iran piuttosto che in Afghanistan. Lì o mandiamo i nostri soldati ad esportare la democrazia o trattiamo la questione scandalizzandoci perché la polizia reprime le manifestazioni. Come se fosse una novità. Eppure avremmo molto da lavorare in materia di diritti guardando e pulendo solo il nostro orticello. Ricordo che ...

Siamo un popolo pacifico che si meraviglia della guerra

Sui media nazionali campeggiano in apertura le notizie su tre militari italiani feriti. Con incredibile ritardo si scopre una realtà che esiste da anni: le truppe italiane stanno combattendo. Due nuovi attacchi, tre militari italiani feriti: un bersagliere rimasto ferito in una battaglia di oltre cinque ore nella provincia di Farah e due militari feriti a bordo di un blindato a Herat, per l'esplosione di un ordigno nascosto su una motocicletta. Stupisce lo stupore dei media italiani, che domenica 26 luglio titolano sulle 'truppe italiane sotto attacco' descrivendo con analisi e inviati quello che PeaceReporter va raccontando fion dall'inizio della campagna afghana del contingente italiano. Quando i caveat imposti dal Parlamento erano ben più rigidi di oggi, PeaceReporter ha denunciato l'eristenza di operazioni segrete, vere e proprie azioni di guerra. Era il dossier dell'Operazione Sarissa, con squadre di incursori impiegati senza cronache o comunicazioni uffici...