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Visualizzazione dei post da marzo, 2009

Giuliano Naria, storia di un operaio

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Pubblico un vecchio articolo di "famiglia cristiana" che racconta la vicenda di Giuliano Naria, un compagno che è stato in galera per 9 anni (carcerazione preventiva)accusato di delitti che non aveva commesso. Anche lui è stato un protagonista degli anni 70. Ha militato in Lotta Continua, ha fatto l'operaio ed è morto di cancro nel 1997. Ho scelto il ricordo che di lui ne dà la moglie, in quella intervista ad un giornale come Famiglia Cristiana, perché mi è parso il modo migliore per ricordarlo.Fuori da ogni retorica di parte. Un proletario. Con un destino segnato. Uno che ha percorso in solitudine la sua strada, senza cercare scorciatoie. Gli ultimi anni li ha trascorsi scrivendo poesie, pubblicate per poter vivere. Di quelle, prima dell'articolo, ve ne propongo una: IL SOGNO E LO SPAZIO [carcere di Palmi] C’era una volta, miliardi e milioni di anni fa, il sogno di un uomo e di una donna, di un bambino e una bambina, di un fratello e una sorella, di un compagno e un

Torino è una città di merda o è solo nella merda?

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Per quattro giorni gli escrementi lasciati sul pavimento del Cambio hanno occupato pagine e pagine della Stampa. Quel gesto deve aver fatto parecchia impressione nella testa di qualcuno, le analisi di tutti i tipi si sono sprecate. I giudizi anche. Si è andati da interviste fatte a Petrini di Slow Food che si indignava per l'attacco ad un simbolo del mangiare bene, però vorrebbe tanto dialogare, all'indicazione di nome e cognome di "anarchici" che avendo avuto qualche problema con la "giustizia", del tipo occupazione di case etc., hanno avuto l'onore della citazione in prima pagina della cronaca cittadina. Una roba in puro stile mafioso, del tipo "non sappiamo se sei tu, però....". Non vi dico poi cosa è successo quando una quindicina di compagni si sono presentati a volantinare presso Eat Italy, mandando di traverso il pranzo a qualche commensale ben pasciuto troppo intento a gustare il culatello per lasciarsi distrarre da quelle robette che v

Cronaca della rivolta in Guadalupa, quello che lor signori temono

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Copio due post che, cronologicamente, raccontano la lotta che si è sviluppata in Guadalupa. Da noi sono preoccupati per due secchi pieni di merda rovesciati a terra in un ristorante di Torino. Sembra che quel gesto li abbia terrorizzati. La Stampa é tre giorni che dedica tre pagine intere alla vicenda. In realtà quello è parte dello spettacolo e fa più notizia dell'assedio fatto a quell'amministratore che voleva licenziare 150 persone, un mese fa, in una fabbrica di Torino. L'assedio è durato 14 ore ed è riuscito a tornare a casa grazie all'intervento della polizia. Di come i media stanno trattando piccoli e grandi fatti ne parleremo un altro giorno, adesso leggete questo.....ed imparate. 24 FEBBRAIO, L'INIZIO Scuole e università chiuse, trasporti pubbliciparalizzati, chiuse anche le poste ed i comuni, bloccati gli accessiall'aeroporto di Pointe-a-Pitre, fermi la maggior parte dei villaggituristici. Ogni giorno migliaia di persone manifestano nelle strade.Blocc

Racconto da un viaggio in Arabia

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Fonte: http://aroughride.blogspot.com Tre mesi di lavoro in Arabia Saudita. Un warp spaziotemporale che mi ha risucchiato nel medioevo. Nell'inconscio subliminare l'Arabia evoca cammelli, mercati di ambre e spezie, palme e datteri, raffinati profumi. Che ci fosse qualcosa di drammaticamente storto, cominciai a rendermene conto all'arrivo: una coda di piccoli giovani bengalesi si tenevano per mano, tutti in divisa della ditta di pulizie che li mandava come schiavi moderni a servizio dei padroni sauditi. I loro volti parlavano di una vita di poverta' e sacrifici, l'unico sogno loro era barattare la propria vita per una manciata di dollari da mandare alla famiglia in Bangladesh. Un ispettore della polizia mi individua nella coda, unico bianco, e mi fa passare davanti; protesto sommessamente, poi lascio fare per non causare guai. Imparai ben presto che in Saudi devi lavorare, rigare dritto e chiudere il becco; tutto e' blindato e nessun saudita vuole mettere in disc

L'aria di merda che si respira sul serio a Torino

E' un modo di dire "c'è un'aria di merda" che qui a Torino ha trovato la sua evidenza tangibile. Lo sappiamo, sono tempi tosti. C'è la crisi.  A leggere i giornali o a sentire la televisione sembra che, a dispetto del panorama depresso e nonostante tutto, nulla si muova. Si, ci sono le manifestazioni della Ciggielle, quelle dei Cobas e dell'Onda. I poliziotti menano un po' di studenti che si prendono qualche epiteto da tal Brunetta. addirittura guerriglieri e quelli, offesi, a rilasciare dichiarazioni del tipo "non siamo terroristi", "abbiamo anche dato gli esami, che cazzo dice", "la scuola affonda e noi siamo precari". Insomma triccheeballacche senza spessore.  Echeccazo, ti danno del guerrigliero e ti offendi? E' una medaglia di cui andare fiero, altro che stare lì a dire "si ma io penso a studiare". Comunque non è di questo che volevo scrivere. Dicevo dell'aria di merda. Ora capita che qui da noi in p

Teoria della crisi, modelli previsionali 2

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Fonte: n+1 Adesso che abbiamo familiarizzato con i quattro schemi (o modelli ad alto livello di astrazione) vediamo quali diagrammi si producono con i dati dell'economia reale, a cominciare dall'andamento nel tempo dei dati di un paese-tipo, gli Stati Uniti. Li confronteremo poi con quelli della produzione industriale dei maggiori paesi (ricordiamo che l'andamento della produzione industriale è analogo a quello del saggio medio di profitto). Per questi paesi abbiamo una gran quantità di dati, se pur spesso frammentari e non del tutto comparabili, raccolti nell'arco di mezzo secolo (cfr. Il corso del capitalismo mondiale ) e riguardanti l'intero ciclo dal 1860 agli anni '80 del secolo scorso. Per la produzione industriale abbiamo continuato la serie cercando di riempire le lacune; qui la visualizzeremo solo dal 1914 al 2008, periodo più che sufficiente allo scopo che ci prefiggiamo. Per gli anni dal 1980 a oggi i dati sono tutti di fonte ufficiale, principalme

Quando Pensatoio e KK se le dicono di santa ragione.

Il testo dell'articolo che segue al fondo del post (di Lunghini sul Manifesto) ha dato corpo ad una "polemica" tra KK e Pensatoio. Il titolo che KK ha dato al suo post è di per sé esplicativo di quello che è il suo pensiero riguardo all'articolo oggetto del contendere: "Cosa è successo al Marxismo in Italia". Sintetizzare in poche frasi quello che è il nocciolo della sua critica all'articolo non è una cosa semplice, diciamo che (per quello che ho inteso) più che a categorie economiche (secondo KK ), nella sua pretesa di re-distribuire tra i diversi fattori della produzione la ricchezza prodotta, Lunghini fa riferimento ad astratte "norme" di carattere "giuridico" e "morale" senza fornirne un criterio. Altra questione messa in evidenza dal post di KK è la seguente: " Notate che in tutto questo discorso, Marx non c’entra nulla. Marx ha sì una teoria sullo sfruttamento e sull’appropriazione del plusvalore da parte