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La resistenza non muore mai

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In basso potete leggere l'intervista ad un partigiano di 97 anni. Va in giro per le scuole di Torino a raccontare cosa è stata la resistenza. Ci voglio tornare su questa cosa perché la memoria e quegli ideali sono importanti, specie di questi tempi. La resistenza è stata sangue, morte, sudore e sofferenza. La resistenza è stata ferocia contro uomini  e feccia che hanno trasformato questo paese in un cimitero a cielo aperto. La resistenza è stato il minimo per uscire da anni di oblio e cervello buttato nel cesso. La resistenza è quello che insegno a mio figlio, perché di partigiani ne avremo sempre bisogno. fonte: la repubblica di Torino NELLA banca dati del partigianato piemontese, realizzata dall'Istituto per la storia della Resistenza di Torino, compare come appartenente a una divisione di Giustizia e Libertà, con i nomi di  battaglia di "Olivia, Buby, Ottolini" e con il grado conseguito di "patriota". E patriota della libertà, sopr...

La liberazione prossima

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Quattro fascistelli di merda hanno contestato un partigiano durante un'assemblea in un liceo romano. I nipotini di quei tizi che produssero solo in questo paese una roba come 600.000 morti ammazzati durante la seconda guerra mondiale vorrebbero sentirsi raccontare quella storia nella quale viene fuori che anche i partigiani in fondo sono stati brutti, sporchi e cattivi. Hanno ragione. I partigiani sono stati brutti, sporchi e cattivi. Purtroppo non abbastanza dico io. Lasciamoli ai loro crani rasati e festeggiamo con anticipo il prossimo 25 Aprile con una bella immagine e con una ola. Forza compagni, rifatelo!!!!!!

La depressione che gira intorno.

Qualche giorno fa ho esternato il mio pensiero sia sulla questione "cervelli in fuga" che su quella dei suicidi. Una robetta da niente scritta su faisebuk che sono ritornato a frequentare perché la "coerenza", per gli psicopatici, non è di questo mondo.  Questo per i cultori il Mario pensiero su una protesta di stronzi, sui cervelli in fuga e sui suicidi: " Gli specializzandi protestano perché devono pagare le tasse oltre gli 11.550 euro, presi come borse di studio, perché oltre alle tasse devono: "Per soli 5,6 euro l'ora lo specializzando segue ambulatori", garantisce "60 ore di lavoro alle settimana, 250 lettere di dimissioni all'anno, 75 turni di guardia all'anno, fa ricerca (nel tempo libero), assistenza sanitaria continua, partecipa ai congressi (a spese sue), risponde al telefono. Non ci stiamo!". Ne deduco che per loro il problema non è tanto il sistema da schiavetti a cui sono sottoposti in virtù di una agognata ...

Autorità

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AUTORITA' di Horst Fantazzini Avevano iniziato prestissimo a rompergli i coglioni.   Praticamente subito dopo la sua nascita, obbligandolo a poppare a orari prestabiliti, a cercare di farlo dormire quando aveva voglia di comunicare e viceve rsa, a frequentare solo oggetti DOC, a sopportare assurde moine per strappargli un sorriso da esibire allo zoo dall'altra parte dello steccato ed un'infinità di altri ricatti piccoli e grandi.

A proposito di anni 70 e di Calabresi

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Vado al punto con una testimonianza sugli anni 70 in fabbrica ed una mia considerazione su quello che ho letto oggi  a proposito di una dichiarazione del figlio del commissario Calabresi. Partiamo dalla testimonianza.

Dov'è il mio posto

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"Con questo Chautauqua non mi propongo di aprire qualche nuovo canale di coscienza, ma semplicemente di scavare più a fondo in quelli vecchi, ormai ostruiti dalle macerie di pensieri divenuti stantii e di ovvietà troppo spesso ripetute. L'eterno "Che c'è di nuovo?" allarga gli orizzonti, ma se diventa l'unica domanda rischia di produrre solo i detriti che causeranno l'ostruzione di domani. Mi piacerebbe, invece, interessarmi alla domanda "Che c'è di meglio?", che scava in profondità invece che in ampiezza."  Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta. Me ne sono andato in giro per Torino . E' dall'inizio di Gennaio che non passeggiavo per le strade della mia città. Mi è apparsa più grigia del solito.  Abituato agli spazi e al sole del Messico tutto mi è sembrato piccolo,angusto e freddo. Una città occupata dal metallo delle macchine posteggiate lungo i marciapiedi. 

Yamaoka e l'imperatore

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Yamaoka Tesshu era uno dei precettori dell'imperatore. Era anche maestro di scherma e un profondo studioso dello Zen. La sua casa era il rifugio dei vagabondi. E lui aveva un solo vestito, perché quelli lo facevano restare sempre povero.